Numero 1 del 2011
Il futuro in testa
Testi pagina 5
LA DONNA
DEL MESE
di Silvia Vaccaro
hi era Nadia Shamroukh l’ho sa-
puto il giorno prima di incon-
trarla. Quasi per caso avevo sen-
tito un’amica che era partita per
la Giordania con la nota ong ita-
liana, Un ponte per, l’aveva conosciuta in
quella occasione e me ne aveva parlato en-
tusiasta, descrivendola come una perso-
na meravigliosa, generosa, accogliente.
L’affetto che avevo sentito in quelle parole
rivolte alla donna che stavo per incontrare
sono state confermate dai fatti. H0 in-
contrato Nadia durante una tavola ro-
tonda organizzata da Un ponte per, nel-
la quale si discuteva di alcuni progetti che
l’ong porta avanti. Uno di questi, che si
occupa di protezione delle donne vittime
di abusi, assistenza sanitaria, legale e
campagne di informazione, è realizzato in
partenariato con la Jordanian Woman
Union, di cui Nadia è Presidente. Si è par-
lato molto della presenza di rifugiati ira-
cheni in Giordania e delle loro condizio-
ni di vita spesso terribili. Le ho chiesto di
parlarmi della sua opinione sul conflitto
iracheno e sulle responsabilità più gravi
che lei, donna araba impegnata in prima
linea per i diritti umani, individuava. “In
Iraq assistiamo ad un disastro provocato
dagli americani, con l’aiuto degli europei
e anche degli arabi. Molti governi hanno
seguito gli americani solo perché ancora
dominano la sfera mondiale. La lega
Araba, così come l’Europa, non ha avu-
to la forza dimettersi contro gli USA. Il
motivo della guerra è un vero e proprio
assalto al petrolio, quindi non è esatto par-
lare di un conflitto, parlerei piuttosto di
una vera e propria distruzione premedi-
tata dell’Iraq, e credo anche che la co—
munità internazionale non abbia fatto qua—
si nulla per impedirla. Avrebbero dovu-
to mandare delle forze speciali come è sta-
to per il genocidio ruandese o nel caso del-
la eX-Jugoslavia. Perché non l’hanno fat-
to e non lo fanno?
Perché restano tutti a guardare lo ster—
minio di migliaia di civili iracheni? Que-
sta situazione non è facile da risolvere e
purtroppo quando gli americani final—
mente se ne andranno lasceranno un
paese a pezzi. Quando c’era Saddam, che
era un dittatore, la gente era unita contro
di lui. Da quando c’è l’occupazione sta-
tunitense, il popolo è diviso e i fratelli sono
pronti ad uccidersi tra loroâ€.
“In Giordania sono arrivati moltissimi
profughi da quando e iniziato questo or-
rendo conflitto. I governi arabi, soprat—
tutto quelli dei paesi confinanti con
l’Iraq, non possono essere miopi davan-
ti a questa tragedia umana e devono ga—
rantire ai cittadini iracheni che fuggono
da quell’inferno una vita dignitosa.
Nel mio paese arrivano sia persone ricche
che pagando ottengono la residenza e vi-
ia Shamroukh
vono nei quartieri
alti delle nostre cit-
tà , sia gente pove-
rissima che noi cer-
chiamo di aiutare
con i nostri pro—
getti. In generale la
popolazione araba
sostiene gli irache-
ni, in particolare il
popolo giordano è
molto Vicino a que—
sto popolo fratello.
Questo rapporto ha origini storiche: l’Iraq
ha sostenuto la Giordania molte volte, ha
donato quantità enormi di petrolio e mol-
tissimi nostri ragazzi hanno studiato in Iraq
gratuitamente. C’è quindi molta solidarietÃ
da parte della nostra popolazione nei
confronti dei rifugiati.â€
Parlando più in particolare di donne, le
ho chiesto che tipo di relazione c’è tra gior-
dane e irachene.
Nadia mi ha rivelato quello che desidera
di più. “Vorrei finalmente una legge nuo-
va: essere tutelate da una legge giusta vuol
dire vivere in un paese civile. Ancora ades-
sola qualità di vita di una donna in Gior-
dania dipende molto dalla classe sociale
a cui appartiene, ma tutte, nessuna esclu—
sa, sono accomunate dalla subordinazio-
ne nei confronti dell’uomo di casa.
Sognando ad occhi aperti, il mio deside-
rio più grande è quello di vedere nasce-
re un’organizzazione in cui tutte le don-
ne arabe si trovino riunite per parlare in—
sieme di tematiche di genere, per con-
frontarsi e per essere più forti.
Noi arabi siamo un unico popolo separato
dai confini dei paesi e credo che la pace
e i diritti fioriscano solo dove c’è solida-
rietà tra le persone e dove la fratellanza dei
popoli è più forte.â€
52W a:
, W
noidonne | gennaio | 2011 o