Numero 3 del 2007
Mimosa e non solo
Testi pagina 6
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Anche sul tema delle droghe i teodemsono riusciti non solo a creare l'en-
nesimo diverbio all'interno del centrosi-
nistra, ma addirittura all'interno dei DS
dove c'è stata una brutta frattura fra le
onorevoli Serafini e Turco, rappresen-
tante quest'ultima di quei cattolici
"adulti" devoti in chiesa ma inaffidabili
in politica. Grave questa diatriba "fra
dame" soprattutto perché, essendo l'eti-
ca del Vaticano praticamente ristretta
ai temi che toccano la morale
sessuale e la famiglia, dunque
soprattutto le donne, solo una
solida cultura laica può difen-
dere le donne da leggi che, pro-
clamando alti principi e valori
non negoziabili, di fatto negano
l'autodeterminazione femmini-
le. E invece ormai quasi tutto il
mondo politico italiano aderi-
sce al concetto di "sana" laicità
evocato da Papa Ratzinger: la
Binetti, membro dell' Opus Dei e
di Scienza e Vita, milita nel par-
tito di Rutelli, che, quando ne
era sindaco, ritirò il patrocinio
della città di Roma al Gay Pri-
de, a proposito del quale Ama-
to disse: "la manifestazione è
inopportuna, ma purtroppo in
Italia c'è la Costituzione". Ma la
carica di sindaco deve essere fa-
tale se Veltroni, che a suo tempo
ha marciato con gli omosessua-
li, oggi vieta al V Municipio ro-
mano di aprire il registro delle
unioni civili.
Oggi infatti, in un clima di
generale condiscendenza e ar-
rendevolezza, le gerarchie vati-
cane si esprimono su ogni questione,
compreso il caso Fazio, che non era cer-
to un tema eticamente sensibile, ma toc-
cava i rapporti di forza dentro un mon-
do bancario poco trasparente e poco af-
fidabile. E ormai, dopo lo spoil system
del governo Berlusconi, l'immaginario
collettivo degli italiani viene quotidia-
namente suggestionato dai programmi
di una Tv cortigiana, allineata e servile.
Oltre alla spettacolarizzazione dei
miracoli e delle apparizioni nelle reti
Mediaset, i salotti, anche quelli della
Rai, ospitano sempre un sacerdote, così
da indurre nel pubblico l'idea che solo
gli uomini di chiesa abbiano l'autorevo-
lezza per dettare i fondamenti della leg-
ge morale. Ma togliere valore morale al-
le concezioni dei cittadini che non fan-
no discendere i loro principi dalla reli-
gione rappresenta una ferita alla demo-
crazia e al principio d'uguaglianza, e
spinge la cultura italiana verso quelle
posizioni arretrate che aspirano a tra-
sferire le norme religiose sul piano del
diritto. Come accade in molte parti del
mondo, ma non in Europa la cui storia
sanguinosa testimonia lo sforzo secola-
re per la conquista della libertà di pen-
siero, a cominciare dalla libertà di reli-
gione. Una delle ragioni che spiegano la
regressione culturale italiana, sta nella
infelice conclusione dello scontro ven-
tennale fra le due anime della Chiesa,
disaccordo di cui sono testimonianza le
parole del documento presentato al
Convegno di Loreto, 1985, da un grup-
po di 30 laici e religiosi: "Affiora una vi-
sione manichea della realtà: tutti i mali
vengono dal laicismo, dal secolarismo,
dal comunismo.
La Chiesa manifesta un indebito sen-
so del possesso e della totalità, con la
presunzione di monopolizzare i valori
etici e religiosi". Ma fu proprio in quel
convegno che Wojtyla , chiuso nel mo-
dello provinciale della sua esperienza
polacca, impresse alla chiesa una dire-
zione contraria a quella auspicata dal
cardinal Martini: limitazione dell'auto-
nomia dei soggetti temporali, guida dal-
l'alto e centralizzata della Chie-
sa. Col sostegno di Ruini (Cei) e
poi di Ratzinger (Congregazio-
ne della dottrina della fede).
Tutte e tre queste figure, pur co-
sì diverse, temevano l'avvento
di una nuova eresia: l'incontro
fra cattolici e sinistra; che infat-
ti ci fu e cui fu risposto pro-
muovendo una nuova identità
cattolica: movimentista, com-
battiva, non accomodante, co-
me Comunione e Liberazione e
l'Opus Dei.
Ma la Chiesa trionfante del
nuovo secolo ha pagato a caro
prezzo i frutti della campagna
per portare sotto il controllo
della gerarchia ecclesiastica le
diverse anime di una Chiesa
spesso divisa e in crisi, ma co-
munque viva e dialogante: l'Av-
venire di Bobba non ospita più
le voci di Scoppola e dei pacifi-
sti, ma le lettere di protesta di
fronte al caso Welby dimostra-
no lo scollamento fra i palazzi
vaticani e il sentire di "chi sta in
basso". Perché Roma non è la
Chiesa e un certo spirito cristia-
no continua a scorrere per vie carsiche,
e quindi talora riemerge chiedendo ai
principi della Chiesa non parole di alta
dottrina, ma la comprensione e il con-
tatto con le persone che vivono la soffe-
renza. E il fatto che Ruini abbia dovuto
pronunciarsi personalmente, motivando
la sua posizione, è un primo segno di
debolezza di quel "partito di Dio" che ha
dimenticato che l'Europa, di cui si riven-
dicano le radici cristiane, è quella stes-
sa che ormai da un pezzo ha detto no
all'alleanza fra trono e altare.
Se la regressione è culturale
Laicità
Stefania Friggeri
solo una solida cultura laica può difendere le donne da leggi
che, proclamando alti principi e valori non negoziabili, di fatto
negano l'autodeterminazione femminile
Fernand Léger, Tête de femme, 1953