Numero 4 del 2016
Europa (in)difesa. Barriere politiche e culturali
Testi pagina 50
48 Aprile-Maggio 2016
“Tra ali e radici” (Ardui-no Sacco Editore, Roma 2016), di Rita Proto, è un
libro che raccoglie testi composti in
oltre un quarantennio. Lo si intuisce
dall’anno di composizione posto in
calce alle singole poesie, laddove
invece la raccolta mostra una com-
pattezza di stile e un’unità tematica
sorprendenti per testi scritti in un
arco di tempo così lungo. Il filo ros-
so che conduce le composizioni è
quello del rapporto madre-figlia, che
viene indagato nel difficile passag-
gio del divenire, del trasformarsi in
donna adulta assommando al ruolo
di figlia quello di madre. Il volano
della nascita e della trasformazione
viene declinato in un’abbondanza
di metafore che traggono linfa dal-
la vita domestica, dalla quiete delle
stanze e delle abitudini, che si in-
trecciano con quella della natura:
le piante, le seminagioni, i campi,
gli orti, i vasi diventano i luoghi e i
soggetti dell’esistenza che nasce e
cresce, a dispetto delle mancanze,
delle difficoltà, delle delusioni. La
mancanza sembra un sentimento
che scorre in tutto il libro, accom-
pagnando le vicende familiari delle
origine, del rapporto con genitori la
cui assenza pesa come un fardello,
fino al distacco della figlia, alla se-
parazione. È questo un libro delle
incongruenze risolte e degli ossi-
mori, a partire dal titolo, dove alla
maestà libera del volo si oppone
la fissità ctonia delle radici. Scrive
in proposito Marilde Trinchero nella
prefazione: «il filo conduttore che at-
traversa le poesie di questo libro è
il tema degli opposti e della loro tal-
volta complessa conciliazione. […]
A volte sembrano nascondersi, poi
emergono potenti, temuti, ma ne-
cessari. Luce e buio, dolore e gioia,
stupore e rassegnazione: compagni
di viaggio che chiedono di essere
appresi e attraversati.» Si vedano in
particolare le due sezioni “Io figlia” e
“Io madre”, dove questa contrappo-
sizione biologica marca un conflitto
di sentimenti, di rabbie inespresse
finalmente curate nell’amore, nella
dedizione, nella dolcezza della figlia
che è diventata a sua volta madre.
Rita Proto coltiva una scrittura es-
senziale, ripulita da ogni asperità e
stucchevole sentimentalismo, non
di rado accostandosi a forme della
cultura orientale, afgana o giappo-
nese, come i landays (poesie com-
poste da due versi con cui le donne
pasthun denunciano le violenze e i
soprusi a cui sono sottoposte) o gli
haiku. È questa purezza cristallina
del dettato a rendere “Tra ali e radi-
ci” un libro prezioso, da leggere con
attenzione.
Sto cercando la figlia
che ho incontrato, in una Favola,
amorevole, forte e curiosa.
Ci rivedremo,
prima o poi,
nel giardino segreto.
Parleremo di questi anni
che ci hanno diviso,
tra l’Ibisco e le viole.
Ero albero fiorito
e albero ritornerò,
quando ci saremo dette
tutto l’amore e la bellezza del bosco.
(2015)
—
Seduta a questa tavola imbandita,
mi nutro
della vostra estraneità.
Mi chiedo se avete partorito
Voi
la mia solitudine.
Il mio silenzio
è una richiesta
di tempi più vitali,
il presagio di una nascita diversa.
(1977 ai miei genitori)
—
Voglio essere seme,
che la terra sia fertile
e il Giardiniere
se ne prenda cura.
Avrò fiori e foglie e rami
e al vento canterò
parole di donna.
(2012 epitaffio)
RItA
PRoto
POESIA TRA
CIELO E TERRA
Una scrittura essenziale,
ripulita da ogni
asperità e stucchevole
sentimentalismo
di Luca Benassi
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