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Numero 5 del 2009

La nuova Europa


Foto: La nuova Europa
PAGINA 6

Testi pagina 6

maggio 2009 noidonne6
Ci sono terremoti metaforici e terre-moti terribilmente reali. In Italia sia-
mo soggetti ad entrambi e sembra che
siamo bravi ad incassare sia gli uni che
gli altri.
Il dolore. Il dolore dei morti, delle ca-
se distrutte, delle conseguenze. I tele-
giornali riescono a farlo crescere, come
cresce il senso dell'impotenza di fronte a
disastri che sembrano ineluttabili. Terre-
moti, tsunami, incendi, straripamenti,
gelo, siccità si impongono da sé, li sub-
isci, ti ci arrendi. Puoi pregare Dio se ci
credi o trovare una ragione per non cre-
derci: è la crudeltà della natura. Ma le
domande idiote o per lo meno abusate e
inutili dei cronisti che piazzano i micro-
foni davanti a vittime che
di tutto hanno voglia fuor
che di rispondere a scioc-
chezze hanno aumentato
in chi ascoltava da lonta-
no il senso di impotenza
che genera quasi sempre in-
differenza, anche se abbia-
mo sofferto tanto e conti-
nuato il pranzo guardando
il telegiornale.
Tutti, uomini e donne,
vittime di un male non mi-
nore della scossa tellurica,
la solidarietà ridotta -
escludiamo il caso dei ge-
nerosi che sono volati sul
posto ancor prima dei gior-
nalisti - a scattino del cel-
lulare per versare
due euro liberatori a
favore delle vittime.
Invece il terremo-
to, questo che ha de-
vastato l'Abruzzo,
ci interpella in bel
altro modo. Nel do-
lore e nella solida-
rietà. Non si soffre
se non si pensa e
non si è solidali se
non si fa qualcosa.
Forse siamo troppo
esigenti: dobbiamo
riconoscere che non
siamo onnipotenti...
Ma non è solo que-
stione di introiettare
il senso del limite
(che sarebbe già
molto) per far funzionare le giuste rea-
zioni positive, almeno per quanti non
sono già a contatto diretto con la soffe-
renza. E' necessario mantenere il con-
trollo sulle situazioni e non lasciarsi an-
dare acriticamente dietro le proposte di
soccorso diversamente orientate.
Dicono che bisogna individuare fin
d'ora un canale, una grande associazio-
ne seria (?) nel tentativo di evitare i fur-
bi, e destinare a quel collettore tutti gli
aiuti. Basta trovarla, D'altra parte non
sì può essere solo spettatori. Ognuno è
chiamato a far la propria parte. Anche
accogliendo l'invito della CEI che, dopo
aver stanziato 3 milioni di euro, ha in-
detto "una colletta nazionale, da tener-
si in tutte le chiese italiane il 19 aprile
2009, domenica in albis, come segno di
solidarietà e di partecipazione di tutti i
credenti ai bisogni materiali della gente
abruzzese". Ma, sentendo le varie cifre
di offerte, collette, autotassazioni ecc.
come non pensare a un'altra cifra: quel-
la dei 14 miliardi che l'Italia dovrebbe
spendere da qui al 2026 per gli aerei da
guerra F 35?" Sono le parole di don Re-
nato Sacco, un prete di Pax Christi, che
ci ricordava - ma chi ne era informato?-
che il Parlamento è chiamato a espri-
mersi su uno stanziamento di 14 miliar-
di di Euro per un aereo da guerra che
non serve per combattere il terrorismo e
neppure per difendere i confini.
Com'è che gli Stati Uniti non possono
più permettersi di comprare l'elicottero
presidenziale US101 (perché da 6 mi-
liardi è arrivato a 13 miliardi di dollari
e "il costo appariva troppo alto per il
contribuente americano") e, quindi,
hanno rescisso il contratto con l'italiana
Finmeccanica, pagando regolare pena-
le? In Italia abbiamo la crisi e allora po-
trebbe essere davvero l'occasione per
tutti, maggioranza e opposizione, per
dire: "Scusate, su questa spesa così alta
ci fermiamo, ci pensiamo su". Non sa-
rebbe visto come cedimento a un 'pacifi-
smo a senso unico', ma un gesto di buon
senso.. di non spreco. E poi questi aerei,
una volta in funzione avrebbero come
scopo colpire gli obiettivi e ridurli come
le case che abbiamo visto a Onna e L'A-
quila. Un cumulo di macerie. Perchè
non lasciare prevalere questo ri-pensa-
mento?.... Viene in mente
Raoul Follereau, l'amico
dei lebbrosi, che nel 1954
scrisse ai capi delle due
grandi potenze: USA e
URSS: "Datemi un aereo,
ciascuno di voi un aereo,
uno dei vostri aerei da
bombardamento. Perché
col costo di questi due ve-
livoli di morte, si potrebbe-
ro risanare tutti i lebbrosi
del mondo... Non credete
che sia questa una bella
occasione 'per fare qualche
cosa?' Due bombardieri! E
si avrebbero tutte le medi-
cine necessarie per guarir-
li! Il problema non ne sa-
Terremoti e occasioni perdute
L’Aquila, il sisma
Giancarla Codrignani
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