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Numero 2 del 2012

Lavorare per 5 euro l'ora


Foto: Lavorare per 5 euro l'ora
PAGINA 7

Testi pagina 7

A dispetto dell’Arabia Saudita, dove devono manifesta—
re per poter avere la patente e non hanno mai votato, da
aprile Ellen Johnson Sirleaf non è più sola nel continen-
te africano a guidare le sorti di un paese. In aprile di que—
st’anno, infatti, oltre alla Liberia (2006), anche il Mali ha
un capo del governo donna, nella persona di Cissé Ma-
riam Kaîdama Sidibé, una dotta signora di sessantadue
anni, studiosa di pubblica amministrazione, che è stata più
volte ministro e per sette anni segretaria esecutiva del-
l’Agenzia Internazionale contro la deforestazione e l’im—
poverimento del Sahel. Vedremo.
Gli africani più aperti e orientati a prevenire conflitti e di-
sastri ritengono che sia assolutamente necessario portare al
potere le donne. Mi diceva un sociologo senegalese, “non
conoscono come noi il senso di nazionalismi e tribalismi”.
Temo che lo possano imparare.
Tuttavia è evidente almeno il fatto che trai pesi e i contrappesi
istituzionali il genere incomincia a inserirsi e ad assumere
responsabilità che si sperano non immemori di sé. Per ora
il solo dato che possiamo rilevare è che il Rwanda ha avu-
to danni tali dalle guerre tra Tutsi e Hutu che le 44 donne
parlamentari
p o t r e b b e r o
avere effetto
positivo sui 36
colleghi maschi.
Sono testimoni
a carico della
violenza effera-
ta che ha colpi-
to soprattutto il
genere femmi-
nile e potranno
influire sulla
formazione di
nuove norme.
In Mali la Sidi-
bé dovrà veder-
sela con il codice della famiglia in un ambito islamico: ce
la farà?
Siccome la questione del 50% di presenza femminile nei
Parlamenti è uno degli obbiettivi del Millennio da rea-
lizzare entro il 2015, oltre a pensare che faremmo bene
a pensare alle discriminazioni in Italia, sembra giusto chie-
dersi quanto sarà più forte della coscienza di genere l’omo-
logazione alla cultura di governo e alla qualità dei pote—
ri, che può soffocare nel bavaglio tradizionale i principi
stessi della giustizia o degli interessi economici. Appa-
rentemente neutri, di fatto maschili. Un bel problema per
il millennio, prima di trovarci tutti, uomini e donne, omo-
logati al pensiero unico... Se non ora, quando? I



AI MARGINI I

diAlida Castelli





GIUSTIZIA
DI GENERE
E UGUAGLIANZA

a fine di ogni anno e una gran parte del mese di
Lgennaio sono dedicati ai bilanci. Mai così attuali

forse, come questa volta, in cui grandi cambiamenti
in politica e grandi problemi in economia si sono ammas-
sati negli ultimi mesi.
Qualcosa sembra cambiato, nello stile e nei toni, molto an-
che nei contenuti, anche se la parola “equità" mi sembra de-
clinata in maniera troppo sbrigativa. Ma certo, le linee del-
la prima manovra del governo Monti, erano state quasi in-
teramente disegnate dal precedente governo. Ma sicura-
mente su un fatto ci siamo ancora poco.
La maggior parte dei dibattiti vede la sola presenza di uo-
mini. Sarà la prevalenza di toni tecnici, sarà perché il vec-
chio ritornello sull'assenza di donne sulla scena politica è sem-
pre valido, ma tant'è: quasi solo uomini.
Nessuno si è azzardato a correlare questo dato di fatto con
una manifestazione di piazza indetta dalle donne di SNO del-
Io scorso 11 dicembre più ridotta, ma molti sembrano aver-
|o pensato. Come se alle donne venisse sempre chiesto, come
del resto viene chiesto anche nella vita normale, di fare solo
cose eccezionali per poter avere il diritto di dire qualcosa.
Con poche e apprezzate eccezioni i dibattiti continuano ad
essere solo maschili.
E, alcune di queste eccezioni, ci presentano la solita donna
mezza svestita, a fianco di uomini ingessati e vestiti in ma-
niera inappuntabile.
Allora credo che vadano dette alcune cose e fatte alcune pro-
poste. Da un lato non accetto più di partecipare a dibattiti
dove al tavolo della presidenza, qualunque sia l'argomento
ci siano seduti solo maschi, e Io stesso vale per la televisio-
ne, spengo. Dall'altro penso che anche da noi si dovrebbe
lanciare l'idea che Ivana Bartoletti ha lanciato con altre in
Gran Bretagna chiamandola “End aII male panels", ovvero
basta con i tavoli di soli uomini.
E non si tratta di una richiesta per rivendicare una pura pre-
senza. Più che mai in questo periodo abbiamo bisogno di sen-
tire la voce delle donne, se non riusciamo a rivendicare una
vera ottica di genere nelle misure economiche non avremo
né uguaglianza né giustizia di genere.
E le donne ci sono, dobbiamo ascoltarle, devono farsi
ascoltare, anche rivendicando, quelle che sono in politica e
nei partiti di far sentire la loro voce. Una voce che sappia de-
clinare in ottica di genere le analisi e le proposte: le meto-
dologie ci sono, le analisi pure.

noidonne | febbraio | 2012



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