Numero 9 del 2010
Dove vanno i consultori?
Testi pagina 50
G
iuseppina Amodei è poetessa dalle “doppie ra-
dici: calabrese di origine e toscana di adozione”
per usare le sue parole, con una biografia ricca di
pubblicazioni in di-
versi ambiti, riconoscimenti
importanti e l’avvallo di cri-
tici affermati. Scrive su di
lei Dante Maffìa: “Giusep-
pina Amodei è personalità
eclettica che sa muoversi a
suo agio nel campo della
poesia, della saggistica pe-
dagogica, in quello della
narrativa e in quello del tea-
tro restando fedele a un lin-
guaggio lirico fortemente caratterizzato,
in cui deve risultare sommamente im-
portante la valenza semantica. È la sua
cifra, quella che la distingue e la rende
riconoscibile al primo impatto; è il suo
modo di essere poeta senza tra-
dire la narratrice, senza ricusare
la pedagogista.”
Pur senza negare mai l’essenza
della poesia, la poetessa ama
sparigliare i generi, mischiarli, ac-
costando immagini e parole, vi-
deo, fotografia, arte; ama l’in-
tensità dello stupore creando fi-
gurazioni potenti, fortemente evocative. È
questo il caso di “Eudemonia”, un libro
d’arte pubblicato in edizione speciale in
mille copie numerate dalle Edizioni Pai-
deia di Firenze nella Collana Palazzo
Spinelli Arte. Si tratta di un testo prezio-
so che abbina alla poesia di Giuseppina
Amodei 44 fotografie di Fabrizio Porta-
lupi in bianco e nero stampate in tritonale,
e che si avvale della prefazione di Dante Maffìa e della
postfazione di Santo Gioffrè.
Il corpo nudo e sensuale della modella Elisabetta Coraini
si insinua, attraverso un gioco di prospetti-
ve e curve spezzate, dentro una natura roc-
ciosa, arsa, crudele, fino a far confondere
l’elemento umano con quello ferino o vege-
tale. Il femminile e la sua nudità selvaggia
sono riportate dentro al vortice dell’origine,
della nascita e della morte. La donna è en-
trambe, si immerge nell’essenza, nel ‘daimon’
che la abita con furore e passione, alla ricerca
della felicità come scopo ultimo dell’esistenza
umana secondo il senso etimo-
logico della parola ‘eudemo-
nia’. Non vi è dunque alcuna ac-
cezione negativa: la donna-de-
monio è natura stessa, albero,
roccia, sabbia, mare. In questo
intreccio la poesia di Giusep-
pina Amodei, tagliente e scabra
anche se capace di scatti lirici
e musicali, sembra voler gui-
dare il lettore dentro le imma-
gini, fra le fessure, gli anfratti,
quasi vagine oscure e umide -
in una nudità mai esposta con
lascivia - dentro le quali si na-
sconde il mistero divino e in-
sondabile della vita.
48 noidonne | settembre | 2010
POESIA
GIUSEPPINA AMODEI
EUDEMONIA
VERSI TAGLIENTI E SCABRI, IMMAGINI
FATTE DI PROSPETTIVE E CURVE
SPEZZATE PER SCOPRIRE,
NELLA NATURA E NEL SUO RAPPORTO
CON L’UMANO, IL MISTERO
INSONDABILE DELLA VITA
L’accesso
- eccesso?-
è solamente un brufolo indistinto
punta di spillo
fragile ferita
s’insinua dentro il grigio
tra labirinti nodi curve
azzardi della mente
di Luca Benassi
Oppure è un vecchio millenario
tronchi frantumati e ricomposti
- fenditura in forma di vagina -
utero triplo monolite
rifiuta e ricompatta le sue foglie
Oscena?
- dici -
Solo la morte è oscena
e chi la porge
Io risorgo ogni volta,
grido risata isterica sberleffo
pianto sorriso ironico spavento
prateria nuvolaglia maremoto
cenere vento roccia
e ancora radice
AP
PR
OD
I
Non possiedo bagagli
il mio bagaglio
è il corpo crudo
- si offre al mondo senza ipocrisia -
il fuoco e il sudore i miei vestiti
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