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Numero 8 del 2009

Ozio pigrizia tempo libero


Foto: Ozio pigrizia tempo libero
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Testi pagina 6

luglio/agosto 2009 noidonne6
Afine maggio ho partecipato a Trentoad un convegno organizzato per "ri-
leggere il Concilio di Trento" con il con-
tributo "di genere" del Coordinamento
delle teologhe italiane. Il titolo Si quis
dixerit... rappresentava una provoca-
zione, perché nel linguaggio clericale al
"se mai qualcuno dicesse..." seguiva im-
placabile l'anathema sit, la scomuni-
ca... Oggi tutto quello che pensano le
donne del loro rapporto con la vita, la
storia e la stessa religione sarebbe per la
Chiesa scomunicabile; tuttavia la sfida
resta sempre quella di capire non solo
come è nata la discriminazione del fem-
minile, ma come ne è stata storicamen-
te "benedetta" (e quindi generalizzata
anche per i laici) l'irrilevanza.
Le donne, ovviamente, a Trento non
c'erano, né erano neppure indirettamen-
te menzionabili, anche se i cardinali vie-
tarono ai genitori di costringere le figlie
a matrimoni non voluti. Senza conse-
guenze effettive, ma in teoria la Chiesa
- che sapeva delle ragazze attraverso le
lacrime del confessionale - liberava le
donne. Sempre in teoria. Solo pochi de-
cenni fa Papa Giovanni collocò tra i "se-
gni dei tempi" (insieme con l'emancipa-
zione dei popoli e della classe lavoratri-
ce) l'avanzata delle donne, ma oggi l'a-
mericana Glendon, ammessa in Conci-
lio a rappresentare le donne, si è sot-
tratta a un incontro con Obama per non
avere a che fare con un abortista.
Giovanni Paolo II rese omaggio al ge-
nio femminile e anche Benedetto XVI ha
espresso più volte il suo apprezzamento,
ribadendo con il suo predecessore che la
genialità va esercitata in famiglia, aiu-
to per l'uomo e per una società fondata
sul potere dei maschi e sulla famiglia-
ammortizzatore sociale. In teoria; in
realtà complimenti come il baciamano
alle dame.
Il far credere che le chiese sanno e
fanno il bene delle donne è, dunque, an-
cora un punto su cui conviene ragiona-
re, per domandarsi apertamente non so-
lo se è bene che la sacralità maschile
detti norme sempre più dominanti nella
società civile, ma anche se è bene per le
chiese che siano gli uomini a fissare re-
gole "universali". Infatti, a mano a ma-
no che le donne - con diritti propri o per
omologazione - ottengono riconosci-
mento paritario, tutte le istituzioni van-
no in momentanea crisi, per riprendere
forza imponendo gradualmente anche
alle donne il modello unico. Se immagi-
niamo che, quando la chiesa impoveri-
ta di clero maschile autorizzerà il sacer-
dozio femminile, le religiose assumeran-
no il ruolo di "questo" prete, sarà del tut-
to evidente il senso negativo dell'omolo-
gazione oggi abbastanza sperimentata
(e accolta da molte di noi) in ambito
politico e lavorativo.
"Libertà femminile versus autorità
clericale" è un bel rebus. Infatti, finito il
tempo in cui l'uomo ignorava la sua
parte nella riproduzione ed era indotto
a vedere la divinità nel femminile fecon-
do, è incominciata la storia di "dio", no-
me sempre maschile, in cui l'uomo rico-
nosce la propria immagine e si fa divi-
no. Anche oggi si nomina dio, per affer-
marlo, per negarlo, per usarlo a fini po-
litici; ma nessuno si domanda di che
"genere" sia e, anche quando lo collo-
chiamo nel "neutro", quel neutro equiva-
le al maschile. Infatti anche l'ateo si sen-
te dio e comanda, con tanti saluti alle
proclamazioni di laicità.
In genere tutte le religioni - orientali,
africane, animiste, politeiste, monotei-
ste - hanno dato più o meno grande ri-
lievo a figure femminili; ma difficilmen-
te hanno dato loro poteri sovrani, tran-
ne quelli, forse i più grandi ma assolu-
tamente astratti, della vita, della morte
e, spesso, del male. Si comprende che
per le donne "la" questione è il significa-
to del potere.
Il contesto attuale - in cui neppure i
cattolici praticanti si accorgono di esse-
re pagani - è chiamato cristiano: chi ha
letto i Vangeli sa che anche il terzo mil-
lennio "dopo Cristo" è ben lontano dal
potersi definire tale. Le stesse autorità
vaticane fanno ancora prevalere la leg-
ge, non la profezia: menzionano poco il
Vangelo, interferiscono strumentalmen-
te con le libertà delle istituzioni civili e
dividono gli umani come se dio non fos-
se uno solo per tutte le fedi.
Ma non è cristiano tenere nell'irrile-
vanza le donne, se è vero che Gesù in-
terpella gli uomini davanti all'adultera,
risana la donna che soffre di perdite,
(reietta perché donna e perché maligno
è il sangue femminile e ancora, per cre-
denza popolare, la mestruata inaridisce
le piante) e sostiene le ragioni di Maria
intellettuale rispetto alla casalinga
Marta.
Un dotto amico che si occupa di teo-
logia, Piero Stefani, ricorda l'aneddoto
sulla figlia di Maometto che mandò a
chiamare il padre perché il suo bambino
era morente. Il profeta le fece rispondere
che Dio dà e Dio toglie: sopportasse la
sventura e si acquistasse così dei meriti.
Il potere più escludente
Monoteismo patriarcale
Giancarla Codrignani
Chiostro di Monreale (Palermo), dettaglio di un capitello
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