Numero 3 del 2008
Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
Testi pagina 56
marzo 2008 noidonne56
Incontrarla è un piacere: Wilma è unadonna intelligente e vitale. Risponde
alle domande di NoiDonne come una
persona in carne ed ossa, con autentici-
tà e spessore, umano e professionale.
Parla con voce roca e animata, osser-
vando il mondo con occhi pieni di acu-
me ed ironica indulgenza. In certi mo-
menti sembra ancora una ragazzina, e
forse è per questo che riesce così bene a
descrivere personaggi femminili com-
plessi ed imprevedibili. Regista di opere
come 'Ambrogio','La mia generazione',
'Domenica', è tornata nelle sale con 'La
Signorina Effe', storia di una famiglia
meridionale a Torino e di un amore im-
possibile consumato, come l'ultima sta-
gione della lotta operaia in Italia, nei
trenta giorni di sciopero degli operai
Fiat nel 1980.
Come hai scelto di diventare regista
e cosa ha sostenuto la tua motiva-
zione in questi anni?
Ho cominciato da studentessa, face-
vo una ricerca di linguistica per un do-
cumentario ed ho avuto occasione di
partecipare alle riprese: i pazienti del
Santa Maria della Pietà (un ex-manico-
mio romano) uscivano per la prima vol-
ta dopo quasi trent'anni. Venne organiz-
zata una gita con lo psichiatra, il regi-
sta, la troupe ed i 20-25 pazienti, tutti a
bordo di un pullmann. Ci fermammo in
una spiaggia brutta e sporca dove gli
ex-pazienti si guardarono un attimo e
poi, senza dire nulla, si spogliarono e si
buttarono in acqua. Per me fu un'emo-
zione e pensai "devo fare questo mestie-
re": poi, molto faticosamente, ho inizia-
to con piccoli documentari per la RAI,
che sono stati la mia palestra. Ho fatto
il primo film, intitolato Ambrogio,
quando ero già grande. Fare questo la-
voro oggi è una scelta sempre più diffi-
cile e complessa, soprattutto se si vuole
fare un certo tipo di cinema e racconta-
re determinate storie, io impiego anni a
trovare i finanziamenti per i film che
scelgo.
Essere donna in questo lavoro ti ha
creato problemi, ti ha aiutato o è sta-
to indifferente?
Mi ha sicuramente creato problemi e
non mi ha aiutata affatto: spesso nel
settore sono stati diabolici con me e
molto più esigenti che con altri, anche
perché io oltre ad essere donna sono sta-
ta anche accusata di avere una simpa-
tia politica, di aver fatto scelte politiche
un po' "ideologiche ed estremiste" che ai
più non piacciono e che non sono state
rispettate. Ho scontato tutto ed ancora
sto scontando. Per le donne è più diffici-
le, come sempre, devo-
no fare il doppio del la-
voro e tutti sono dop-
piamente critici nei lo-
ro confronti.
Quali sono i perso-
naggi femminili ai
quali sei più affezio-
nata, nei quali hai
messo qualcosa di
tuo?
Sono affezionatissi-
ma ad Ambrogio, il
personaggio femminile
della commedia con
cui ho esordito, a Do-
menica, la protagoni-
sta del mio terzo film
(interpretata da una
ragazzina molto talen-
tuosa di 11 anni dalla
quale ho imparato
tante cose) e ad Emma,
la protagonista di La
signorina Effe, interpre-
tata da Valeria Solari-
no. Emma è un perso-
naggio pieno di con-
traddizioni, con un'i-
dentità spezzettata:
appartiene agli anni
Ottanta sì, ma ho pensato anche alle
ragazze di oggi, che hanno un'identità
frammentata poiché non s'identificano
nel lavoro, a causa della precarietà,
non hanno un'identità politica forte (co-
me potevano avere quelle della mia ge-
nerazione) né un'identità legata al co-
stume, alla famiglia, ma non esiste an-
cora neppure un'identità alternativa
quindi le vedo potenzialmente interes-
santi ma molto sole, e pagano un prez-
zo molto alto. Emma è una che si dibat-
te fra diverse scelte, ma poi perde perché
pur tornando sui suoi passi, viene co-
munque licenziata. E' una sopravvissu-
ta degli anni Ottanta e provo anche un
po' di tenerezza e indulgenza verso que-
sto personaggio femminile. M'incuriosi-
scono, affascinano ed inteneriscono le
ragazze di oggi perché per me sono ab-
bastanza misteriose, anche se talvolta
le vedo un po' perse. Non penso che
quelle della mia generazione fossero
particolarmente meglio perché questo
non sarebbe giusto, sarebbe un atteggia-
mento di supponenza,
di superbia. Io non ho
niente da insegnare a
nessuno, ed ho ancora
tanto da imparare.
Quali conquiste devo-
no fare ancora le
donne di oggi secon-
do te?
Tutto, se pensi che
nella vita politica non
ci sono donne e quelle
che ci sono non ci piac-
ciono tanto, nemmeno
quelle di sinistra. Forse
per la prima volta po-
trebbe esserci un Presi-
dente degli Stati Uniti
donna e, benchè i mec-
canismi politici ameri-
cani siano lontanissimi
da noi, questa cosa an-
drebbe sostenuta, se ac-
cadesse sarebbe una
piccola rivoluzione. In
questo momento le don-
ne, tutte noi, ce la ve-
diamo piuttosto male,
basti pensare a quello
che si muove intorno al-
l'aborto, ma quella è
Ieri ed oggi il fascino di raccontare le donne
Intervista a Wilma Labate
Elisabetta Colla