Numero 3 del 2009
Una festa nella crisi: lotta marzo
Testi pagina 56
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“Per riaffermare il diritto di tutti noialla pace, alla speranza, all'amo-
re, alla compassione. La passione".
Queste le motivazioni delle scelte tea-
trali della Compagnia Afrodita, nelle
parole di Claudia della Seta, attrice ed
adattatrice, nelll'ultimo spettacolo rap-
presentato, Montedidio, anche in veste
di traduttrice italiana del bel testo tea-
trale di Dani Horowitz, tratto dall'omo-
nimo romanzo di Erri De Luca. Non è
casuale, dato il messaggio di conviven-
za che veicola, che questa pièce riemer-
ga proprio all'indomani dell'ennesimo
sanguinoso conflitto tra israeliani e pa-
lestinesi nella striscia di Gaza. Messo in
scena con successo, anche se con un nu-
mero limitato di repliche, al Teatro San
Ferdinando di Napoli e concepito origi-
nalmente in lingua ebraica, lo spettaco-
lo, che ha debuttato ad Haifa nel 2007,
viene ora riproposto nella versione ita-
liana. Per tale occasione, lo stesso Erri
De Luca ha collaborato con Claudia
Della Seta alla traduzione e all'elabora-
zione linguistica. In Montedidio un ra-
gazzo racconta la sua vita travagliata:
dal primo lavoro nella bottega del fale-
gname Mastr'Errico, che ospita lo "scar-
paro" ebreo don Rafaniello, alla malat-
tia e al lento spegnersi della madre e
all'"ammore" per la coetanea Maria, che
il degrado familiare e gli abusi del pa-
drone di casa hanno reso già grande:
poi la fuga, il viaggio, che rimandano al
sogno, la Terra Promessa, al desiderio di
emancipazione e cambiamento, che qui
risponde alla sensazione dell'essere stra-
nieri anche in terra propria. Come sem-
pre avviene nei progetti di Afrodita
Compagnia, gli attori si confrontano
con una lingua non loro: qui gli israe-
liani recitano in italiano. Per la versione
italiana di Montedidio infatti, attori
israeliani - arabi ed ebrei - hanno reci-
tato rispettando la struttura del testo, in
napoletano o in italiano.
Lo spettacolo e la scena rappresenta-
no un'occasione di possibile incontro tra
culture, etnie, religioni e lingue diverse,
che tende a superare i limi-
ti imposti da ragioni politi-
che, storiche e sociali. La
collaborazione tra artisti
di nazionalità diverse di-
venta un'opportunità d'in-
terazione e dialogo tra i
membri della compagnia,
gli attori e, per estensione,
il pubblico.
E da una scena-terrazza
lo spettacolo ripropone lo
sguardo verso l'alto mentre
sotto fervono i suoni dei vi-
coli. "L'esilio è un destino fisico o dell'a-
nima, imposto o scelto". La particolare
connessione tra Erri De Luca di Napoli e
Daniel Horowitz di Pardeschana, in Ga-
lilea, si avverte forse tra le parole di una
frase che appartiene sia al romanzo che
allo spettacolo : "quando ti viene una
nostalgia non è mancanza, è presen-
za...". Montedidio è un testo che rac-
conta la sensazione dell'essere stranieri
in ogni parte del mondo ma narra anche
di un'amicizia che comincia a guerra fi-
nita, a Napoli. "Che questo ci sia di au-
gurio. Così sia."
A teatro la speranza di pace.
A partire da arabe e israeliane
Pace. E così sia
Elisabetta Colla
messo in scena a Napoli "Montedidio", un messaggio di
convivenza fra popoli recitato da una compagnia mista
Afrodita Compagnia nasce nel 2003, come estensio-
ne femminile del teatro Arabo-Ebraico di Jaffa, quar-
tiere di Tel Aviv dove ebrei ed arabi convivono.
Attiva tra l'Italia ed Israele, collabora con il Teatro
Arabo-Ebraico di Jaffa (il primo organismo di copro-
duzione che promuove dialogo e deventi di collabo-
razione fra le due popolazioni) e con il Kibbutzim
College of Education, in Israele, con artisti e tecnici
italiani, palestinesi e israeliani. La prima produzione di Afrodita è La
Casa degli Spiriti, di Isabel Allende, realizzato sotto l'egida del Teatro di
Jaffa, spettacolo nato durante la seconda Intifada. Si ostina a parlare d'a-
more, di speranza, di compassione, in tempi di guerra e di terrore. Il
secondo spettacolo è La Tenda Rossa - incentrato su un evento della
Genesi terribile e sanguinario - che arriva in Italia durante la seconda
guerra del Libano. Afrodita si sposta poi in Italia, cercando di applicare
quello che ha imparato dalla mediazione culturale con le persone che si
rifugiano nel nostro paese. Così nascono Struggimenti (Fantasy), scrit-
to da Yossefa Even Shoshan prodotto da Officine Giovani di Prato per la
regia di Claudia Della Seta e Glenda Sevald, con due attrici professioni-
ste e sei badanti "migrate" e Migration rewiew spettacolo con quattro
attori e cinque rifugiati politici per la regia di Dani Horowitz, che ha
debuttato al Centro Enea per i Rifugiati Politici a Roma lo scorso otto-
bre 2008. Nei primi mesi del 2009, appena dopo l'ennesimo, sanguino-
so conflitto tra Hamas e Israele, Afrodita porta a Napoli lo spettacolo
Montedidio (coprodotto con il teatro Comunale di Haifa). Il testo narra
di un'amicizia che comincia a guerra finita, come segno di buon augurio
e speranza di pace.