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Numero 3 del 2008

Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008


Foto: Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
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Testi pagina 49

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nano la popolazione africana. L'Aids è
la malattia che miete il maggior nume-
ro di vittime: 2,9 milioni nel 2006, di
cui 48% donne, con mortalità infantile
duplicata. Si propone anche un proble-
ma di cura e assistenza senza preceden-
ti: 15,2 milioni di bambini hanno perso
entrambi i genitori di HIV. In totale si
prevede entro il 2015 la perdita di 30
milioni di bambini, che sottrarrà ai pae-
si più poveri il loro autentico potenzia-
le. Riguardo alla sostenibilità ambienta-
le, la comunità internazionale riconosce
da oltre un ventennio il ruolo delle don-
ne nella conservazione e nella tutela
dell'ambiente. Nelle comunità rurali so-
no depositarie di pratiche millenarie di
sapienza ecologica, il cui contributo
giova alla produttività e alla fertilità
dei suoli, perciò è necessario che eserci-
tino diritti di proprietà e uso di risorse e
territori. L'accesso alle risorse, compresa
l'acqua, e ai servizi igienico-sanitari, re-
sta collegato alla sostenibilità intesa
nella sua triplice dimensione ambienta-
le, sociale ed economica, base necessa-
ria per l'esercizio dei fondamentali dirit-
ti umani. Si rammenta che le donne so-
no tra le prime sostenitrici dei movi-
menti contro la privatizzazione delle ri-
sorse e le più discriminate nell'accesso
ad alimenti, beni e servizi in generale,
benché abbiano il compito di gestirli e
procurarli alle famiglie.
In ultimo, lo scarso incremento della
partecipazione politica femminile. Sono
donne il 30% di parlamentari solo in 19
paesi. Gli effetti sono rapidi dove ricor-
re il sistema delle quote, che ha dupli-
cato le elette rispetto ai paesi che non le
ammettono, persino in zone d'influenza
islamica. Manca un trend positivo co-
stante per cariche pubbliche e posizioni
di potere: nel 2006 il record, con 13
donne capi di stato o di governo, già 12
nel 1995, solo 2 nel 2000.
Queste considerazioni confermano
che il gap di genere è alla radice di ogni
disuguaglianza, in uno scenario com-
plesso su cui pesano altre insidie: mi-
grazioni, crisi economiche, allarme am-
bientale, instabilità e disordine sociale,
sicurezza, conflitti, urbanizzazione sel-
vaggia. E' un contesto in cui s'innescano
nuove disuguaglianze ed esigenze, dalla
soddisfazione di bisogni materiali a
quella di accettazione sociale, identità,
autostima e realizzazione. La sfida degli
Obiettivi del Millennio ricalca dunque
le sfide della globalizzazione: democra-
tizzazione, dialogo interculturale, egua-
glianza, equità nella distribuzione delle
risorse e nella partecipazione ai benefi-
ci. Di qui la necessità di strategie co-
adiuvate da indicatori e strumenti spe-
cifici come il gender impact assessment,
il gender budgeting e auditing, che pos-
sano sfatare il pregiudizio millenario
per cui non vale la pena investire sulle
donne. Sullo sfondo restano i dati non
ufficiali: il valore del lavoro non paga-
to, della cura, le donne "assenti", vittime
di selezione del sesso, omicidio per dote,
autoimmolazione per il lutto del marito,
abbandono.
testi e foto di Maria Elisa Di Pietro
nell'Africa Subsahariana una donna su 16 rischia la vita, contro
una su 3.600 nei paesi sviluppati. In Africa si muore soprattutto
di emorragia, in Asia di anemia, in America Latina e paesi
caraibici per problemi di pressione. A pagare il prezzo più alto
di fame e miseria sono le donne
Le donne possono vincere,
ma a modo loro
L'ultimo libro di Elena Liotta, "A modo mio, donne tra
creatività e potere" (edizioni Magi, pagg 443, Euro 38,00)
crea risonanze molteplici in lettrici anche diversissime,
dando loro la possibilità di ritrovare qualcosa che le ri-
guarda molto profondamente: di scoprire in prima perso-
na "qualcosa di incontaminato, un nucleo di libertà, un si-
lenzio pieno". Ma ad una condizione: mentre si legge una
qualsiasi delle pagine di questo libro non bisogna dimen-
ticare di farlo "a modo mio", facendo pieno uso di tutta la
propria anima. La stessa che l'autrice ha messo mentre lo
scriveva: "non basta partire da sé, occorre continuare con
sé… originarsi a ogni parola… seguirsi passo passo e non
fare, non scrivere nulla che non ci corrisponda. Mentre io
scrivo, mi 'sento' oscuramente insieme alle donne, come
quando cucino e rimetto a posto gli armadi, quando 'sen-
to' la mia maternità come esperienza fondante ma non esclusiva della mia vita". Negli otto ca-
pitoli dedicati a movimenti, pensiero, lavoro, corpo, spiritualità, potere e politica e delle don-
ne ed alla loro creatività e modo di stare in relazione, e infine al loro contributo per la pace e
l'ecologismo, visti da ottiche polivalenti, l'autrice, che è una psicoterapeuta junghiana, sembra
aver voluto affrontare - a vari livelli epistemologici e differenti strati di lettura - proprio tutto
ciò che riguarda il mondo infinito delle donne. In uno stile sempre lineare e piacevole Elena
Liotta scoperchia l'universo femminile, ma lo fa con la cautela di chi vuol mantenersi rispetto-
sa (dell'ambiente, dell'altro/a, del mistero della vita) ed è consapevole del rischio sempre in-
combente di profanare il vaso di Pandora (metafora della creatività femminile) nell'illusione dell'
onnipotenza: "tantissime cose si potrebbero tranquillamente lasciar cadere a favore del sem-
plice 'essere e stare'. Cose che non cambiano di una virgola la nostra realtà e quella altrui, in-
tasamenti inutili dell'esistenza, ingorghi di parole, azioni, sentimenti, consumismi psicologici.
Cose che hanno a che fare con l'economia e l'entropia". G.P.
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