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Numero 12 del 2009

Femminsmo: parliamone


Foto: Femminsmo: parliamone
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Testi pagina 6

dicembre 2009 noidonne6
Dunque, un partito hafinalmente come pre-
sidente una donna. Per le
regionali del 2010
erano/sono stati messi in
circolazione alcuni (po-
chi) nomi di donne, e per-
fino una minacciata sfida
Bonino/Polverini, qualita-
tivamente senza confronto
in campo maschile.
Alle amiche del femmi-
nismo radicale o del post-
femminismo basta? Archi-
viamo Lonzi, Irigaray, Ci-
xous, Muraro, Cavarero,
se "la Bindi" significa "la
parità"?
Ovvio che tutte siamo
contente anche per le sod-
disfazioni formali e simbo-
liche e a Rosy va tutta la
nostra solidarietà. Forse,
però, non era questo il sen-
so delle centomila firme
raccolte per il "non sono a
sua disposizione", coeren-
te risposta bindiana alle
offese istituzionali (prove-
nivano dal Capo del Go-
verno!) subite dal genere
femminile intero. Ne è ri-
prova la lettera di Mariel-
la Gramaglia che un mese
fa suscitò qualche scalpo-
re per essere stata indiriz-
zata a Gianfranco Fini
non senza imbarazzo, ma
con "fiducia". Le richieste erano condivi-
sibili (la costituzione di un gruppo di
giuriste per l'ottica femminile nel legis-
lativo, l'attuazione delle pari opportuni-
tà elettorali, una scuola di formazione
politica per ragazze....), ma si suppone
che Mariella sperasse di essere seguita
da un tempestivo intervento "di genere"
da parte di Bersani nel suo discorso di
investitura.
Sempre meglio che in Cecenia, si di-
rà, dove Natalia Estemirova, prima di
essere uccisa, era stata convocata dal
capo di governo Kadyrov perché rifiuta-
va di indossare il velo (recente imposi-
zione governativa) nei ministeri e il pre-
sidente aveva così argomentato: poiché
i capelli scoperti lo eccitavano, lei, sen-
za velo, forse voleva eccitarlo, quindi
era una puttana e non una donna. Per
Berlusconi, invece, la donna che eccita
va fatta ministra: contrario e perciò
uguale a Kadyrov. Intanto non si sa nul-
la del Rwanda, dove per legge il Parla-
mento è per oltre il 40% "rosa", ma dove
le riforme dello stesso colore non debbo-
no avere fatto molta strada. In Europa,
d'altra parte, resta la contraddittoria
soddisfazione delle pur necessarie "quo-
te" da specie protetta.
Forse la situazione è ancora così am-
bigua nelle difficoltà da necessitare ul-
teriori approfondimenti. Perché, doman-
diamocelo, conosciamo sufficientemen-
te il substrato del contesto socio-politi-
co nel quale siamo totalmente immerse
e in cui viviamo bene o male come gli
uomini, ma che non è stato pensato e
formato dal nostro pensiero
o per il nostro interesse? La
lettera di Mariella a Fini ha
confermato che le donne
hanno interessi comuni e
non sono, né per natura né
per storia, di destra o di si-
nistra. Tuttavia resta pur
sempre vero che la storia
dell'emancipazione e della
libertà femminile ha avuto
orientamento progressista e
le femministe sono sempre
state o di sinistra o libere
pensatrici. Ma anche le rea-
zionarie che abitano diver-
se case politiche, se ne
prendono cura come del
"bene comune" anche per la
cittadinanza femminile,
mentre sostanzialmente re-
plicano il ruolo assistenzia-
le della struttura familiare.
Alla fine degli anni Set-
tanta (del secolo scorso) a
Bologna, dopo che io ero
stata candidata, nasceva
l'associazione femminista
"Orlando". Tutte, io per pri-
ma, eravamo d'accordo che
chi entrava nelle istituzioni
"maschili" non poteva asso-
ciarsi a gruppi femministi
ed è così che io non risulto
socia fondatrice, anche se
continuavo a frequentare in
totale amicizia. Con gli an-
ni la situazione è cambiata
e si è capito che, almeno per convenien-
za, le istituzioni erano interessanti. Tut-
tavia la presunzione di incompatibilità
era ingenuamente settaria, ma aveva un
suo senso. Infatti restava l'estraneità
anche se non si negava l'importanza di
presenze femminili che, assessore o par-
lamentari, veicolassero le proposte delle
donne e, soprattutto, sostenessero le ini-
ziative delle associazioni, ad alcune
delle quali Comuni, Regioni ed autorità
nazionali ed europee conferivano dele-
ghe per l'attuazione delle pari opportu-
nità e finanziamenti per progetti presen-
tati.
Ma, forse, non abbiamo misurato fi-
no in fondo le strutture e le ideologie più
o meno implicite che sottostanno alle
cariche e che non hanno reso "simpati-
Riforme, a misura di genere
Femminismi
Giancarla Codrignani
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