Numero 6 del 2012
Un fiore per Melissa
Testi pagina 7
Imperversa anche una violenza fatta di parolacce, peggiori
del Vaffa. Infatti Beppe Grillo nega la cittadinanza dei bim-
bi stranieri nati in Italia, chiede l’uscita dall’euro e pre-
ferisce la mafia ai partiti, tutte cose peggiori che dire
“culoâ€. Non basta. “Parolacce†specifiche vengono usa-
te poco elegantemente contro di noi: era già successo a
Torino, con notizie sui media di breve durata; è risuccesso
a Firenze e la Camusso ha impegnato la sua solidarietà “uf-
ficiale†perché solo Susanna poteva sostenere che si trat-
tava di una vertenza sindacale seria. Il caso è stato che la
Rinascente ha imposto alle commesse di portare un car-
tellino: “Averla è facile. Dimmi soltanto comeâ€. Che cosa
mai vi Viene in mente? ovviamente, dice la direzione, la
“Rinascente-Cardâ€.... funzionale solo per i clienti maschi,
“parolacce†per tutte noi.
l media intanto continuano ad invitare le ragazze a “fare
imaschiacciâ€, a competere (magari con metodi che sfrut-
tano il corpo-merce) e perfino le femministe di rango han-
Alla Ministra Guardasigilli
Prof.ssa Paola Severino
Alla Ministra dell’Interno
Dott.ssa Annamaria Cancellieri
IL DIRITTO DI DENUNCIARE:
REGOLE CERTE
La denuncia, se si è vittime di violenze perché donne, è il pri-
mo passo per godere delle libertà costituzionali. Gli ostacoli
e le diversioni che dissuadono le vittime, nell’accedere a que-
stoprimo indispensabilepasso, sono ancora ricorrenti nei
luoghi deputati alla tutela del diritto.
Insieme ai pregiudizi e alle sottovalutazioni culturali, la scrit-
tura disarticolata ed ambigua delle regole continua ad es-
sere complice del femminicidio.
La violenza degli uomini sulle donne, in casa, sul lavoro, per
le strade, nelle scuole è un crimine che con cadenza annuale
viene enumerato, mostrato e svelato, pur considerando i dati
frutto di una sottostima. Da oltre trent’anni indichiamo ai
Governi soluzioni certe per il contrasto alla prima causa di
morte precoce per le donne ed ostacolo alla realizzazione
dei diritti umani.
La reiterazione dei reati con la stessa o con più vittime e la
diï¬usione di comportamenti proprietari nel genere maschile,
nonostante la forte rilettura in chiave politica delle re-
sponsabilità nel femminicidio imposta dal movimento
no ricordato alle tapine che contro la violenza, di genere
o no, va esercitata “la forza†. Non sappiamo che cosa dire
neppure delle iniziative della Fondazione lotti, che, dopo
aver guidato l’8 marzo una delegazione di donne, italiane
e straniere, a portare le mimose al Milite Ignoto (non ave-
te capito male, proprio all’altare della Patria, al milite igno-
to italiano, le nostre immigrate! ), ha invitato ad assumere
la responsabilità politica del nostro tempo portando ad
esempio 5 donne 5: Camusso Marcegaglia e le tre ministre.
Ragazze, sono assolutamente sicura che tutte e cinque vor—
rebbero anche loro fare la politica delle donne. Solo che
conoscono troppo bene il mondo istituzionale, fisso nelle
sue prerogative secolari di potere certo non femminile. Per
ora, se non interveniamo dal basso ad aiutarci da sole, la
politica non riesce a cambiare. Loro cinque non possono
che stare dentro le paratie delle regole “normaliâ€, come le
brave soldatine che sono. Sfido che non si fanno chiama-
re “segretaria†o “ministra†I
U D I VIOLENZ :
LETTERA APERTA
delle donne, mostrano che l’inadeguatezza delle regole in-
valida ogni cambiamento culturale.
Il testo unico di Pubblica Sicurezza, all’Art. 1, recita "per mez-
zo dei suoi ufficiali, ed a richiesta delle parti, provvede alla
bonaria composizione dei dissidi privati ", definizione che
si presta a controverse interpretazioni e che certamente in-
duce a comportamenti contrari al diritto delle donne di ac-
cedere alle vie giudiziarie per la tutela della propria sal-
vaguardia, esponendo tutte ai rischi noti e meno noti.
Di fronte all’inerzia parlamentare nell’adeguare le leggi ita-
liane cosi come indicato dalle risoluzioni Europee, solleci-
tiamo l’intervento autorevole delle Ministre alla Giustizia
e agli Affari Interni, perché sia data chiara indicazione
dell’inapplicabilità , a qualsiasi titolo, di azioni “di me-
diazione o composizione†exgiudiziale di fronte ad even-
ti familiari e relazionali per i quali la vittima ha ritenuto
di dover ricorrere alla forza pubblica o per i quali di que-
sta sia richiesto l’intervento. Indichino inoltre, detti Mi-
nisteri, l'obbligo contestuale di fornire dettagliata infor-
mazione, alla vittima, dei diritti e delle prowidenze di so-
stegno alle quali può accedere per un ejj‘icace percorso legale.
Le promotrici: Udi di Napoli e DonneSuddonne
Seguono centinaia di firme.
È possibile ancora sottoscrivere la lettera su
http:/ludidinapoliblogspot.com;
mail: udinapoli@gmail.com
noidonne | giugno | 2012 e