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Numero 3 del 2008

Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008


Foto: Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
PAGINA 50

Testi pagina 50

marzo 2008 noidonne50
Alain Touraine è un sociologo di fa-ma mondiale. Direttore di studi del-
l'Ecole des Hautes Etudes en Sciences So-
ciales di Parigi ha di recente pubblicato
il libro "Le monde des femmes" (Fayard,
2006), le cui tesi, di seguito riportate,
sono state al centro di una conferenza
pubblica che si è svolta il 21 gennaio
2008 all'Università degli Studi di Mila-
no (Bicocca).
In Occidente le donne stanno assu-
mendo un ruolo centrale nel tentativo di
combattere gli effetti negativi della mo-
dernizzazione. E in questo tentativo non
agiscono in quanto movimento sociale
ma come forza di trasformazione cultu-
rale.
Sottomesse per secoli alla propria
funzione sociale e al potere degli uomi-
ni hanno combattuto in gran parte del
mondo per ottenere indipendenza eco-
nomica, uguaglianza giuridica e libertà
sessuale. La formazione della loro sog-
gettività ha avuto luogo attraverso un
percorso che le ha liberate dalle regole
coercitive della comunità, della tradi-
zione e degli apparati di potere. Al di
fuori dell'Occidente, hanno continuato,
al contrario, ad essere sottoposte al con-
trollo comunitario e ai
divieti religiosi. Affer-
ma Touraine: "Chi oc-
cupava il posto dei
mercanti che distrusse-
ro il sistema feudale o
dei lavoratori manuali
nella società industria-
le? Erano le donne - ri-
spondo - perché sono
state le vittime più
complete della polariz-
zazione di società, che
avevano accumulato
tutte le risorse nelle
mani di un'èlite diri-
gente fatta di uomini
bianchi, adulti, padro-
ni o proprietari di ogni reddito ed arma-
ti. Erano le donne considerate come
non-attori, prive di soggettività, definite
dalle proprie funzioni invece che dalla
propria coscienza".
La costruzione femminile del sé ha
imboccato vie inedite tracciate dai pro-
cessi della modernizzazione, con rica-
dute sull'ambiente sociale, le istituzioni
e le performance. L'affermazione della
libertà e responsabilità individuale è og-
gi concepita dalle donne come ricerca
della costruzione del sé contro qualsiasi
subalternità sociale, culturale, psicolo-
gica o politica che riduce l'individuo a
mero consumatore, in una società che
non è più strutturata dai rapporti di
produzione e caratterizzata dal conflit-
to di classe, ma al contrario definita dal
consumo. Non c'è alcun motivo di pen-
sare che la posizione inferiore delle don-
ne lasci ora il posto all'uguaglianza, ma
nel ribaltamento che porta da una so-
cietà di conquistatori del mondo a una
società della costruzione del sé, la so-
cietà degli uomini tende a sostituirsi con
quella delle donne.
La modernizzazione ha creato forme
di dominio estreme e distrutto la natura
mentre la conquistava. Attualmente le
donne stanno cercando di ricomporre
l'esperienza collettiva e individuale che
è stata lacerata, legami tra poli che fasi
anteriori alla modernizzazione avevano
contrapposto: il corpo e la mente, l'inte-
resse e l'emozione, il diverso e il simile.
Sono le nuove "attrici della ricomposi-
zione", per cui coscienza femminile e
mutamento sociale non sono più sepa-
rabili. Sostiene Tourai-
ne: "Sono in primo luo-
go le donne quelle
chiamate ad essere le
principali attrici di
questa azione di ri-
composizione della so-
cietà, poiché, essendo
state per tanto tempo
la categoria inferiore a
causa della domina-
zione maschile, esse,
oltre alla propria libe-
razione, possono svol-
gere, in generale, un'a-
zione di ricomposizio-
ne di tutte le esperienze
individuali e colletti-
ve". Le donne più degli uomini hanno la
capacità di essere portatrici dell'ideale
storico del superamento di antichi dua-
lismi e delle distonie che sono proprie
della contemporaneità.
Per due secoli è stata ascoltata la vo-
ce dei cittadini che hanno rovesciato lo
Stato assoluto, dei lavoratori che hanno
difeso i propri diritti all'interno delle
fabbriche, dei popoli colonizzati che si
liberavano da un dominio straniero e
delle donne che rifiutavano il dominio
maschile. Ma il post-femminismo, di cui
si occupa il libro di Touraine, incita ad
andare oltre, a non combattere un pote-
re in nome di una verità assoluta, ma a
dare come fine all'azione collettiva l'af-
fermazione della libertà di soggetti crea-
tori e liberatori di se stessi. E questo, di-
ce Touraine, rende caduca la sociologia
basata sull'idea di un sistema sociale
che miri all'integrazione e a gestire i
cambiamenti. Il sociologo suggerisce di
considerare come obiettivo conflittuale
delle società moderne la lotta contro il
predominio del mercato e contro i pote-
ri comunitari autoritari. E alla luce di
ciò, il movimento che più lo interessa è
quello delle donne. Tale movimento - af-
ferma - sta portando a una profonda
trasformazione del campo culturale,
una vera e propria creazione del conte-
sto conflittuale, che viene così sottratto
ai gruppi dominanti: le donne, come at-
trici collettive, creano la posta in gioco
Quelle che cambiano il mondo
Alain Touraine
Cristina Carpinelli
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