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Numero 11 del 2007

Stop femminicidio


Foto: Stop femminicidio
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Testi pagina 5

noidonne novembre 2007 5
che lui mi ammazzasse finalmente, così non avrei dovuto pensare,
ogni giorno, a come fare a proteggermi, per difendermi dagli inse-
guimenti, dalle continue persecuzioni.
Momenti di sconforto che penso possiate comprendere, ma non
permetterò a nessuno di noi di dire che non ce l'ho fatta, perché sto
seguendo la mia strada a testa alta, fiera di ciò che sono.
Se Vjosa fosse presente, qui, accanto a noi, con la sua irruenza e
la sua fisicità frizzante, certo avrebbe la forza di strapparci la pro-
messa di ricordarla per ciò che era, senza idealizzazioni, miti, stru-
mentalizzazioni. Una donna vera con le sue contraddizioni, i suoi
smarrimenti e una grande dose di coraggio. Una donna incline alla
vita che ha osato opporsi a un uomo che non la rispettava e a una
cultura che avrebbe preteso il suo silenzio e la sua sottomissione.
Ma soprattutto una donna che accarezzava il sogno di esistere, fi-
nalmente in pace, insieme alle sue figlie.
Semplicemente una donna che ha scelto di vivere il tempo che le
restava da vivere.
In memora di Lucia Natoli
Lo scorso 22 agosto è morta la professoressa Lucia Nato-
li, 'noidonne' affida alla sua parola, il ricordo e la storia di una
delle protagoniste della storica testata degli anni 70, nel
contesto della fondazione del primo Consultorio Autogesti-
to a Messina. La sua morte dimostra che nulla deve essere
scontato; la sua scomparsa suona come un potente schiaf-
fo, come un tuono che urla in faccia tutta la nostra fragilità
e la nostra impotenza.
Rigorosa nella vita e nella professione; ironia della sorte,
proprio lei che ogni giorno si confrontava con i ragazzi con
gravi disagi per aiutarli a redimersi e con le alte istituzioni
per garantire impegno quotidiano per la prevenzione, per
l'efficienza, ha perso la vita uccisa da ciò contro cui combat-
teva: è bruciata sul rogo della superficialità, dell'approssima-
zione e della scorrettezza.
A lei dobbiamo riconoscenza per il lavoro svolto e per
avere introdotto l'aspetto sociale nella cultura ginecologica,
privilegiando prospettive interdisciplinari, ma facendo, nello
stesso tempo, della ginecologia sociale e preventiva, una di-
sciplina scientifica specifica.
Vorremmo poter parlare con la musicalità delle sue paro-
le, degli episodi fisiologici delle donne, laddove descrive la
progettualità femminile, sintonica ai ritmi della natura, l'e-
terno ritorno del sole, della luna, delle stagioni, dell'esistere
come ritmo e pulsazione, come segno che la vita è dentro di
noi. Tutto, nei suoi scritti, è reso leggero e positivo; la tri-
stezza si trasforma in gioia di gustare i cambiamenti della vi-
ta. Ha saputo rappresentare in maniera vibrante, una donna
che è corpo, anima, mente, emozioni e sentimenti. Questa
immagine di Lucia ci seguirà anche quando, domattina, par-
leremo di clinica, di farmaci, di sindromi e di rischi. Ci ha in-
segnato a non dimenticare, né domani, né mai, che dietro il
sapere e l'operare scientifico c'è una donna, un soggetto per-
sona che mai, la medicina deve perdere di vista o rendere se-
conda alla tecnica. Della sua parola, rimarrà sempre per noi,
il piacere di ascoltarla e ricordarla... grazie di cuore Lucia,
grazie per esserci stata, grazie Lucia per il faro che hai sapu-
to accendere, per noi navigatrici del Sud.
Luisa Barbaro e Gabriella Giannetto
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