Numero 5 del 2007
Happy new family
Testi pagina 5
noidonne maggio 2007 5
perché non lottare perché le madri siano aiutate concretamente e
quindi anche economicamente quando hanno un figlio e magari
non hanno lavoro, io penso che la società sarebbe molto più ricca
poiché ci sarebbero più sorrisi di bimbi oggi e più forze giovani per
lo studio e il lavoro domani. Non ci sono le risorse? Non credo, il
fatto è che bisognerebbe fare delle scelte radicali su come utilizzare
le risorse, non bisognerebbe permettere che le risorse per le famiglie
vengano spostate all'ultimo momento per la rottamazione delle
macchine, cosa ce ne faremo tra 20 anni di tante carcasse di mac-
chine tanti vecchi e pochissimi giovani, che fine hanno fatto i 300
euro l'anno per ogni figlio che se non sbaglio avevo sentito promet-
tere da Prodi in campagna elettorale?
Se la maternità avesse più tutele, forse tante donne non arrive-
rebbero a certe decisioni, non è faticoso avere un figlio e poi accu-
dirlo? Perché non riconoscere alla donna che questo è un lavoro che
fa per tutta la società e che quindi deve anche essere considerato e
remunerato? Saremmo sicuramente più ricchi tutti, magari non tan-
to di beni di consumo inutili il cui bisogno è stato inventato oppor-
tunamente dai pubblicitari, ma di ricchi di umanità.
I soldi spesi per la crescita umana della Nazione non sono sicu-
ramente mai spesi male.
Luisa Revelli
Le donne hanno lottato sempre per ottenere quello che anche lei
invoca: tutele e sostegni per la maternità, purtroppo concepita an-
cora come circostanza personale cui la donna deve fare fronte in so-
litudine o al massimo condividendo oneri e responsabilità con il
proprio compagno. A queste battaglie combattute da anni per ri-
vendicare bisogni, ma anche per sollecitare un complessivo cam-
biamento culturale nei confronti della maternità, le donne hanno
affiancato anche la conquista e la tutela del diritto a decidere se e
quando diventare madri. Nel "commento alla legge della Lombardia
sulla sepoltura" che ha inviato in redazione sembrano contrapporsi
le due questioni, che invece, sono due facce della stessa medaglia.
Le donne e la vita sono complesse: l'unica strada che abbiamo per
non soccombere, come donne, è quella di continuare a lottare insie-
me, tutte, per i nostri diritti e le nostre libertà.
Cara Tiziana,
voglio ringraziarti per le parole affettuose che mi hai indirizzato, in occasione del
conferimento dell'onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica assegnatami
dal Capo dello Stato. Debbo, però, riconoscere che non sarei giunta ad avere l'i-
dea di far nascere il Telefono rosa nel lontano 1988 - questo il motivo del ricono-
scimento - se non avessi avuto alle spalle l'esperienza preziosa di venti anni di
lavoro a "noi donne" e un colloquio ininterrotto con le donne e i loro problemi. E'
per questo che oggi un riconoscimento individuale può considerarsi collettivo ed
io sono lieta di dividerlo con le tante donne italiane di cui negli e in vari modi ho
ascoltato la voce.
Ti abbraccio affettuosamente.
Giuliana Dal Pozzo
In ricordo di Maria Antonietta Macciocchi
Ha diretto 'noidonne' nei primi anni '50, un periodo difficile in cui questo nostro gior-
nale era alla ricerca di una definizione editoriale dopo il coraggioso avvio a Napoli
nel 1944. In quegli anni sotto la direzione di Maria Antonietta Macciocchi 'noidon-
ne' mutò anche nella veste tipografica divenendo un rotocalco. Macciocchi passò
successivamente alla direzione di 'Vie Nuove' e poi scrisse per l'Unità. Figura voliti-
va e controversa, "giornalista appassionata, ambiziosa, coraggiosa, instancabile"
secondo la definizione di Miriam Mafai, non esitò ad assumere posizioni nette che
negli anni la portarono a fare scelte politiche diverse dalle sue origini e anche a tra-
sferirsi in Francia. E' morta all'età di ottantaquattro anni lo scorso mese di aprile.