Numero 5 del 2007
Happy new family
Testi pagina 6
maggio 2007 noidonne6
"Credo che la chiesa italiana debbadire cose che la gente capisce, non
tanto come un comando ricevuto dal-
l'alto, al quale bisogna obbedire perché
si è comandati. Ma cose che si capisco-
no perché hanno una ragione, un senso.
Prego molto per questo". Le parole re-
centi del cardinal Martini a Gerusalem-
me mostrano che è possibile non torna-
re al Sillabo e alle scomuniche: anche i
cattolici hanno i loro talebani, che si so-
no messi in moto con le manifestazioni
di piazza strumentalizzabili da certa
destra, così come hanno le loro angosce
di fronte alle incognite del futuro. Dice-
va Marco d'Eramo su un numero del
Manifesto di marzo che Benedetto XVI
sarà ricordato dalla storia come il "pa-
pa disperato". Non è un gran compli-
mento per un uomo di Dio, ma corri-
sponde agli interventi che fa. Verrebbe
voglia di non perdere neppure tempo a
leggere le pagine dedicate al Vaticano,
se non fosse vero che proprio la risonan-
za mediatica produce effetti dannosi
sulla gente - a partire dalle persone che,
per essere non-credenti, sottovalutano o
mal comprendono l'importanza dei pro-
blemi "religiosi" - in tempi di transizione
che, sempre, hanno prodotto confusione
e ricerca di conforto nel sacro (che è ca-
tegoria antropologica che non va confu-
sa con la religione e tanto meno con la
fede). Le difficoltà di oggi sono in gran
parte dovute alla nostra formazione,
scolastica e mediatica, che fa del sape-
re un accumulo di nozioni: l'esito del re-
ferendum sulla fecondazione assistita
non ha dato ragione al cardinal Ruini,
ma è stato colto l'invito a non andare a
votare "perché è materia difficile da ca-
pire", "perché non mi riguarda". Oggi
non è possibile usare il telefonino e non
studiarsi due pagine sulla legittimità di
un diritto che non obbliga l'intera col-
lettività nazionale. Occorre che stiano
in guardia soprattutto le donne, perché
la scienza avanza problemi ben più ar-
dui, che riguardano la società a partire
da noi.
Anche il Papa li conosce, tanto è ve-
ro che nella Via Crucis di quest'anno so-
no state dette parole di "femminismo",
volte a riconciliarci con una chiesa che
resta maschile, pur attribuendo agli uo-
mini la condanna di Gesù. Tuttavia,
non si dispone ad affrontarli con corag-
gio: potrà disorientare ancora di più e
portare allo scontro con la libertà della
ricerca scientifica in nome di un'etica
che, prima di essere accolta, va argo-
mentata. Tentiamo qualche anticipazio-
ne. Da almeno vent'anni gli scienziati
cercano di trovare modi alternativi per
la riproduzione. Il sogno - dobbiamo de-
finirlo "maschile"?- sarebbe che gli indi-
vidui depositassero ovuli e sperma nelle
"banche del freddo", richiedessero la for-
mazione di un embrione quando le (o
la) persone lo desiderassero e ripassas-
sero dopo nove mesi a ritirare
un pargoletto cresciuto in un
utero artificiale. E' una cosa che
fa paura? penso di sì, ma non si
tratta di dire "mi piace, non mi
piace", ma di ragionarci su
tempestivamente e argomen-
tando, per prevenire eventuali
danni. Oggi la donna è ancora
portata a pensare che la scien-
za non riuscirà mai a rendere
inutile il suo grembo, ma vale
anche il progetto di chi crede di
liberarci di una fatica.
Intanto Blair ha autorizzato
le clonazioni: è bene, è male,
quali sono i limiti e i vincoli? In
molti paesi europei si conserva-
no le staminali per fare ripara-
zioni quando il corpo si rompe.
Nel nostro no, perché la Chiesa
cattolica teme che si usino gli
embrioni e gli embrioni, si sa,
vengono prima della donna che
li accoglie nel grembo. Le bio-
tecnologie, in pochi decenni, si sono svi-
luppate e procedono di gran carriera
nella ricerca e sono pronte a fornirci
supporti sotto pelle che aprano la porta
di casa o che ci rendano controllabili da
parte del padrone o dello stato. Ambi-
valenze di un futuro si fa sempre più
complesso: non ci salverà la bioetica,
che nel nostro paese di fatto ospita l'eti-
ca confessionale.
Questi problemi fanno paura a un
Papa che sa di vivere in un mondo se-
colarizzato, in cui i cattolici che vanno
L’obbedienza non è una virtù
La chiesa e le donne
Giancarla Codrignani
Manet,
Vaso di peonie su un
piedistallo, 1864
Manet,
La lettura,
1865 - 1873