Numero 3 del 2007
Mimosa e non solo
Testi pagina 58
L’itinerario della via Francigena, pre-sentato dalla Presidenza del Consi-
glio all'interno del “Sistema degli iti-
nerari culturali europei in territorio
italiano”, vuole essere una sfida alle
abitudini di sempre e allo stesso tempo
la capacità di incontrare gli altri. Il suo
messaggio è quello di un percorso che
parla di noi e degli altri, che unisce il
cuore, il corpo e la mente e si ricongiun-
ge al tutto: "all'essenza della nostra vi-
ta, alla riscoperta del nostro io e dei va-
lori essenziali della natura". La Franci-
gena è anche un passaggio, un ponte di
apertura e di scambio con l'Europa. Nel
passato gli elementi che caratterizzava-
no l'esperienza del pellegrino erano
la"bisaccia", come emblema della carità
da offrire e da ricevere, "Il bordone", ba-
stone usato come sostegno che, deriva-
va dalla fede. "L'insegna" che dichiara-
va la destinazione del pellegrino e dive-
niva un identificativo specifico per co-
loro i quali percorrevano un certo cam-
mino. I pellegrini che tornavano da San-
tiago indossavano una conchiglia; colo-
ro i quali tornavano dalla Terrasanta
avevano come distintivo le palme; chi
andava a Roma
portava delle
chiavi incrociate
o la Vera Icona
(Veronica). Dal-
l'inizio del 700
d.c l'Europa fu
percorsa da una
moltitudine di
pellegrini alla ri-
cerca della fede.
Tre sono i poli
f o n d a m e n t a l i
della fede: Geru-
salemme, ove è il
Golgota; e per
raggiungere Ge-
rusalemme natu-
ralmente Roma;
luogo del martirio degli Apostoli Pietro
e Paolo; fondatori della comunità eccle-
siale cristiana e, poi Santiago di Com-
postela, estrema punta dell'Europa Occi-
dentale, dove furono deposte le spoglie
dell'Apostolo Giacomo. Queste fasce di
strade che portavano a Roma, vengono
oggi identificate come "Itinerario franci-
geno". Oggi siamo in grado
di ricostruire uno di questi
itinerari grazie ad un docu-
mento lasciatoci da Sigerico,
Arcivescovo di Canterbury,
che nel 994, scrisse tornando
da Roma alla sua diocesi, il
diario delle tappe toccate
durante il viaggio. Il cammi-
no della Francigena in Italia
attraversava le Alpi in Valle
d'Aosta e scendeva dal Pie-
monte e, dalla Lombardia,
nella Pianura Padana, valicava l'Ap-
pennino, dopo Berceto, attraversava la
Toscana e il Lazio per raggiungere Ro-
ma. Questo il percorso nella Tuscia: Ac-
quapendente, tappa importante per i
pellegrini, grazie ad una preziosa reli-
quia portata dalla Terra Santa, conser-
vata nella cripta della cattedrale; Bol-
sena conosciuta per le reliquie di S.Cri-
stina, Montefiascone, centro medievale
famoso per il suo vino; quindi Viterbo
che, diviene poi uno dei cardini dell'in-
tero percorso, ricco di ospizi, alloggi e
memorie storiche. Il percorso più antico
seguiva poi la via di valle di Santa Ma-
ria in Forcassi, Vetralla, Capranica e
quindi Sutri.
I pirati saraceni poi con le loro razzie
spinsero i pellegrini sulla via di monta-
gna: San Martino al Cimino, lago di Vi-
co, Ronciglione e Sutri. Di qui attraver-
so Monterosi, Valle di Baccano, si arri-
vava percorrendo via Trionfale fino a
Roma (San Pietro).
Ecco una serie di siti da consultare
per attingere informazioni utili che con-
sentono di confezionare "un itinerario
..su misura" e di partire alla volta di
questa bella esperienza dotate degli
strumenti e delle guide necessarie:
www.francigena-international.org; www.via-
francigena.info; www.ipellegrinidellafrancige-
na.it; www.viafrancigena.eu
www.masci.it/imprese/vieromee/
marzo 2007 noidonne58
Dalle Alpi a San Pietro
La via Francigena
sulle orme dei pellegrini che
prima dell'anno mille avevano
già tracciato i cammini ancora
oggi percorsi da chi vuole
vivere un'esperienza turistica e
ricca di spiritualità
Domenica Ricci