Numero 1 del 2016
L'utero è mio e....? Maternità surrogata
Testi pagina 6
4 Gennaio-Febbraio 2016
CAMBIARE
IL MONDO
NONOSTANTE
TUTTO
Il 2015 si è presentato proiettando sul nuovo anno le conse-guenze di tre eventi, destinati a condizionare ancora a lun-go non solo noi italiani: l’attentato del 13 novembre a Parigi,
la Conferenza sul clima fi nita l’11 dicembre, la minaccia di
Marine Le Pen sulle amministrative francesi. Anche volendo,
noi, donne di buonissima volontà ma piene di problemi (an-
che “Noi Donne” sta sempre più in crisi), non potremo dimen-
ticarcene. Anche perché sono tutti segnali di trasformazioni
del mondo in cui la cultura femminile - ancora politicamente
poco riconosciuta - deve potersi manifestare prima che fatti
“imprevedibili” ci cadano addosso come folgori improvvise.
Pazienza i cittadini normali; ma i governi, le istituzioni interna-
zionali, i partiti politici dovevano capire che la sicurezza era
in pericolo almeno dal 2001, quando sono state abbattute le
“torri gemelle”. Contro il fanatismo islamista che ha massa-
crato 129 francesi, Hollande ha fatto subito partire i Rafale
a bombardare Raqqa: senza consultare il Parlamento e gli
altri governi europei, e senza una strategia adatte a forme di
guerra totalmente inedite. Sull’ambiente l’allarme rosso era
scattato alla Conferenza di Kyoto del 1997: purtroppo siamo
ancora fermi alla favola di chi sente gridare al lupo e aspetta
che il lupo arrivi. Le modifi cazioni ambientali reclamano ur-
genti soluzioni unitarie, dato che il clima non si adegua alle
frontiere; ma l’Europa non ha unità politica. Così anche la
nuova Conferenza mondiale ha deliberato risoluzioni che non
vincolano le scelte nazionali.Le elezioni francesi sono “andate
bene” e il Front national ha perso. Le vicende viste da lontano
si leggono meglio: si è constatato che la sinistra ha perso così
tanto consenso da essere stata esclusa dal ballottaggio, aver
dovuto ritirare i propri candidati ed essersi ridotta a chiede-
re al proprio elettorato di votare Sarkozy (come se da noi si
dovesse votare Berlusconi). Memorizziamo la lezione: si vota
secondo regole che sono democratiche anche se non piac-
ciono, non si votano principi non negoziabili e non ci si astie-
ne, anche se la sofferenza, la rabbia o l’ignoranza inducono a
reazioni autolesioniste.
Essere responsabili non signifi ca rassegnarsi. Se Tony Blair
ha chiesto scusa per aver imbrogliato il popolo per segui-
re Bush contro l’Iraq petrolifero con la scusa di “portargli la
democrazia”, non possiamo più cedere a nessuna voglia di
guerra. Cercando di capire il terrorismo, ricordiamo che an-
che le brigate rosse credevano di dovere abbattere uno Stato
che gli faceva schifo. Oggi altri, di altre culture, purtroppo fon-
damentaliste, si sentono giustifi cati se vogliono distruggere
un sistema che sfrutta, emargina e danneggia il futuro con
la sua immoralità. In Italia non ci potevano essere indulgen-
ze per i “compagni che sbagliano” ai tempi dell’uccisione
di Aldo Moro; nemmeno per i musulmani ci possono essere
L’OCCIDENTE È IN
RITARDO SULL’ANALISI
DEI FENOMENI ATTUALI
E COME DONNE
NON CONTIAMO
ABBASTANZA ANCHE
SE IN EUROPA ABBIAMO
FATTO I CONTI
CON IL PATRIARCATO.
MA DOBBIAMO AVERE
IL CORAGGIO DI
GUARDARE AVANTI
PUNTANDO IN ALTO
E AVENDO LA TENACIA
DEL “FARE FEMMINILE”
di Giancarla Codrignani
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