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Numero 11 del 2016

E' stato bello. penultimo numero di NOIDONNE cartaceo


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4 Novembre 2016
UN PROBLEMA
DA RISOLVERE
IL 4 DICEMBRE
di Giancarla Codrignani
Inutile volerci girare intorno: la gente l’ha presa per il ver-so sbagliato e rischia di andare al referendum come alla partita Milan-Inter. Le passioni saranno belle, ma confon-dono la mitologia con la politica.
Come donne dobbiamo fare attenzione, se è vero che noi
siamo quelle della “cura”, dell’interesse prioritario per l’uma-
no attraverso la vita da rendere vivibile, i corpi da rispettare,
le esigenze di cui definire le priorità. La riforma non tocca
nessun principio e la nostra piena uguaglianza resta garan-
tita dall’art. 3, anche se i nostri diritti sono stati a lungo differiti
e rimossi. Forse, se chiedessimo noi una riforma, vor-
remmo l’abolizione dell’art. 37 che ci fa lavoratrici alla
pari ma ci carica di una “essenziale funzione familiare”
evidentemente negata all’uomo. Forse non ricordiamo
che nel 2003 su iniziativa del governo Berlusconi è stato
modificato l’art. 51 per dire che la Repubblica “favorisce” (e
non “garantisce”) le “pari opportunità” (e non i “pari diritti”)
ai fini elettorali: anche quando si tratta della Costituzione,
con il “genere” si fatica. E non ci basta che “questa” riforma
menzioni tre volte la parità delle donne.
La prima parte, quella dei diritti (che non viene in nessun
modo modificata), è ancora attuata parzialmente. Per
renderla effettiva occorre l’approvazione di leggi che, in
democrazia, debbono ottenere il 51 per cento dei voti
attraverso mediazioni tra le parti: il passaggio da una
Camera all’altra significa non tanto migliorare la qualità,
quanto continuare a negoziare e perfino differire l’ap-
provazione. La legge contro la violenza sessuale uscì
dopo 20 anni e, mi pare, sette legislature di andirivieni
tra Camera e Senato. Il confronto tra il SÌ e il NO (oggi so-
stenuto anche dalla destra che l’ha approvata in Parlamen-
to) disgraziatamente si è inasprito, mentre poteva costituire
un’utile lezione di educazione costituzionale.
Il cambiamento reale è quello di far uscire l’Italia dal pas-
sato. Anche dopo la Liberazione è rimasta una concezione
della dialettica politica che oppone ancora il Parlamento al
Governo. La riforma propone una dialettica diversa, tra la
Maggioranza e l’Opposizione, che per la prima volta avrà
uno statuto formale. La Repubblica resta dunque parlamen-
tare e il Parlamento farà le leggi solo nella Camera dei De-
putati (dove i rappresentanti eletti delle diverse formazioni
sono 630). Il governo mantiene la consueta funzione demo-
cratica e l’articolo che riguarda la funzione del presiden-
te del consiglio (art. 95) non è cambiato. Se il governo
avrà una corsia preferenziale per alcune leggi, si eviteranno
molti decreti, i voti di fiducia e i maxiemendamenti. Il Sena-
to rappresenterà i territori, come auspicato dai costituenti e
compreso nel programma dell’Ulivo; i nuovi senatori (l’art.
70 che ne illustra le competenze passa da 9 a 448 parole)
non voteranno la fiducia, perché sono un organo di con-
trollo, ma voteranno le revisioni costituzionali e le normative
europee (per la prima volta menzionate).
Non ci sono affinità con la riforma Berlusconi: non si parla
di presidenzialismo, non cambia la forma di governo, non
cambiano i rapporti con il potere giudiziario e politico.
L’espressione molto usata “l’uomo solo al comando”,
può essere riferita alla legge del 1993 che adottò il mag-
gioritario, il ballottaggio e il premio di maggioranza (del
60 per cento) rendendo ogni sindaco il cosiddetto uomo
solo al comando: tutti vedono che i Comuni sono rimasti
governati secondo i risultati del voto.
L’altro mantra “la democrazia è in pericolo” dice una ve-
rità purché si guardi con apprensione la crescita in tutti i
paesi europei dei nazionalismi, il rifiuto degli immigrati e
la preoccupazione che la Francia consegni la presiden-
za della Repubblica alla signora Le Pen. Le Costituzioni
LA COSTITUZIONE OGGI E (FORSE) DOMANI | 1
IL REFERENDUM COSTITUZIONALE,
LA DECISIONE È AL POPOLO:
SÌ PER CONFERMARE LE MODIFICHE
E NO PER RESPINGERLE
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