Numero 7 del 2015
Salute, informazione sinergie. Speciale Expo, Donne in campo - CIA
Testi pagina 50
48 Luglio-Agosto 2015
“Il paradiso perduto” è l’ulti-ma opera di Maria Zimotti, di prossima pubblicazione per
Il papavero edizioni di Avellino, che
della stessa autrice aveva già pub-
blicato nella collana Quaderni d’Au-
tore “La ragazza facile”, nel 2012.
“Il paradiso perduto” è un libro com-
patto, che in una cinquantina di testi
racconta una dimensione postuma
dell’esistenza nella quale, tuttavia, è
possibile trovare il senso del futuro
e della crescita. Il nocciolo di questi
versi, infatti, è da trovarsi proprio nel
titolo, suggestivo nei suoi echi ro-
mantici: Zimotti narra di un paradiso
irrimediabilmente perduto, quello
della terra di origine (la poetessa,
che vive in provincia di Milano, è
nata nel Gargano) e di una realtà
domestica, ormai fi nita. Vita coniu-
gale e viaggio verso Sud si spec-
chiano l’una nell’altro, sono metafo-
ra di una tensione che non prevede
soluzione né quiete, ma onde di un
ritorno che, sulla spiaggia della vita,
spezzano e frantumano l’esistere. In
particolare, il Sud di Zimotti è un luo-
go edenico, primordiale, nel quale
trovare l’origine di ogni cosa, della
natura, della bellezza, dell’amore
come della storia. Allo stesso tempo
è un luogo dell’abbandono, al quale
si ritorna per le feste, ma che presto
si deve abbandonare per tornare
alle fatiche del quotidiano. Anche
la vicenda amorosa ha un suo arco,
un suo inizio e un’inevitabile fi ne,
un percorso da affrontare con la
stessa forza e la stessa caparbietà
che è necessario avere sui viadotti
autostradali che portano al Sud. In
questa dimensione invano si cer-
cheranno i sentimenti della rabbia
e del rancore; vi è invece una tra-
gica ma profonda consapevolezza
dell’inevitabilità dei casi della vita,
dove all’amore succede l’abban-
dono, per poi poter ricominciare
nuovamente. Se indubitabilmente
questo è un libro della perdita, non
c’è dubbio che in ogni fi ne è da tro-
vare la possibilità di un nuovo inizio
e, come al Sud sempre si ritorna a
ogni nuova estate, allo stesso modo
la vita si rinnova, offrendo nuove
possibilità. Allora questi diventano
i versi della voglia di ricominciare,
della consapevolezza che nei fi gli
- che acquistano un ruolo sempre
crescente nello sviluppo della rac-
colta - è da trovare il seme del futuro
e della vita. Non è un caso che que-
sto sia un libro aperto, senza una
conclusione lapidaria e defi nitiva,
come è testimoniato dalla poesia
di chiusura che reca il titolo “to be
continued” (“continua” in italiano).
Questa forza di vivere, che gemma
e cresce nella raccolta, è sorret-
ta da una versifi cazione matura e
controllata negli esiti stilistici, a tratti
dura e affi lata, ma sempre dotata di
una sua peculiare dolcezza. Zimotti
sa affascinare e colpire, e i suoi ver-
si si imprimono nella memoria con
la forza di uno schiaffo e la legge-
rezza di una carezza.
Quattro
Nel cuore dell’Appennino
e della memoria
lo sguardo della donna insegue
il paradiso perduto
Erano in quattro
In un pomeriggio di festa
lucido di sole
l’ auto serena scivolava
Quattro, inscindibili,
uniti dal momento
perfetto presagio preludio
della famiglia prima della fi ne
Il viaggio
Guido io
e mi sembra di poterlo fare per sempre
nel solito viaggio verso sud
Del tuo viso al mio fi anco
ho visto i mutamenti
le rughe infi ttirsi
nel corso degli anni
come i raccordi autostradali
Non mi stanco mai di guidare
e mi illudo di aver vinto il tuo cuore
come ho vinto la vertigine dei viadotti
Rifarsi una vita
Sto ancora cercando la chiave
che dia il senso a questa frase
che senso non ha
Chi vuole rifarsi una vita
gesticola molto
ostenta una luce spavalda
e disperata negli occhi
Le ali che mi trascino
sono pesanti
memorie che non fanno più male
ed io la mia vita la voglio rifare
dal minuto prima in cui
ti ho detto di andare
MARIA
ZIMOTTI
PARADISO
PERDUTO
Versi che hanno la forza
di uno schiaffo e la
leggerezza di una carezza
di Luca Benassi
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