Numero 8 del 2016
Felicità, parliamone
Testi pagina 6
4 Luglio-Agosto 2016
LA STORIA
VA AVANTI DA SOLA?
Il mondo è ben strano. Non solo per i cambiamenti clima-tici. Avete visto come è andato il referendum per la Bre-xit? secondo voi l’informazione aveva dato effettiva con-
sapevolezza? I media infatti - ne sa qualcosa Renzi - sono
diventati micidiali (in)formatori e la gente più vulnerabile
- nelle periferie e in quella “classe” ex-operaia diventata
indifferenziato ceto medio - ignora le ragioni di ciò che può
giovare o danneggia-
re la polis o le conse-
guenze della crisi del
2008 che continuia-
mo a pagare.
Forse d’estate conta
di più Vasco Rossi che
torna a parlare della
Resistenza (ma è vero
che, se canta “fammi
vedere”, le ragazze
sotto il palco si spo-
gliano?), mentre i nuo-
vi miti restano senza
contenuto e i “social”
diffondono antipolitica.
Intanto le notizie sui
femminicidi fluttuano
tra l’enfasi periodica
dei giornali (non si
può sempre parlare dello stesso tema) e le proteste delle
donne, associate o no. Ma gli argomenti che segnalano un
protagonismo non velleitario ma un diritto ad una società
migliore (anche per gli uomini) non fanno più politica. Non
è bastato che la Presidente Laura Boldrini abbia appeso
alla finestra di Montecitorio il drappo rosso a denunciare gli
assassini di genere; non è bastato che la segretaria della
Cisl Annamaria Furlan abbia deprecato che “tante sono co-
strette ad abbandonare la propria carriera nel momento in
cui scelgono di essere mamme”; non è bastato che Chiara
Saraceno abbia ricordato che “l’Italia è al 111° posto su 145
nel Rapporto globale sulla disparità di genere sull’accesso
al lavoro remunerato”. Non basta nemmeno che ci sia stata
e ci sia attivazione per contrastare la disapplicazione della
legge 194 a causa degli obiettori di coscienza e che siamo
sempre all’erta perché il sistema, le crisi, le guerre non fac-
ciano arretrare le conquiste o che avanziamo nuovi diritti.
Tuttavia non possia-
mo - proprio in quan-
to donne - trascurare
il messaggio (che or-
mai è “storia”) uscito
dalle amministrative
di giugno e che ci
intrigherà non solo
un’estate. Vedremo
se hanno vinto le don-
ne, come hanno spe-
rato alcune votanti, o
soltanto alcune don-
ne, ormai sindache
per la prima volta in
grandi città. Non è
stato certo frutto del
femminismo, ma del-
la generale voglia di
cambiamento. Spe-
riamo che - le nuove amministratrici sono anche “giovani”
e “madri” - gli apparati non le inducano ad amministrare
il bene pubblico con il neutro di sempre. D’altra parte, il
fronte delle donne, al vertice o alla base, è rimasto vulne-
rabile per non aver mai approfondito il femminile del diritto,
delle leggi, della politica. Tempo fa un docente della Catto-
lica, Alessandro Rosina - un uomo fuori dal coro - avvertiva
l’opinione pubblica che “servirebbe una spinta più forte,
non perché pretesa dalle donne, ma perché auspicata dal
genere maschile”. Sarebbe ben strano che si rovesciasse
L’eLezione di tante sindache non è stato frutto deL femminismo. speriamo bene,
anche se sarebbe strano che fossero Le donne a confermare iL ruoLo unico
di Giancarla Codrignani
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