Numero 3 del 2009
Una festa nella crisi: lotta marzo
Testi pagina 57
noidonne marzo 2009 57
Ecco una commedia che penetra larealtà in cui siamo calati. Titolo, "La
badante"; autore e regista, Cesare Lievi;
interprete principale, Ludovica Modu-
gno. Il clima è quello, venato di diffi-
denza, dei rapporti fra italiani e stra-
nieri in cerca di riscatto dalla miseria
che li ha sospinti in Italia. Il tema di
fondo, quello del rapporto spesso per-
meato di egoismo fra anziani assediati
dalla solitudine e dalla prospettiva del-
la fine e i loro figli indaffarati e indiffe-
renti.
In una scenografia stilizzata ispirata
al ventennio fascista si aggira una ricca
signora in età avanzata (Ludovica Mo-
dugno). Bisbetica, dispotica, irritabile,
in progressivo declino mentale, si dimo-
stra insofferente alla presenza di una
badante ucraina imposta dai due figli
maschi e refrattaria alle cure di un'e-
stranea che ritiene inutili ("faccio da so-
la"). Non solo rifiuta di comunicare con
lei, ma davanti al figlio che ne prende le
difese, si ostina ad accusarla di piccoli
furti in casa. Poi il quadro cambia. La
signora è passata miglior vita, ma per
gli eredi benestanti, uno imprenditore e
l'altro intellettuale dalle mani "trafora-
te", non c'è un soldo di eredità. Un fur-
to? Un plagio? L'arcano sarà rivelato da
un pungente e inatteso flash back che si
lascia alla scoperta dello spettatore.
La commedia, di breve durata, fila li-
scia, quasi di fretta, verso l'epilogo
agrodolce. Il testo minimalista, scorre-
vole, ben strutturato, lascia intravedere
senza toni didascalici temi sociali, di-
mensioni pubbliche e private di perso-
naggi emblematici della nostra contem-
poraneità e impone con uno stile ironico
e senza giri di parole una riflessione sul-
la nostre pecche.
Ludovica Modugno, malgrado la
candida parrucca, è apparsa troppo
giovane nei tailleurs vintage della vec-
chia dama. La scelta sarebbe potuta ca-
dere su un'attrice di lungo corso. Ma
con il procedere dell'interpretazione ha
dato, anche se con eccessivo vigore,
spessore e credibilità al suo personag-
gio. Tanto che si è aggiudicata il premio
della Critica teatrale 2008 come miglio-
re attrice. Molto più misurata Giuseppi-
na Turra nel grembiule dell'assistente
ucraina, piena di rispetto, di dedizione
e di serenità malgrado la separazione
dai suoi figli piena di rispetto e
dedizione. Un po' troppo teatra-
li nelle loro accensioni espressi-
ve (data la discorsività dei dia-
loghi) anche gli altri tre inter-
preti: Leonardo De Colle, Ema-
nuele Carucci Viterbi (i figli) e
Paola Di Meglio (la nuora In-
ge). Cesare Lievi, molto fine nel-
la sua indagine psicologica e
sociale è inserito fra i finalisti
del premio ETI - Gli Olimpionici
del Teatro 2008 come migliore
autore di novità italiana.
Badanti
Teatro
Mirella Caveggia
vengono da lontano
per accudire i nostri
cari, ora diventano
soggetto teatrale
Badante o colf? No, SERVA !
Messo in scena presso il Teatro Argot di Roma,
con il sostegno dell'Assessorato alla Cultura
della Regione Lazio, lo spettacolo 'La Serva', un
bel monologo scritto da Giovanni Clementi e
interpretato da un'ispirata Crescenza
Guarnieri, ha evidenziato una tematica di
drammatica attualità, quella delle tante donne
straniere emigrate nei paesi "sviluppati" alla
ricerca di una vita migliore. E' giovedì pomerig-
gio, il giorno libero delle colf ed Estrella, suda-
mericana, ormai da tanti anni a servizio di una
ricca famiglia, si prepara per andare a ballare in
Balera ma la saudade, la nostalgia, le riempio-
no il cuore. Ripensa alla sua gioventù, all'amo-
re perduto della sua vita, alle necessità mate-
riali che l'hanno spinta nel cosiddetto Primer
Mundo dove ha trovato sì lavoro ma a prezzo
di incredibili sacrifici, umiliazioni e soprattutto di uno sradicamento ed una
solitudine profondi. Dunque una vita, quella della protagonista che si autode-
finisce una Serva, scandita dal lavoro, dai rimproveri dei padroni, dal rimpian-
to per gli affetti lontani.
"Questo testo - afferma il regista Maurizio Panici, curatore anche dell'adatta-
mento in scena dai caldi toni tropicali - ci rimanda a profumi che anche se lon-
tani sono a noi conosciuti, ci apre ad orizzonti emotivi, a ferite dolorose, ad
un mondo sempre più a noi vicino, eppure così ostinatamente tenuto lonta-
no. Ma La Serva è anche lo sguardo dal basso di chi vive in una società dell'o-
pulenza travolta dall'eccessiva ricerca di un benessere edonistico fine a sé
stesso." Partecipe e veridica, anche nello studiato accento latinoamericano,
l'interpretazione di Crescenza Guarnieri, sola in scena, brava in tutto ma
soprattutto nel canto, nell'intonare melodie che sono anche lamenti per la vita
e l'amore perduti. Stefano Saletti firma le musiche, caribeñe e non solo, che
accompagnano lo spettacolo. Una pièce dedicata a tutte le donne giunte nei
Paesi del Primer Mundo lasciandosi alle spalle le cose più care, in cerca di for-
tuna e lavoro, andando spesso incontro alla cocente delusione delle proprie
speranze. E.C.