Numero 3 del 2008
Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
Testi pagina 5
noidonne marzo 2008 5
avrebbe picchiata, con la paura che mio figlio ormai ventenne, si
accorgesse di tutto e intervenisse, quindi non potevo urlare, dovevo
lottare in silenzio, poi non ce l'ho fatta più fisicamente, lui è molto
più grande di me, e mi sono arresa, l'ho lasciato fare, come un bam-
bolotto senza volontà senza reazioni senza emozioni, vuota.
Ho lasciato che finisse nella speranza che non mi picchiasse. Ec-
co è finita così, ora mi manda messaggi dove mi dice, come se nul-
la fosse successo che mi ama, che vuol fare l'amore con me, che so-
no l'amore della sua vita, che non vuole perdermi, io rispondo che
se si avvicina a me, lo denuncio, allora lui cambia e mi manda mes-
saggi offensivi…. Ecco questo è quello che ho ottenuto solo perché
volevo una famiglia. E non ho trovato l'ultimo degli uomini, è un
professionista, che guadagna un sacco di soldi e che nessuno mai si
aspetterebbe di conoscere in questa veste, non tutti i mostri sono ri-
conoscibili allo sguardo, questo è un mostro viscido che si nascon-
de nelle pieghe della borghesia.
Quello che volevo dire è solo questo, non avrei mai immaginato,
giuro, dopo tanto lavoro dietro di me. Ho anche fatto parte di grup-
pi a difesa della donna, ho fatto e faccio politica e sindacato, a di-
fesa dei più deboli e cercando di risolvere qualcosa in questo lercio
mondo, di trovare gli spiragli di sole anche piccoli dove sembra che
ci sia solo un buio assoluto, e oggi mi ritrovo a dover trovare quel-
lo spiraglio di luce anche per me, niente di particolare non sono im-
mune alla vita.
Una cosa mi ha colpita molto, essere violentata dal proprio
compagno, mi era capitato di sentirlo dire e credevo che comunque
fosse un trauma minore che da un estraneo, e probabilmente lo è,
non lo so, ma devo dire che la paura è stata esagerata e la paura
soprattutto che mio figlio intervenisse e succedesse una tragedia, e
ancora che mi picchiasse, non so com'è con un estraneo, ma è sta-
to spaventoso e non credevo.
Ecco, mi sono sfogata, nulla di particolare, ma ho condiviso, e
credo che sia sempre importante condividere con qualcuno la tua
esperienza e poi semplicemente ne avevo bisogno, scriverle è come
scrivere a un'amica, perché comunque tutti i mesi mi confronto con
questo giornale storico e di lotta, in nessun posto possono capirmi
meglio che da voi. Grazie.
Manuela
Cara Manuela
la tua (posso darti del tu?) nota mi commuove e mi rende fu-
riosa allo stesso tempo. Sentirti così vicina, nonostante non ci
conosciamo di persona mi affida una grande resposanbilità, prima
di tutto umana, e poi anche professionale.
Ti ho chiesto il permesso di pubblicare questa tua lettera,
quello che tu chiami uno sfogo, perchè penso che la tua testimo-
nianza coraggiosa possa aiutare tante altre donne che vivono,
con minor consapevolezza, un'esperienza analoga. Credo che
molte possano riconoscersi e prendere forza. L'idea che le tue pa-
role possano sostenere altre donne forse può essere di aiuto an-
che per te, in un momento così difficile della tua vita. L'utilità di
un giornale come il nostro è anche consentire questo tipo di in-
contri, consumati in una dimensione di condivisione e affetto
universale perché trascende la conoscenza diretta. Sapere che
queste pagine sono percepite e vissute anche in questa prospet-
tiva rende ancora più vivo e interessante il nostro lavoro.
Ci fai un grande regalo che vogliamo ricambiare chiedentoti di
guardare con fiducia al futuro, perché non è giusto che ti senta
colpevole di .. esserti rilassata. E' stato un brutto incontro, ma è
stato giusto aver provato così come è giusto aver chiuso una sto-
ria sbagliata. Prometti di rilassarti di nuovo, però, se capiterà l'oc-
casione giusta.