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Numero 6 del 2012

Un fiore per Melissa


Foto: Un fiore per Melissa
PAGINA 6

Testi pagina 6

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< Che succede, dico a noi

in quanto dorme?

Le regole non sono femminili e le donne al potere stanno dentro alle paratie. Da brave soldatine

entre tutti i paesi sono dentro una si—
tuazione disastrata, il nostro “è” un di-
sastro. Bisognerebbe parlarne, perché
anche alle donne capita di seguire l’on—
da di chi condanna e non propone: pur-
troppo gli anni berlusconiani sono stati troppi e gli italia-
ni, ancora sudditi più che
cittadini, rischiano quello
che caritatevolmente dicia-
mo ancora populismo, ma è
già fascismo.
Tuttavia, proprio perché
potremmo tornare a far par—
te della cittadinanza neutra
e a sentirci “come gli uo-
mini”, continuiamo il di—
scorso sul mondo violento a
partire dalla violenza che il
mondo fa alle donne.
Anche questo 25 aprile “in
quanto donne” avevamo
bene o male celebrato la
quota di resistenza che ci
spetta. Si è continuato a
dire che abbiamo “contri—
buito”, alla lotta di liberazione, “fatta”, evidentemente, solo
dai maschi, che erano davvero partigiani e non semplici
“staffette”. Le nostre martiri hanno subito sevizie che com—
prendevano lo stupro e risultano essere state ben più nu-
merose delle medaglie che dovrebbero avere ricevuto. Per
fortuna a noi lo scarto non dà pensiero, perché crediamo
che le medaglie non compensano nulla a nessuno.
Per il 1° maggio siamo state in piazza come lavoratrici. Non
tutti i sindacati e non ovunque si è gridato che il reddito
delle donne è tornato inesorabilmente ad essere il reddi-
to della famiglia e la famiglia ad essere l’ammortizzatore so-

È noidonne | giugno | 2012



di Giancarla Codrignani

ciale che, prevalentemente a carico delle donne, si accol—
la educazione, assistenza, faccende, servizi sempre più ri-
dotti. Si è allargato il divario sociale e non solo nell’occu-
pazione, ma soprattutto nella sottoccupazione e tra i la—
voratori inattivi: le donne tornano a fare parte della di-
scriminazione insieme con gli stranieri, i giovani, i non-au-
tosufficienti, metà dei qua—
li sono (lo diciamo da più di
una vita...) donne. Faremo
mica conto di niente?

“Se non ora quando”, fi-
nalmente, con un appello
forte ha fatto scattare sui
quotidiani lo sdegno gene-
rale dopo una serie di ucci-
sioni di donne già più grave
di quella del 2011 (che re-
gistrò due donne uccise ogni
tre giorni, senza contare
quelle rimaste ignote). L’ap-
pello contro l’inquietante
fenomeno dei maschi che
ammazzano le donne che
amano o con cui hanno una
relazione a loro avviso “pro—
prietaria” ha scosso anche il mondo del neutro, a partire
da Saviano. Tutti hanno chiesto al governo una legge con-
tro il femminicidio. Forse dovremmo avere il coraggio di
una nostra proposta di iniziativa popolare, non perché sia
realmente efficace questo tipo di manifestazione istituzio-
nale, ma per mantenere accesa l’attenzione e organizzare
raccolte da Merano a Trapani. Contiamo sul precedente del
Parlamento argentino che il 20 marzo scorso ha approva-
to — senza voti contrari — una legge contro il femminicidio,
il reato che - pensiamoci seriamente - insidia alla radice la
pace sociale di tutti i paesi.

8 marzo 2012, Cambio della Guarda al Quirinale. Foto di Tiziana Bartolini
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