Numero 1 del 2010

Testi pagina 5

noidonne gennaio 2010 5
“noidonne” nelle librerie Feltrinelli
Siamo nelle librerie Feltrinelli che sotto elenchiamo.
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ribaldi, 30/a - FIRENZE: Via dei Cerretani, 30/32r - GENOVA: Via XX Settem-
bre, 231/233r - MESTRE: Piazza XXVII Ottobre, 1 (centro Le Barche) - MILA-
NO: Corso Buenos Aires, 33; Piazza Duomo (via Ugo Foscolo, 1/3); Via Man-
zoni, 12 - MODENA: Via Cesare Battisti, 17 - NAPOLI: Via Santa Caterina a
Chiaia, 23 - PADOVA: Via S. Francesco, 7 - PARMA: Via della Repubblica, 2 -
PERUGIA: Corso Pietro Vannucci, 78/82 - PESCARA: Corso Umberto, 5/7 - PI-
SA: Corso Italia, 50 - RAVENNA: Via IV Novembre, 7 - ROMA: Centro Com-
merciale Galleria Colonna, 31/35; Largo Torre Argentina, 7/10; Via del Babuino,
39/40; Via V. E. Orlando, 78/81 - SALERNO: Corso Vittorio Emanuele, 230 -
SIENA: Via Banchi di Sopra, 64/66 - TORINO: Piazza Castello, 19
cambiare concetto che si dà a questo tipo di uso di prostituzione.
Sarebbe ora che si finisse di chiamare prostituzione ciò che invece è
STUPRO. Una parola forte, ma che almeno dà istantaneamente l'i-
dea di ciò che queste donne subiscono ogni giorno. La differenza è
lampante tra una prostituta che si è scelta liberamente questa pro-
fessione e una prostituta costretta a fare questa 'professione'... Vor-
rei che le istituzioni - e non solo - si svegliassero su questo argo-
mento, e che finalmente la giustizia condannasse per stupro gli uo-
mini che chiedono sesso a pagamento a queste donne. Non so
quanto questa mia idea sia attuabile. Forse è soltanto un tentativo
di cambiare un concetto culturale (la cosa più difficile da fare). Sa-
rebbe possibile iniziare una campagna informativa a riguardo? Co-
me si potrebbe iniziare? (lgarbolino@gmail.com)
Lettera firmata
Queste due lettere arrivate alla nostra posta elettronica ci ripor-
tano al tema della prostituzione. Ringraziamo Anna per aver ripre-
so la proposta che avanzammo un po' per burla un po' per dispe-
razione sull'onda della reazione alla sortita di Ghedini. Fu
quell''utilizzatore finale' a scatenare le ire di molte e la nostra scel-
ta ironica. Però non sono state poche le attenzioni che l'idea ha sol-
lecitato e, anche, ulteriori proposte. Non è un caso, probabilmente,
che l'indignazione della nostra lettrice sia tale da invocare la defi-
nizione di stupro, riferita - se interpretiamo bene il suo pensiero - al-
le donne vittime di tratta, che sono altro da quelle che scelgono di
fare della prostituzione il proprio lavoro.
Di fronte alla realtà, che sciorina numeri da capogiro (secondo
la Commissione Affari Sociali della Camera in Italia le prostitute
sarebbero dalle 50 alle 70 mila, tra queste circa 25 mila sarebbero
immigrate, 2 mila minorenni mentre oltre 2 mila le donne e le ra-
gazze ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi), è grande l'ama-
rezza nel constatare che il giro d'affari è mostruoso. Inaccettabile,
oltre che ipocrita, il tentativo populista del governo di affrontare il
problema come se fosse una questione di sicurezza e di ordine pub-
blico, salvo congelare tutto per evitare imbarazzanti concomitanze
con le vicende estive nate all'ombra del 'lettone di Putin'. Mentre è
condivisibile la definizione di 'piaga mondiale' rimane la 'questio-
ne' di non facile soluzione: che fare? Una sola certezza: continuare
a indignarci e a parlarne rifiutando la definizione della prostitu-
zione come il 'mestiere più antico del mondo'. Per l'Osservatorio,
non è escluso che - nel nostro piccolo - potremmo anche avventu-
rarci in un'impresa assai impegnativa. Con l'aiuto delle nostre let-
trici, naturalmente.