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Numero 3 del 2007

Mimosa e non solo


Foto: Mimosa e non solo
PAGINA 53

Testi pagina 53

noidonne marzo 2007 53
produrre ciò che una volta era provvisto
dall'economia familiare. La famiglia
non produce più, consuma soltanto. Il
lavoro domestico si è ridotto alle pulizie
e al cucinare. Non solo, esso non ha al-
cun valore per l'economia dello Stato e
della comunità, perché non crea ric-
chezza, né contribuisce alla prosperità
del paese. Diventando improduttivo, il
lavoro domestico perde progressivamen-
te d'utilità, è in via d'estinzione nella
sua forma individualistica e cede il pas-
so alle strutture collettive".
La battaglia per l'emancipazione del-
la donna è intesa dalla Kollontaj anche
come momento di profondo rinnova-
mento del costume e della morale senti-
mentale e sessuale. In sintonia con il
suo pensiero sul matrimonio e la fami-
glia, ella intende l'amore come "fonte di
attrazione, sensibilità, simpatia e altrui-
smo che unisce due individui e, più in
generale, l'individuo e la collettività:
"L'amore è fittamente intessuto di pas-
sione, amicizia, tenerezza, entusiasmi,
reciproca simpatia, ammirazione e fa-
miliarità. E' un sentimento che unisce e
quindi ha carattere organizzativo". Se
nel sistema sociale borghese l'amore è
arido, è un "Eros senz'ali", poiché per
millenni una cultura fondata sull'istitu-
to della proprietà ha inculcato negli uo-
mini la convinzione che amore e pro-
prietà fossero legati, nella società prole-
taria esso si riappropria delle sue ali e
vola verso orizzonti fino ad ora scono-
sciuti, dove la felicità è raggiungibile a
condizione che cessi lo sfruttamento, il
senso del possesso e l'egoismo, e che la
sua forza trascenda il rapporto di cop-
pia per raggiungere la pienezza in una
prospettiva d'integrale liberazione uma-
na: "L'Eros senz'ali va contro gli interes-
si della classe operaia, poiché inaridisce
gli animi e ostacola l'affermarsi dei vin-
coli spirituali e dei sentimenti positivi.
Scopo dell'ideologia proletaria, non af-
fetta dal morbo della proprietà privata,
è quello di sviluppare le qualità interio-
ri proprie dell'Eros alato, necessarie a
costruire una nuova cultura non solo in
relazione alla persona amata ma anche
verso tutta la collettività". Il suo è, dun-
que, un ideale d'amore libero e sponta-
neo, che nella sua essenza è anche "ca-
meratesco".
Le tesi d'avanguardia di A. Kollontaj
presentano, tuttavia, dei limiti. Esse non
fanno innanzi tutto i conti con il pro-
blema storico dell'arretratezza russa:
prima della rivoluzione, l'80% del paese
semifeudale e patriarcale era contadi-
no, con la relativa cultura. Risentono,
inoltre, di un certo determinismo econo-
mico e di classe: "La famiglia, il matri-
monio e la morale sono categorie stori-
che, che si sviluppano secondo i rappor-
ti economici esistenti in una data epo-
ca, e sono soggette come le altre sovra-
strutture a mutare man mano che si mo-
difica il modo di produzione. (…) Ogni
fase storica è necessaria per l'afferma-
zione della successiva che si colloca ad
uno stadio di sviluppo superiore". Tale
determinismo spingerà la Kollontaj del
primo periodo verso il messianismo ri-
voluzionario, verso cioè l'attesa fiducio-
sa del dileguare del matrimonio e della
famiglia e, più in generale, dello Stato e
del diritto, nell'ottica di un internazio-
nalismo proletario (l'idea di una possi-
bile rivoluzione mondiale) e di un uni-
versalismo astratto, che si presenta nel-
la sua incontaminata purezza, poiché
non media e non s'intreccia con le parti-
colarità (famiglia, nazione, legge). Sarà
proprio il culto dell'universalismo
astratto e dell'utopia esaltata a gridare
al "tradimento", quando l'immaturità
delle condizioni oggettive, il realismo
politico e il calcolo dei rapporti di forza
detteranno la scelta del "socialismo in
un solo paese" e della non estinzione
dello Stato, del diritto e della famiglia
nella Russia dei Soviet.
il matrimonio, la famiglia e la nuova morale sentimentale e
sessuale secondo una visione che fu tradita dalla scelta del
“socialismo in un solo paese” e della “non estinzione dello
Stato, del diritto e della famiglia nella Russia dei Soviet”
Siracusa / VIOLENZA E MASS MEDIA
Come riferisce la stampa un episodio di violenza su una donna? Come
riferisce uno stupro, un pestaggio, un femmicidio? Con quale competen-
za di questo specifico fenomeno che, nelle sue molteplici forme, colpisce
abitualmente un terzo della popolazione femminile mondiale? Nessuna
competenza, al contrario, con molta approssimazione, sensazionalismo,
morbosità e l'immancabile sfondo assolutorio per il maltrattante o l'as-
sassino. Il centro antiviolenza Le Nereidi di Siracusa (tel. 0931.492752)
celebra questo 8 marzo con un seminario per la stampa patrocinato dalla
CPO regionale di Sicilia sul tema "Violenza e mass media", con la parteci-
pazione di giornalisti provenienti tutta l'isola. Dopo un primo approccio
sul fenomeno della violenza di genere tenuto ai giornalisti siracusani nel
dicembre 2004, l'Assostampa aretusea ha infatti organizzato questo
seminario di più ampio respiro, condotto dalla giornalista nonché presi-
dente del Centro Le Nereidi, Raffaella Mauceri e dall'avvocata Loredana
Battaglia, componente dell'Ufficio legale del Centro. Ai giornalisti è rila-
sciato un attestato di credito formativo.
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