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Numero 3 del 2008

Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008


Foto: Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
PAGINA 54

Testi pagina 54

marzo 2008 noidonne54
Èil titolo di una lezione-spettacolo, undivertente espediente escogitato da
un sistema di formazione per le aziende
chiamato 'Teatro d'Impresa', che con leg-
gerezza e talvolta con sorridente perfi-
dia porge il suo insegnamento vivisezio-
nando aspetti di vita quotidiana, vicen-
de aziendali, dinamiche relazionali.
Nato in Canada, questo strumento in-
novativo ed efficace scavalca le cono-
scenze comuni e affronta diversi temi
con metodi divertenti, ne allarga la cor-
nice abituale e li espone in prospettive
insolite in modo da attivare il coinvol-
gimento dei destinatari.
Si azionano così i meccanismi emoti-
vi di chi partecipa all'antichissimo rito
collettivo del teatro.
Di solito si tratta di un monologo ac-
compagnato da musica dal vivo, che ri-
chiama la partecipazione attiva del
pubblico, come nella simpatica lezione
del titolo, impartita con garbo e sapien-
za nel Teatro Ragazzi e giovani di Tori-
no da Paolo Vergnani, psicologo e do-
cente di Comunicazione di massa pres-
so l'Università di Ferrara. Lo ha affian-
cato nell'operazione Lorenza Magnetto,
che cura 'Teatri d'Impresa' per enti e
aziende; le musiche erano affidate ai
Mooksa e a Laura Curino la regia. Nel-
lo spettacolo in questione, arricchito
con filmati e fotografie, il tema centrale
sono i valori cooperativi raccontati nei
loro diversi passaggi.
Si parte dalla nascita nel 1848 in
Piemonte della prima cooperativa ita-
liana, la Società di Mutuo Soccorso ed
Istruzione degli Operai di Pinerolo; poi il
racconto si espande con un'analisi del
fenomeno associativo attraverso osser-
vazioni di costume, letture e riflessioni,
fino alla conclusione finale che prova
che la cooperazione non è "un'attività
naturale, ma implica uno sforzo costan-
te ed è una espressone essenziale di ci-
viltà".
In questo intrattenimento condotto
con sorprendente capacità di esposizio-
ne (il tema non è dei più ameni) il dis-
corso, dissacrante e per certi versi pro-
vocatorio, esclude ogni connotato cele-
brativo e riconosce i punti deboli della
realtà delle cooperative, sconosciuta al-
la maggior parte della popolazione.
Se da un lato coglie le contraddizio-
ni, dall'altro mette anche in luce i tratti
di unicità e gli aspetti peculiari, i riferi-
menti sociali e psicologici legati a giu-
dizi e a pregiudizi diffusi intorno a que-
sta forma particolare di impresa.
Quello composto per Torino ha inse-
rito la storia di due cooperative locali,
la CSA e la Trassati, intrecciandola con
eventi della città dal 1968 ad oggi.
Il tour toccherà Roma (teatro Eliseo il
18 marzo); seguiranno Bari, Catania,
Imola, Terni, Trieste, Venezia e Bologna
(in replica). In ogni città la realtà esa-
minata sarà quella locale, in modo da
rendere viva e immediatamente percetti-
bile questa bella lezione fatta di imma-
gini, parole e musica che, scavalcate le
cattedre, si diffonde dai palcoscenici e
con il concorso dell'intelligenza e del
cuore di Laura Curino, si è rivelata un'o-
perazione precisa, obiettiva e salutare
in un momento in cui i mulinelli media-
tici hanno offuscato l'immagine delle
cooperative.
Chi ha intascato i valori delle Coop?
Economia a Teatro
Mirella Caveggia
dalla nascita nel 1848 in Piemonte della Società di Mutuo
Soccorso, il racconto si espande con un'analisi del fenomeno
associativo con osservazioni di costume, letture e riflessioni
Le 'discole'
e l'indifferenza
Il bel libro di Barbara Montesi ("Questo
figlio a chi lo do? Minori, famiglie, istitu-
zioni (1865-1914)", prefazione di Marcel-
lo Flores, Franco Angeli), concentrando
l'attenzione sull'infanzia, sulle sue defini-
zioni e sulle norme, scandaglia in profon-
dità il delicato rapporto Stato-famiglia tra
Otto e Novecento. Riannodando con in-
telligenza e pazienza i fili di un articolato
dibattito, l'autrice ricompone un quadro
ricco e articolato sul concetto normativo
di infanzia e, dunque, su quello di infanzia
deviata, sulle strategie di controllo, sui lo-
ro esiti e sul loro segno di genere.
Lo scenario si apre sulla condizione del-
le "discole" e sul loro diverso statuto rispetto ai "discoli". La devianza fem-
minile, anche nel caso di bambine e adolescenti, è posta in uno stretto
rapporto con la trasgressione della morale sessuale, vera e propria onta al-
l'onore e all'integrità della famiglia e della società, in questa cornice allora
l'internamento negli istituti di "rieducazione" è la via per occultare la tra-
sgressione e cancellare lo scandalo. Il libro propone uno studio lucido e ap-
profondito in cui si levano voci diverse, soventi discordanti e più spesso in
contrasto: tonalità e timbri che la studiosa ha rintracciato mettendo a
frutto raffinate metodologie di analisi e di indagine presso biblioteche e ar-
chivi diversi, portando alla luce, insieme ad un'ampia produzione pubblici-
stica (cui concorrono giuristi, pedagogisti, esponenti politici di vari orien-
tamenti), anche documentazione prodotta dalle istituzioni, lettere delle
famiglie e quelle dei bambini, i quali appaiono avvolti dalla spessa tela del-
la solitudine, invischiati in una rete di prescrizioni e interessi sorda alle lo-
ro esigenze.
Patrizia Gabrielli
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