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Numero 6 del 1944

Le donne hanno diritto al voto


Foto: Le donne hanno diritto al voto
PAGINA 7
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Testi pagina 7

u NOI DONNE





In barba



'lit-ttppo cunli pt'iat'tttu’tn'i_'musi

Sono le due del mattino: anche questa
volta i ragazzi sono usciti armati tl,‘ ricoltelln
e forbici, con. un sorriso incoraggiante sulla
labbra e un allegro ” Torniamo subito ”. La
madre sa ciò che significa quel SUBITO S'
uni/tea due, tre, quattro ore di attesa tur-
tnentosa, ininterrotta, con, i nervi tesi all'e-
strema, pronti ad afferrare ogni rntnarc estra
neo nella notte: ogni colpo è una spara tlt
retto ai ragazzi, ogni passa è una partnglia
Iedesca. t tedeschi! Oggi, hanno scurazzalo
per tutta la campagna per riparata pali e so-
stituire fili telefonici che vengono asparttttt
da oltre un mere; sistematicamente. ugni na!‘
te. Intensiיִcano la soruchanztt.’

I’urchè non trovino, laggiù, nella casetta
della valle, quegli altri ragazzi, Bisognerà
petuare anche tt loro. quand‘o la veglia tor-
mentoxtt darà luogo alle pnchc ore di tregua
tlclla giornata E‘ tIi/ficlu nutrire cinque ra-
gttzzoni ai quali I‘uzt‘o forza'n sembra aver fal'
lo crescere l’appclilo. Per fortuna dagli arn-
'mttssi di rovine, dalle anguscic comuni, dalla
lame comune sgorga p.t‘t che mai lo spirito di
xolt'tlariett‘t umana. Ogni tlmnm è pranta a to-









Aiut’iamo << Noi Donne >>

Care lettrici.

" Noi Donne " ha bisogna del vostro aiuta.
La nostra rivista deve migliorare assai, devo
diventare più bella, a‘cce rispondere meglio
agli interessi di tutte coi, ma per questo tuttc
le donne, giovani e anziane deltbana dare il
loro contributo. i

E allora. tutte cui, sottoscrivere per " Noi
Donne ", [ate sottoscrivere le amiche, orga-
nizzate feste a fattore di " Noi Donne ”, atte
vuole abbonamenti, a‘if/ondete In ri ista, cura
le gli incassi regolari.

Lcuric: operaie, (li/fondere ” Noi Donne "
nella vostra fabbrica; ragazze, fate conoscere
la rivista alle compagne di scuola u di un‘Ivl'Ì"
sitù; mammina, "leggete e inc‘ ara Lttle le vu-
stre amiche a leggere la riv 'tt: della donna
italiane. Tutte insieme, salidali, potrete far si
che la vostra rutisnt diventi la più balla. la
più vicina a tutte le (10717194

Iniziamo così la campagna per la dl)fllsiont'
di " Noi Donne", per le sottoscrizioni c gli
abbonamenti a favore della rit îlll.

Sarà una campagna ili emulazione tra lt: t'a-
rie città, tra le Ùarie pruvt'ncie liberato. luca
giunge la nostra rivista. Ogni mese pubbliche-
remo poi l’indicazione della città 041 i nomi
di quelle donne ('lte avrannn Int-nratn meglio.

Avanti. a buon'lauoral



ai tedeschi. . , 3

altere qualche (50X11 ai suai figli pcr tlarln n
quegli altri יִgli, metnortn nella sua st-nsihf—
littì materna. (i’l— quelle poi-ara st‘uttoaclltlu .-..n.
tlri, che altra oceano, Itttttnt) il cuore lacgtu.
nella casetta della vallo.

l tedeschi saluta della frequenti Iuglte tlt'
prigionieri angloatnericani dal vicino campa
tl; concentramento, sospettano l‘niutu tllllo la.
r0 dalla popolaziune. tnn non possano, parla—
strare tutta la campagna: oppnt' il nastontlfgllu
è buona. Le ragazze passant: uri (“Nasi/l.“ E’
naturale in una campagna rom pnpnlala t :il0
s/ollamanto delle cilllt. Essa axàulvuìta il la:
m Campi/t) con tanta nlivgrin 1' tanto corttg'
gio che se ttt Iacasxi lltl'n o. crvttre che (”,t’l'tb
n’a un riso/rio mortale ,‘À l'.tÌer0lÌl)PIO in [tccivt
Eppure sanno il pericolo che corrono. Ogni
rolla che incontrano un Ictlart-tt. il lata cuore
lmtte più forte e le labbra complotto un grilll'
tlc sforza per xurritlera. Eppure bisogna farla
a farlo bene: un sorrisol anche se costa mol-
ta. fatto a quella gentagla che non è abita rn
a sv’li (li simpall'a, può talvolta salvare la si»
tua orta. E poi, che importa il rischio? I un—
que ragazzi hanno bisogno di acqua. (li cibo.
(li capcrttn di qtlnlt‘lte ,ndumento t'lle sosti-













