Numero 3 del 2007
Mimosa e non solo
Testi pagina 52
marzo 2007 noidonne52
Quasi tutti i libri che parlano di Alek-sandra Kollontaj puntano l'attenzio-
ne sulla combinazione originale di so-
cialismo e femminismo e come sia pro-
prio questa combinazione la chiave di
comprensione del pensiero della rivolu-
zionaria riguardo al matrimonio, la fa-
miglia e la nuova morale sentimentale e
sessuale.
All'indomani della Rivoluzione russa
del 1917, abolita ogni differenza di ceti
e categorie sociali, trasformata l'econo-
mia nazionale in senso socialista, ricon-
dotti gli uomini all'idea collettiva della
costruzione sociale, semplificati di con-
seguenza i rapporti di convivenza civi-
le, l'affectio maritalis resta l'unico fon-
damento del matrimonio. Quando man-
cano motivi d'interesse economico o di
convenienza sociale, in una società nel-
la quale tutti hanno lo stesso status, la
convivenza tra uomo e donna, afferma
la Kollontaj, sarà unicamente determi-
nata dall'amore. Nella società sociali-
sta tutti gli oneri familiari saranno as-
sunti dallo Stato, e la potente forza in-
novatrice del proletariato ribalterà gli
schemi borghesi così come la morale pu-
ritana del terzo Stato aveva soppianta-
to le norme della nobiltà feudale. Il ma-
trimonio, da contratto di tipo economi-
co, diventerà un'unione puramente mo-
rale, e la morale dominante sarà quella
che matura in seno alla classe che i rap-
porti di produzione dell'epoca rafforza-
no: "Non si può negare l'evidenza: la fa-
miglia vecchio stampo ha fatto il suo
tempo e sta tramontando, non perché lo
Stato la distrugga, ma perché ha cessa-
to di avere una funzione. In luogo del
rapporto tradizionale fra uomo e don-
na, nasce un nuovo modello di unione
basata sull'affetto e sulla solidarietà fra
due uguali appartenenti alla società co-
munista, liberi entrambi, entrambi indi-
pendenti, entrambi lavoratori".
Le teorie della Kollontaj si spingono
oltre le intenzioni del partito bolscevico
al potere, prefigurando il declino della
famiglia come cellula base della socie-
tà: "La famiglia ha cessato di avere
qualsiasi ruolo progressivo. Essa non
può più costituire in nessun modo un
nucleo della nuova società". Fra i fatto-
ri che caratterizzano la produzione mer-
cantile e di conseguenza il matrimonio
monogamico, i più determinanti sono
l'esistenza della proprietà privata e il
modo di trasmettere il patrimonio. Nel-
la società borghese la famiglia esiste per
via della necessità di conservare e di
trasmettere i beni di proprietà privata.
Con la trasformazione dei modi e dei
rapporti di produzione, essa non ha più
necessità di esistere. I doveri dei genito-
ri verso i figli spariranno e la società fi-
nirà per assumerne l'onere totale: "La
vecchia famiglia non è in condizione di
allevare l'individuo nuovo. Saranno gli
asili, gli istituti e gli altri centri dove il
bambino trascorrerà la maggior parte
della sua giornata, sotto la supervisione
di personale qualificato, ad offrirgli
l'ambiente in cui crescere da comunista
consapevole, che riconosce il bisogno
della solidarietà fra i compagni, del re-
ciproco aiuto e della dedizione alla col-
lettività". Anche il lavoro domestico sa-
rà soppiantato dalle strutture pubbli-
che, che si prenderanno cura di quei
compiti svolti da sempre dalle donne:
"In luogo della donna che pulisce il pro-
prio alloggio, la società comunista si
può avvalere di manodopera che va di
casa in casa a fare le pulizie. Alla don-
na che oggi si affanna tra le pentole la
società comunista offrirà mense comu-
nitarie. La lavoratrice non sarà più co-
stretta a spezzarsi le reni sulla tinozza.
Non avrà che da portare la biancheria
alle lavanderie collettive, e ritirarla poi
lavata e stirata. Liberandola dalla
schiavitù domestica, il comunismo ren-
de la vita della donna più ricca e felice".
La divisione del lavoro, sancita dalla
proprietà privata, ha sempre comporta-
to una reale discriminazione sessuale.
Ma lo sviluppo delle forze produttive, la
crescente meccanizzazione e la sperso-
nalizzazione del processo lavorativo,
porteranno alla sua definitiva abolizio-
ne: "Ai tempi delle nostre nonne i lavori
domestici erano necessari e utili, perché
assicuravano il benessere della fami-
glia. Quanto più laboriosa era la don-
na, tanto più prosperava la famiglia del
contadino e dell'artigiano. Con l'avven-
to del lavoro salariato femminile, l'eco-
nomia familiare ha visto gradualmente
sparire tutte quelle attività domestiche
senza le quali le nostre nonne non
avrebbero potuto concepire una fami-
glia. Oggi è il lavoro collettivo degli
operai e delle operaie nelle fabbriche a
Il mito della rivoluzione tradita
Aleksandra Kollontaj
Cristina Carpinelli