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Numero 5 del 1944

I problemi delle donne contadine. Donne d'Italia nella Resistenza


Foto: I problemi delle donne contadine. Donne d'Italia nella Resistenza
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NOI DONNE '



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onda dolce e carezzevole che cancellava il sangue, le tracce
di polvere e il contatto delle manacr‘c dei tedeschi L'acqua
afletiuosa del suo paese natia, l‘acqua pura del ruscello del
«un villaggio aveva aperto le braccia al bambino che era vis.
suto meno di un giorno. e l'aveva stretto nel suo abbraccio.

l Ioldati discutevano tra di loro. esaminando e misuran-
rio il buco. Olena non si muoveva. Aveva gli occhi יִssi sulle
piccole onde che salivano alla superficie eppoi svanivano
sotto il ghiaccio. Adesso il suo bambino era nascosto bene:
nessuno più lo avrebbe trovato. ll ghiaccio lo proteggeva
come uno scudo solido. e la neve aveva tessuto su di lui. il
piumino dei suoi candidi יִocchi.

A perdita di vista. non si vedeva. che la neve azzurra:
l'acqua si precipiteva sotto il ghiaccio fuori degli sguardi
dei tedeschi. Dove ve? si domandava Olena e si ricordò. che
andava verso est. Se ne rallegrò. La corrente portava il suo
bambino verso i suoi. verso il libero paese dove la gente non
viveva sotto l'oppressione nemica.

Si sentirono dei passi lungo il sentiero. l soldati si vo].

taronoi ll capitano Kurt \Verner scendeva nel burrone. Gli
uomini si misero sugli attenti. Olena non voltò neppure la

testa. Era sempre in ginocchio e guardava יִsso l‘acqua e
lo piccole onde scintillanti

Il capitano la spinse col piede. Essa voltò la testa, lo
sguardo vuoto.

— Avanti, Dove sono i patrioti?

Egli tremava di rabbia impotente. Subito dopo che egli
aveva spedito Olena sotto 1a guardia dei soldati, aveva ri.
cevuto un messaggio telefonico dal Quartiere Generale. Gli
si dava i‘ordine di ottenere a tutti i costi delle informazioni
sugli accampamenti dei partigiani. Al quartiere Generale si
credeva, che la maggioranza dei partigiani appartenesse al
villaggio dove Wemer e la sua. compagnia erano accantona-
ti. Doveva dare le informazioni richieste a qualsiasi costo.“
E (mesta dannata che poteva dargli le informazioni che



lola Kosmodemianskaia, partigiana di venti anni, la più
[randa eroina dall'Unione sovietica, torturata a trucidata dal
Tatami,

avrebbero soddisfatto il Quartiere Generale stava zitta come
se fosse stata spiritata.

Era disperato. Era anche pronto a comporre con que-
sta donna testarda... a supplicarla; ma sapeva che sarebbe
stato inr‘ile.

Era ': ile per gli Ufficiali di Stato Maggiore dire: 'u Noi
vi domandiamo in modo categorico ”4 Era facile dare degli
ordini cat< "ici. Ad ogni.costol u Dopo tutto, pensava, ho
fatto quanto I' \ potuto e il destino mi ha procurato il mi.
glior mezzo i”. interrogatorio possibile... Un neonato. Ma
neanche questo ha potuto commuovere questa donna n,

—— Dov'è il bambino? domandò ai soldati.

—— L'abbiamo buttato nel buco, disse timidamente il più
giovane dei due. Che cosa poteva aver spinto il capitano a
venir personalmente per domandare cosa avevano tutto del
cadavere qunndo appena un quarto d'ora prima egli stesso
aveva dato l'ordine di sbarazzarsene L'uomo aveva paura.
di aver sbagliato. di aver capito male l‘ordine del suo su—
periore Ma Werner scrollò le spalle.

.— Ascolta, donna... Dove sono i partigiani?

Olena non rispose. Adesso scrutava la taccia del capi—
tano ”con tutta l‘attenzione che aveva messa nel scrutare la
superיִcie dell'acoua Osservava i più piccoli particolari...
le sonraccirflin bionde. e un pelo. più lungo degli altri ar—
ricciato in modo comico verso la fronte... un pezzetto di carv
tina da simretta incollato come un punto bianco all‘ango.
lo della bocca. la rete di piccole vene rosse nella gota. le
palpebre pesanti, le ciglia di stoppa. un‘orecchia gelata
pir} grossa dell‘altra. 4

— Cosa guardi? Ti chiedo dove sono i partigiani?

Egli cani che la. domanda non le giungeva... non ascol-
tava. non otterrebbe mai nulla da lei. Ad un tratto la prese
in odio.

Certo nessun Utiicieie del Ouartiere Generale capirebbe
che non è possibile strappare qualche intormazione a una
donna... I suoi più cari amici gli metterebbero dei bastoni
tra le ruote p farebbero in modo di far sapere ai suoi su.
periori che il Cab. Kurt VVer-ner non sa far parlare le ori.
gioniere. Evidentemente era troppo buono. trnnpn tollerante
con tutta onesta canaglia della popolazione del villaggio.

Si morse le lnhhm e strappò il fucile ad uno dei suoi
soldati cosi hruialmentevche l'uomo irasaii. Olena non guar-
dava più il capitano. Aveva di nuovo gli sguardi יִssi sul—
l‘acqua. 51K suoi riflessi sul giuoco ininterrotto delle sue
onde mobi . '

W’ern'er indiettroegiò e con tutte le forze pianto 'in
baionetta nel dorso della donna inginocchiata. Olena cadde
con la faccia sull‘orlo del buco, Il capitano ritirò la baionet.
ta e la pianto di nuovo. Olena ebbe uno spasimo di agonia
e cadde distesa sulla neve ghiacciata. Le onde afferrarono
i riccioli dei suoi capelli imbrogliaii e dettero loro un'appa.
renza di vita facendoli ballare alla superיִcie.

— Buitaiela dentro, ordinò il capitano.

Gli uomini obbedirono senza esitare. Il Capitano bestem.
miò e ritornò indietro sul sentiero gelato. I soldati lo segùi-
rono passivamente, .

Nel burrone, l‘acqua scura gorgheggiava appena. Il bu-
co era orlaio di verde irridescenfe. Si poteva seguire molto
lontano la traccia degli stivali dei soldati sulla neve. Solo
in un posto vi era una macchia l‘osso, la dove il cadavere
del bimbo era caduto per la prima volta. Questa macchia
di un rosso splcndente spiccava sulla superficie bianca; co—
me se non dovesse mai sparire. ma restare li יִno ai giorni
luminosi della primavera. Allora la neve squaglierebbe, la
neve svanircbbe ed il ruscello liberato porterebbe le sue
acque agitate יִno alle lontane pianure, poi si butterebbe in
un mare senza rive. il mare che bagna la ierra natia di
Olena.



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