utiica le loro stracciato divise, di qualche
[matta notizia del monrlo cstcrno_ della patria.
t'ha li aiuti a tirare avanti יִno alla liberazione.
E allora. un sorriso incoraggiante, un allegro
" 'l'oruianm subito " e xi parte. Che impartu
xv piot'a. sa fa freddo, se tlttl ciclo cominciano
tu.‘ tulini mman‘ ili aeroplani e p'tllug’ÎC lt"
{lese/u: circulano nollc vicinanze? Anche l‘in—
verno passerà.
Maria Lizzadri - Roma



lìhe itnpurln su pinva









TICCHETTIO

Nasce con l‘attitudine al lavoro, un L'uto-
ru l'alto di trame sottili, impulpnbilì, evane-
scenu. . >

E’ una bimba, una giovane la, una murìtulu
che, dalla mattina-pus“). con la sua capra
(scanneun di legno a forma di corna) sulla
quale poggia il suo tozzo tombolo (pallone
nel gergo paesanoV oviÃŒem succo cilindrico di
'tofl'a riempito di paglia pressata), scende nel
vicolo e siede presso il portone della sua tra I
e comincia il suo lavorov ì

l luselli. lucenti che pniuno di legno bru‘
nilo, tanto le dita li hanno lustrati, si rin»
corrono, cozzano, si allontanano si riunisco—



' no in un ticrhetuo cinguetlame come il gor-

glleggio d’un canarino, g la tl'ulna di יִlo 0- di
aelfl si Manda in mille valute, in יִori t'H‘CO'
litri. in margherite, rasa e luglio (l'edera ed
il merletto יִorisce come una spuma iritlescenv
lei mentre gli spilli fornunu Inuu punti lu-
minosi sul disegno urtlilo. יִorisce il merlet-
to e nel cuore canta l'amore. Il lavoro elegan—
te i: accompagnato dalla \'0(‘e, argentina Chl'
tl0.'..r all’aria «(I al sole le sut: più balle ran-
zoni.

«Oi Mari, ai Mar-ì, quando xuonuc aggiri
parlo {te ttc n oppure: «l‘amore mio alt!
lutttano assale. la luntananzu pogne quisle Cl!
ra... )) ed .' fasulli, che glum‘nuo n rimpinllìllu
r. l'anno sempre ( l' . tic, avuto pagiranu.
nru in sordina ed o a suono aperto, In me
lodiu napnlemna oppure paesnn













E p' ano le orta Verso IIÃŒC.I.Ogl0l'Il0 la
modellata eia il lavoro per nmngiure un

boccone e poi
lo alle presi: 1

. llfltlî'po prewu il suo lombo.
n I attui l'u>clli.



eera, Lux inni tombolo e t-apra, la lavora»
ll'ìt'c N.10, in una pt'r .m mm il tm le tu-
















blllal'lî ai wlloi uomini rln- [umano tl.|| campi
t alla: nlli ne.

E in. qualt'hc rno u mcrlrlto impuipn
bile, ltìunt'o con l'l non: tanto l‘llu st‘mbra
la» no non tlul numi tli una tlnllnn, ma tlxt
tua 'lliut: ll'tlt'l'hllll, 2- lìniltr.

tìtt n “mitra" ,um "le “mm”. “tu in
dm! ulu bello t'ntlntn



., Quanto ma “al 'mu u Amo
nu‘ pur quvnta ìntp; alle .tulvttlnu j,“
irtcggianlo che ouerà la manu di un), pr-n'n





\ . , .
muta gentile dama. di una rive
borghese, di una del, iosa diva?
La lavoratrice tncrletlaia d’Isernin ha ima.
atn per il suo lavoro, pel quale impiega
Quattro o cinque giorni. dalle 10 alle 50 lire

E l’industriale vende questo gioiello di l
ne ed arislorralit‘a arte, 300 lire ed anche più,
guadagnando milioni s—nl lavoro di questa no-

stre fanciulle. di queste notl'c donne labor
riuse ed aut-ste. di qneata lurza femminile rln-



jmlrrillumum









La tuut'lulluin tl'lsut'ut’u



t dalla «In nmgniיִtut urta un llltlilullàrlllld
guadagno. ulculrc t'tlnll'iltui-t't- alla formazio-
m- .Iì lnrtnnu volo—'511“ di ”a smnn. t'lle
the ml uu'rtlt i0 tIltru







Ala ti...» t. quando a0.

t‘IariA Formiclnlll Manico“
Isernia. settcittbi'c del ’44.
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