Numero 6 del 2007
Bambini nel mondo sotto tutela
Testi pagina 6
giugno 2007 noidonne6
Non so se sia un'impressione solomia, ma continuo a restare perples-
sa quando constato che il comporta-
mento delle donne impegnate in politica
si allinea come se le differenze fossero
scomparse. In questo modo diventa
quasi ovvio che le giovani credano "neu-
tra" la cittadinanza.
La scelta dello "stare", con Fassino,
Mussi, Rutelli e compagni vari dovrebbe
venire formulato, per coerenza con poli-
tiche non neutre, "come donne". C'è un
giudizio femminile sulle dislocazioni del
centro-sinistra?
C'è, soprattutto una prospettiva di
genere nelle politiche presentate?
Oppure accettiamo per sempre che si
parli di noi in paragrafi aggiuntivi?
I politici sentono, e in qualche mo-
mento perfino dicono, che non c'è sal-
vezza senza le donne; ma restano del
tutto incapaci di fare spazio al pensiero
femminile, per non parlare delle "poltro-
ne" dalle quali i maschi faticano a
schiodarsi, ma alle quali noi si dovreb-
be accedere solo con la certezza di non
essere subalterne. Le relazioni dei segre-
tari di partito e dei dissidenti così come
i commenti dei giornalisti e dei politolo-
gi dimostrano che con la miglior volon-
tà gli uomini non riescono a pensare a
noi se non come a un pezzo del sociale
a cui indirizzare eventuali benefici: la
vecchia storia delle donne come i lavo-
ratori, i giovani, gli anziani.
Nei discorsi programmatici, nei ra-
gionamenti sociologici, nelle prassi or-
ganizzative possono perfino mettere al
primo posto le donne, senza che diven-
tino mai la metà di tutto. E' così che si
finisce per accettare le quote. E l'omolo-
gazione al modello unico delle politi-
che. Che le donne siano la metà di tut-
to, dall'asilo nido alla casa di riposo
dovrebbe essere evidente.
Eppure, si fa conto di ignorare che la
regola aurea della rappresentanza è
quella maggioritaria; e noi siamo, in
Italia, il 52% dell'elettorato, mentre la
rappresentanza massima, storicamente
è quella del 17% dell'attuale Camera
dei Deputati (se ci mettiamo il Senato si
abbassa).
Tutte le percentuali relative alle don-
ne sono sfasate. Sono di più a scuola, di
meno al lavoro.
Esistono le casalinghe, ma non i ca-
salinghi. Si abbandona il lavoro per de-
dicarsi ai figli, ma non è mai un uomo a
farlo. In compenso sono ancora più nu-
merosi i soldati delle soldate. E' ancora
verificabile che la compressione delle
potenzialità femminili danneggia l'inte-
ra società; ma per quanto tempo, se
avanzerà anche nel nostro territorio l'a-
deguamento a un sistema che rende in-
differenziato il meccanismo delle norme
e delle strutture?
Lo spreco del contributo culturale e
sociale delle donne è così grande che dà
meraviglia vedere che le donne stesse lo
accrescono, facendo il maternage alla
politica dei maschi e sostenendo il mo-
dello neutro.
Accettare che la salvezza della pa-
tria, della sinistra, del partito, del segre-
tario del partito venga prima degli inte-
ressi delle donne, significa che saremo
sempre cooptate sul principio della
maggior fedeltà agli obiettivi scelti da
un'entità politica maschile e, di conse-
guenza, costrette all'omologazione.
Le rivoluzionarie russe, che riponeva-
no la loro fiducia nei soviet, si sono tro-
vate la parità davanti al martello pneu-
Le in-differenze politiche
Donne e partiti
Giancarla Codrignani
Gauguin, La pensierosa, 1891