Numero 8 del 2016
Felicità, parliamone
Testi pagina 5
3Luglio-Agosto 2016
Le immagini con piazze gremite di popoli festan-ti sono consegnate agli archivi e al centro della scena ci sono i problemi da risolvere, ma per un
po’ la politica ha mostrato di saper regalare felicità.
A chi si è riconosciuto in un progetto, a chi ha vinto
insieme al suo partito, a chi è stato eletto. Reste-
ranno impresse nella storia nazionale, oltre che nei
giornali di mezzo mondo, i volti sorridenti delle due
giovani sindache di Roma e di Torino. Erano donne
felici. Virginia Raggi e Chiara Appendino, entrambe
madri e con una minima esperienza amministrativa
alle spalle, hanno sentito che era il loro momento.
E hanno scelto di assumere la responsabilità di una
candidatura. Di nuovo incontriamo la felicità, e la ve-
diamo nella possibilità di non avere paura perché si
è libere di autodeterminarsi. Impossibile non ricono-
scersi, magari per un attimo, in quel sentimento di
cui conosciamo le radici lontane. Sappiamo quanto
è costato conquistare la libertà che ha consentito,
anche al Movimento 5 Stelle, di arrivare ai risultati di
oggi. Senza le donne, senza queste donne, sarebbe
stato lo stesso Movimento? Certo che no. Così come
non ci sarebbero state tante sindache, donne presi-
denti di municipalità e consigliere comunali. La re-
cente tornata elettorale ha permesso di raccogliere
i frutti di semine lunghissime. Se pensiamo che, solo
una manciata di anni fa, una delle questioni da af-
frontare era il superamento della ritrosia femminile
nel parlare in pubblico… E che stia davvero arrivando
il tempo delle donne ce lo dice anche la prima vol-
ta di una candidata alla Casa Bianca. Hillary Rodham
Clinton, diventata Presidente degli Stati Uniti d’Ame-
rica, - come speriamo con il cuore e con il cervello
- avrebbe a che fare con la presidente della Federal
Reserve Janet Yellen, con la presidente del Fondo
monetario internazionale Christine Lagarde oltre
che con Angela Merkel. Ci fermiamo, ma la lista sa-
rebbe ancora lunga volendoci includere funzionarie
di autorevoli istituzioni internazionali, manager o im-
prenditrici di livello. Non sappiamo se sono donne
felici, ma certamente hanno goduto della libertà di
giocare le loro partite. E un certo impatto da tutta
questa energia ce lo aspettiamo, anche per colmare
le fratture che si fanno sempre più profonde con la
base della piramide femminile. Nei redditi e nei dirit-
ti, che sono parenti stretti. Sembra più facile, oggi,
raggiungere alcuni vertici piuttosto che sconfiggere
la disoccupazione o la violenza sessista. Lo stupro
e l’uccisione in queste ore di Maria (10 anni) in pro-
vincia di Benevento si aggiunge alla vergogna inar-
restabile dei femminicidi. Il lavoro da fare è ancora
tanto e non ci si può concedere neppure una piccola
pausa, ma bisogna imparare ad apprezzare i progres-
si piccoli e grandi. Abbiamo sempre pensato che la
felicità l’avremmo ottenuta (anche) con tante donne
nei luoghi del potere. Eppure, mentre raggiungiamo
questo risultato, sembriamo non disporre degli stru-
menti per leggere il nuovo presente, che esiste gra-
zie alle nostre lotte.
Il cammino per arrivare sin qui è stato lungo, tortuoso
e molto, molto faticoso. Una pausa possiamo conce-
dercela, ma solo per cercare risposte a qualche insi-
diosa ma inevitabile domanda. Siamo davvero felici di
vedere tante sindache, anche se non sono del nostro
partito? Come chiediamo loro di interpretare ed af-
fermare la differenza in politica? Attraverso quali ca-
tegorie di giudizio valuteremo il loro operato? Abbia-
mo elaborato, noi donne, nuove griglie di osservazione
unificanti e che trovino amalgama in una cornice cul-
turale e politica capace di andare oltre il Novecen-
to? Intendiamo provare a tracciarla senza dividerci?
Il momento della verità non è arrivato solo per il
Pd alla ricerca di se stesso, per il centrodestra allo
sbando o per gli eredi di Grillo alla prova di governo.
Tiziana Bartolini
LA RELAZIONE PERICOLOSA
TRA FELICITÀ E POLITICA
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