Numero 7 del 1944
Sguardi sul mondo, vita italiana in Francia
Testi pagina 5
NOI DONNE
non potesse aspettarli. Si spingono avanti con le spalle
il mondo che gira.
Giuseppe disse: i Proprio cosi, signore —— semplice-
mente perche era stanco di dire: —— Sissignore.
Giuseppe non approvava quel genere di conversazione,
che non aiutava a farsi un'opinione su niente. Se Giu—
seppe avesse detto alla cuoca. più tardi: — Gente preoc»
cupata del tempo. Annie i sarebbe stata un‘osservazio—
ne senza senso comune, Annie avrebbe domandato: —
Chi? 77. e poi: -— Perché? — v e avrebbe ï¬nalmente con-
cluso. — Che sc cchezza. Giuseppe! __ Giuseppe aveva
già cercato prima di trasportare in cucina le osservazio-
ni del dottor Winter. e sempre era ï¬nita nello stesso mo-
do: Annie aveva sempre scoperto che erano schiocchezze.
Il dottor Winter alzo gli occhi dai pollici e guardò Giu-
seppe che disciplinava le seggiole: — Cosa fa il Sindaco?
.7 Si veste per ricevere ii colonnello, signore.
i E voi non lo aiutate? Si vestirà male, da solo.
m Lo sta aiutando la signora. La signora vuole che
taccia una bella ï¬gura. La signora... , e cosi dicendo
Giuseppe arrossl leggermente — gli sta tagliando i peli
nelle orecchie. signor dottore, Il signor Sindaco soffre il
solletico: non se li farebbe tagliare da me.
77 Certo che fa venire i1 solletico _, disse il dottor
Winter.
— Ma la signora ci tiene.
Ad un tratto il dottor Winter scoppiò a ridere. Si alzò
e allungò le mani verso il fuoco. e Giuseppe abilmente si
slancio dietro di lui e rimise la sedia dove doveva stare.
— Siamo davvero straordinari ’7 disse i] dottore. ,,
Il nostro paese sta cadendo. la città e conquistata il
Sindaco sta per ricevere il conquistatore. e la signora
tiene fermo per il collo il Sindaco recalcitrante e gli ta-
glia i peli nelle orecchie.
— Erano cresciuti troppo. Anche le sopracciglia. Sua
Eccellenza si secca molto più di farsi strappare le soprac—
ciglia che i peli delle orecchie. Dice che è doloroso. Dubito
che perï¬no la signora ci riesca.
, Ci si provera — disse il dottor Winter.
Vuole che il signor Sindaco faccia bella ï¬gura, uggl.
signore.
Attraverso il vetro della porta d'ingresso una faccia
sormontata da un elmetto guardò dentro. poi si ridi un
colpo alla porta. Sembro che un po’ di calda luce uscìsr
se dalla stanza e un po' di grigio ne prendesse il posto.
Il dottor Winter guardò l'orologio e disse: W Sono in
anticipo. Falli entrare, Giuseppe.
Giuseppe andò alla porta e l'aprl. Un soldato entrò-
vestito con un lungo cappotto. Portava l'elinettn e un
fucile mitragliatore sul braccio. Si guardo intorno rapido.
poi si pianto da una parte. Dietro di lui apparve sulla
soglia un ufï¬ciale. L‘uniiorme dell'ufï¬ciale era di fatica
ed aveva i segni dei grado solo sulle spalle.
L‘ufï¬ciale entrò e guardo il dottor Winter. Sembra-
va l‘immagine di un gentleman inglese. camminava col
corpo inclinato in avanti. la sua faccia era rossa. il naso
lungo ma non brutto. e sembrava infelice nella sua unir
forme come la maggior parte degli ufï¬ciali britannici.
Rimase fermo sulla soglia ï¬ssando il dottor Winter. —-
Siete voi il sindaco Orden, signore? — chiese inï¬ne.
Il dottor Winter sorrise: — No. non sono io.
Siete un‘autorità cittadina. allora.
N0. sono il medico della citta e un amico del Sindaco.
L‘ufficiale domandò: — Dov'è il sindaco Orden.
sta vestendosi per ricevervi. Voi siete il colonnello?
No: sono il capitano Bentick. n L’ufficiale s'inchino
e il dottor Winter ricambio leggermente l‘inchino. Il ca—
pitano Bentick continuò. come se fosse un po' imbarazr
zato per quello che doveva dire: — Il nostro regolamento
militare. signore, ci prescrive di perquisire le persone pl‘CV
senti per disarmarle. prima che l'ufï¬ciale comandante
entri in una stanza. Non intendiamo niancarVi di ri—
guardo. signore. E chiamo. girando la testa: ,, Scr-
gente!
Il sergente si avvicinò rapidamente a Giuseppe, gli
foce scorrere le mani nelle tasche. e disse: Nienze.
capitano.
Il capitano Bentick disse al dotto-se Winter: Sper
r0 che ci scuserete. ,, E il sergente si avvicino al dottor
Winter. e gli paloo le tasche. Lc sue mani si fermarono
sulla tasca interna della giacca: vi fi'ugo rapido dentro C
ne. tolse una piccola borsa piatta di pelle nera, che porto
al capitano Bentick. li capitano l'apri e vi trovò pochi e
semplici strumenti chirurgici: due bi: 'i. degli aghi chi-
rurgici, una siringa ipodermica e alcune pinze. Richiiise
la borsa e la restitui al dottor Winter.
Ii dottor Winter disse: Vedete. io sono un medico
condotto, Una volta ho dovuto operare un‘appendicte van
un coltello da cucina. Da quel giorno porto sempre con
,me questi strumenti.
i In questa casa devono esserci alcune armi da fuoco
non e vero? ,, disse il capitano Bentick. aprendo un tace
cuino legato in pelle che aveva in tasca.
Il dottor Winter osservo: Sietc bene informato.
Si‘ i1 nostro agente locale ha lavorato qui per
qualche tempo.
Il dottor Winter disse' .. Immagino che non vorrete
dirmi chi sia.
Bentick rispose: , Il suo compito. adesso u finito.
c'e niente di male a dirlo. Il Sllo nome e CoreLl.
Il dottor Winter esclamò stupefatti): Giorgio Co»
rell? Ma no. 'e impossibile! Ha fllttil tanto pt'r tincstxi cit—
tà ! Ha perï¬no offerto i premi per la gaia di ti “o.
collina, stamane. >0 Mcnti'c parlava. i suoi occhi comin—
ciarono a intun‘e ciò che era accaduto. e la sua bocca si
troiit se leggermente . Capisco seguito. —— Ecco p3!"
che Corcll aveva organizzato la gara di tiro. Si, capisco.
Ma, Giorgio Corcllm E“ incredibile! (Comi/l'un