Numero 10 del 2009
RU 486: la pillola ideologica
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t'oggi in varie parti del mondo. (...) Lo confesso: mai avevo sospet-
tato che lo stesso criterio valesse anche per gli uomini. Eppure il te-
sto della querela è chiarissimo: le battute di Luciana riportate dal-
l'Unità ledono l'onore e "l'identità personale" del querelante perché
lo presentano "come una persona con problemi di erezione". Meno
chiaro è il significato implicito. Che cosa si sottintende, esattamen-
te? Che chi ha problemi di erezione è una persona con l'identità le-
sa, una persona scarsamente o affatto onorabile (onorevole, onora-
ta, onoranda)? Oppure si stanno identificando e sovrapponendo
onore ed erezione, stabilendo tra i due una relazione biunivoca?
Curiosamente, sembra che nessuno si sia indignato per questo.
Sembra che a nessuno sia venuto in mente che l'onore (concetto co-
munque variabile e tuttora da definire) risiede nel cuore, nell'anima,
nella mente, nello spirito di ciascuno di noi piuttosto che nel basso
ventre. Nessuno sembra essersi scandalizzato nel veder considerata
fonte di onore la funzione erettile piuttosto che la generosità, la leal-
tà, la tolleranza reciproca, la compassione, la coerenza, il rispetto,
l'apertura mentale, il senso di responsabilità e via dicendo. Che co-
sa dimostra una simile cecità di fronte al significato dei termini usa-
ti e delle idee espresse nella querela del Premier? Forse che questa vi-
sione del mondo è condivisa più ampiamente di quanto si potrebbe
immaginare in un Paese che si ritiene civile, avanzato, addirittura
cristiano sotto ogni punto di vista?
Se è così, qualcuno mi può spiegare che cosa ci distingue da una
massa di bruti, incapaci di 'seguir virtute e canoscenza' perché trop-
po presi da ciò che hanno dentro le mutande?"
Chiara Santagada
Il metro di valutazione dell'onore non è fissato per legge e cam-
bia da persona a persona. Dunque è ragionevolmente impensabile
contestare ad un miliardario ultrasettantenne - che al 'quel' suo spe-
cifico onore ci tiene proprio tanto - il 'suo' metro di giudizio. Del re-
sto le evocate categorie del cuor, dello spirito o dell'anima stonano
decisamente con il personaggio, che usa il metro dei soldi per tutto:
potere, donne, politica, affari. Di soldi non ha certo bisogno il no-
stro Presidente del Consiglio, ma per quelle che lui valuta offese a
mezzo stampa chiede miliardi. Non sarebbero bastati risarcimenti
simbolici dopo le eventuali vittorie in Tribunale? Roba di altri tem-
pi: per Lui l'unità di misura valida è il danaro. Ma allora sorge un
dubbio... che Lui, forse, non si ritiene leso nell'onore (mutande a par-
te) ma che abbia colto l'occasione per recare un danno serio - se non
addirittura irreparabile - a chi è fuori dal suo controllo e intende ri-
manerci. Questa si chiama vendetta, che con l'onore proprio non
c'entra niente.
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