Numero 12 del 2006
Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie
Testi pagina 5
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sempre quelli, da sempre. Le donne, insieme, potrebbero fare, e fare la differenza.
Perchè tante donne del sud, intelligenti e forti politicamente, non riescono a tro-
vare una sintesi?
Gentile direttora,
qualche riflessione e considerazione sulla scuola, lo studio e la ricerca in
Italia. Lo studio a volte faticoso, apre molte porte per il futuro, più opportuni-
tà di lavoro, ai giovani e ai meno giovani, per migliorare la condizione sociale,
per integrarsi, per far accettare e costruire insieme una convivenza pacifica e
solidale, per imparare i valori veri e condividerli, come la tolleranza, l'accetta-
zione dell'altro, e la convivenza civile. La scuola può indirizzare non da sola
naturalmente alla conoscenza dei temi della vita, e alla curiosità, che dopo
spinge ad approfondirli e ha trovare delle soluzioni per il bene comune. Vi si
possono mettere germogli di valori sociali ed etici come l'onestà, la trasparen-
za, la solidarietà, la giustizia, la libertà, che sono il terreno civile e morale,che
favorisce la costruzione di una società migliore. Certo, anche la competitività
di cui ora nel contesto in cui viviamo, ci preoccupiamo e ha bisogno di gente
in gamba, e perciò della scuola, della formazione, dalle elementari all'universi-
tà, e dalla ricerca. Il benessere è ragione di tranquillità, di decenza dei livelli di
vita, dei servizi sociali, assistenziali, previdenziali e sanitari efficienti, queste
dovrebbero essere le condizioni per il progresso di tutti. Una scuola che veda
la convivenza di alunni diversi per ceto e livello culturale, ma anche per lingua
madre, tradizioni, religione e miri a farli cittadini di serie A, lasciandoli però
ciascuno libero di mantenere usi, costumi, fede propri. È un obiettivo da rag-
giungere molto ambizioso, che richiede insegnanti non solo preparati, che lo
sono, ma anche volenterosi, motivati. Richiede anche più responsabilità anche
da parte dei genitori, più partecipazione attiva, occupando a pieno titolo, quel-
lo spazio democratico negli organi collegiali nella scuola, che la legge prevede,
portando il loro contributo di idee, di proposte, di confronto, di dialogo. Ri-
chiede certamente il contributo delle istituzioni, dai comuni, alle province, al-
le regioni, e dal governo, con più investimenti, economici in strutture, e in per-
sonale stabile, non precario. Cari governanti a tutti i livelli, non abbiate paura
ad investire nella scuola , nella formazione, nella cultura, nella ricerca, nel tem-
po darà i suoi buoni frutti. Bisogna coinvolgere sicuramente anche gli studen-
te ed universitari, ascoltare i loro suggerimenti , le loro proposte. Ma anche
tutti i cittadini devono interessarsi di più della scuola e far arrivare le loro pro-
poste ai governanti. E mezzi di informazione dai giornali, alla radio, alla tele-
visione, fare più informazione sulla scuola e premiare quelle trasmissioni che
fanno programmi culturali. Sono dell'idea che uno stato che investe sulla scuo-
la, sulla cultura, sulla ricerca, investe bene sul proprio futuro.
Se tutti insieme ci daremo da fare con più forza, con più impegno, e pren-
deremo coscienza dell'importanza che ha la scuola nella società, nella forma-
zione, dei cittadini, dei nostri figli, potremo dire di aver dato un contributo per
costruire una società con una cultura più elevata, più giusta e dove il diritto
allo studio sia garantito in uguale misura per tutti i cittadini. Il valore sociale
della scuola, della cultura, del sapere, deve valere molto di più dei futili valori
materiali che la società del consumismo di oggi ci offre.
Francesco Lena
Caro Francesco,
la questione che pone dovrebbe essere al centro dell'attenzione di qualsiasi so-
cietà perchè il futuro sarà esattamente quello che ogni generazione vorrà che sia.
Lei invita a contrapporre il modello consumistico ad una dimensione etica, più
vicina ai bisogni autentici delle persone. Il punto vero, mi pare, è stabilire in pre-
messa se siamo tutti d'accordo sulle sue osservazioni.
Intendo dire: se siamo d'accordo davvero, non a parole o superficialmente. La
scuola è affetta dagli stessi malanni che imbrigliano l'intera società. Inoltre non
è più una delle principali agenzie educative, uno dei punti di riferimento per i gio-
vani e anche per le famiglie, come lo è stata in passato. Lo sconquasso in cui vi-
viamo è forte e profondo e credo che, nel disorientamento generale, dovremmo al-
meno individuare alcuni punti fermi e ricominciare a delineare il cammino. Non
è tempo di divieti o di nostalgie. Occorre guardare avanti con ottimismo e senza
paura di cambiare. Ci vuole molta, molta intelligenza e lungimiranza.