Numero 1 del 2012
Il meglio di noi
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si sposano ma fanno figli di cui non sospettano le con—
seguenze.
Sono, tuttavia, contenta della visibilità politica espressa
dalle donne fin dal 13 febbraio dell’anno scorso, anche
se mi ero domandata se non fosse stata un’iniziativa di sup-
plenza. Infatti mi sembrava che gli uomini che hanno ac-
compagnato le manifestazioni fossero lì non solo per so—
lidarietà con i nostri (ma anche i loro) corpi offesi da Ber-
lusconi, ma perché avevano voglia di un “se non ora, quan-
do?†vanamente atteso da parte dell’opposizione. Anche
a Siena eravamo consapevoli, preoccupate, forti. Idem nei
preparativi dell’11 dicembre. Tuttavia qualche preoccu-
pazione — di testa o di pancia fa lo stesso — ha incrinato l’uni—
tà e la forza della denuncia. Peraltro le manifestazioni, le
parole d’ordine, il ricatto sul voto (chi non ha proposte
per noi non lo si vota) non bastano.
Resta il grande dilemma delle proposte politiche delle don-
ne: chi le raccoglie, se governi e partiti non vogliono ro-
vesciare le priorità dei governi e, se vuoi entrare, ti chie—
dono di accettare il modello unico? Mario Monti ha det-
to fin dal primo giorno che le donne sono “una risorsaâ€
(parola da noi poco amata, ma lasciamo perdere), men—
tre la sinistra racconta che, secondo l’Istat, l’ingresso di
più donne nel lavoro alza il Pil ma, pur in condizioni di
bisogno estremo di consen—
so elettorale, non emette se-
gnali per ottenere la fiducia
femminile. Perché non sia—
mo noi, donne del femmi-
nismo e dello Snoq (cioè
noi della vita quotidiana) a
proporre quello che da ven-
t’anni chiedono le econo-
\ miste femministe, vale a dire
di riformare la sostanza del
Prodotto interno lordo?
Le brave ragazze conoscono
la storia di Aung San Suu Kyi o di Levi Montalcini e del-
le Nobel africane; ma sono poche.
La maggioranza non sa molto di loro, ma soprattutto igno—
ra come sentirne il valore come qualcosa di proprio. Ba-
sterebbe guardarsi attorno: vogliamo parlare di esempi vi-
cini che rendono simbolici i riconoscimenti delle poche
che ricevono il riconoscimento della fama? Leda Co-
lombini era entrata nei Gruppi di difesa della donna a quat-
tordici anni, poi nell’UDI, esponente della Federbraccianti,
parlamentare: è morta a 82 anni sulla soglia del carcere
in cui prestava volontariato da anni.
La sua ultima impresa: il riconoscimento giuridico degli
arresti domiciliari per le donne in carcere con i bimbi pic-
coli. Chi prende il testimone? I
AI MARGINI
diAllda Castelli
I MARZIANI
E QUELLI
SENZA MEMORIA
entre scrivo il Governo Monti è insediato da
poco e chi ci ha governato con supponenza, ar-
roganza, ed ignoranza, già si “chiama fuori": in
tv due ex ministri (Maroni e Gelmini) sembravano tor-
nati da un soggiorno su Marte. Oppure erano colti da
una strana forma di amnesia.
Ma di marziani smemorati ne vedo molti altri: fino a po-
chi giorni fa, tutti fanatici dello spread e degli andamenti
della borsa, dopo pochi giorni di quasi ritorno (?) alla
normalità , di nuovo tutti intenti a pensare ad altro.
C’è poco da ridere. Quello che voglio dire è che un mini-
mo di memoria, non dico storica, ma semplice memoria
dei fatti recenti dobbiamo continuare ad esercitarla.
Voglio essere positiva? Forse sì. E, non è che con que-
sta manovra non pagherò prezzi pesanti, |i stavo già pa-
gando, peraltro. Ma voglio poter distinguere i prezzi pa-
gati per un vero risanamento, da quelli che comunque
abbiamo pagato per continuare ad essere ciò che sia-
mo stati fino a qui.
E non mi accontento di poco. Mi accontento di vedere
persone che, almeno, spiegando i tagli parlano in ita-
liano e Io fanno capendo quello che dicono e dimo-
strando sofferenza.
Mi accontento perché le poche donne, troppo poche, nel-
la compagine governativa sono persone che non han-
no un 'tacco dodici', ma di sicuro un cervello che fun-
ziona (preciso, naturalmente, che i| tacco non si oppo-
ne al cervello, come hanno voluto farci credere, ma solo
che tra le precedenti spesso c'era solo il tacco, e non
per colpa loro).
Insomma che dire, forse me ne pentirò, ma se devo fare
sacrifici (e ne farò e ne faremo) preferisco che a chie-
dermeli sia gente per bene.
E vorrei che i signori giornalisti facessero una cura di
fosforo..soprattutto quelli come Maurizio Belpietro. E
vorrei anche che chi chiama in televisione i ministri del
precedente Governo non fosse così succube da finge-
re che erano tutti su Marte fino a pochi giorni fa.
noidonne | gennaio | 2012
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