Numero 3 del 2009
Una festa nella crisi: lotta marzo
Testi pagina 49
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Quando arrivo nel piccolo campo no-madi di Letterkenny, nel Donegal, ci
sono dei bambini che giocano tra i resti
di una vecchia automobile giapponese.
Come tutte le domeniche mattina, il
campo è semivuoto poiché quasi tutti
sono andati alle corse di cavalli clande-
stine. Nel campo ci sono solo bambini,
la più grande, Mary, ha forse 15 anni, è
ancora in pigiama ed è lei che bada al
campo in assenza dei grandi.
Sono trascorse appena due settimane
da quando sono arrivato in Irlanda, per
lavorare ad un foto reportage sugli Irish
Travellers, i gypsies autoctoni irlandesi,
ma non è la prima volta che vedo una
bambina investita di responsabilità. Il
ruolo delle donne è molto cambiato nel-
le famiglie che hanno abbandonato il
nomadismo e si sono raccolte in campi
nei pressi dei centri abitati.
Negli anni '70 il governo irlandese ha
varato un piano di assistenza sociale
con lo scopo di integrare i nomadi nelle
comunità stanziali. I Travellers hanno
goduto di sussidi mensili che hanno
consentito a molte famiglie di provvede-
re ai propri bisogni primari come il
mangiare, il curarsi o l'istruzione dei
bambini. Periodicamente, gli assistenti
sociali incontrano un rappresentante
del campo che espone i problemi e pro-
pone soluzioni; quasi sempre questo
compito è affidato ad una donna, la
quale, in genere, riceve e gestisce diret-
tamente i fondi.
Tuttavia, in molti casi, gli aiuti sta-
tali hanno sortito un effetto inaspettato:
hanno liberato gli uomini dall'obbligo
di lavorare potendosi permettere di tra-
scorrere le giornate ad ubriacarsi nei
pub. Il problema dell'alcolismo tra i
Travellers è cresciuto in modo esponen-
ziale negli anni '80 e continua ad au-
mentare.
Chissà se anche il papà di Mary tra-
scorre le giornate al pub, ma di sicuro
lei sa come trattare gli ospiti. Dopo
avermi dato il permesso di entrare nel
campo per scattare alcune foto, mi ha
servito una tazza di tea con il latte e mi
ha chiesto se volessi mangiare qualcosa.
Dai fornelli veniva un buon odore di
bollito ma ho preferito non interferire
troppo nella sua domenica mattina da
'comandante' anche perchè lei era già
abbastanza indaffarata a dar da man-
giare ai più piccoli e a
cambiare pannolini.
Nonostante fra i Tra-
veller le donne abbiano
sostituito gli uomini nel-
la gestione economica
della famiglia, la distin-
zione dei compiti tra uo-
mo e donna è ancora
molto evidente. Durante
i tre mesi di viaggio tra le
varie comunità, non ho
mai bevuto un tea prepa-
rato da un uomo. Quan-
do le mogli non poteva-
no, erano le figlie a darsi
da fare, anche se ancora
bambine. Dopotutto, le
bambine devono crescere
in fretta se vogliono una
famiglia propria: l'età
media in cui ci si sposa è
di 18 anni per le ragazze
e 20 per i ragazzi. Una
ragazza single a più di
20 anni rischia di rima-
nerlo a vita. Inoltre la
comunità Traveller osser-
va in modo stringente la
morale cattolica, il sesso
prematrimoniale è anco-
ra un tabù e pochi geni-
tori autorizzerebbero un
proprio figlio a sposare
una ragazza che è già
andata a letto con un al-
tro, ed in questo le don-
ne, sono più conservatri-
ci degli uomini. Prima di
lasciare il campo di Let-
terkenny torno nel cara-
van a salutare Mary. Sta
lavando i piatti ma inve-
ce del pigiama indossa
jeans aderenti ed una
maglietta che le lascia la
vita scoperta. Ha i capel-
li sciolti. La chiamo per
salutarla e quando si
volta noto che si è messa
il rossetto.
(Le foto e la realtà dei Travellers sono
stati oggetto di una mostra. Francesco
Alesi è co-fondatore di ANRA,
un collettivo di giovani fotogiornalisti
internazionali. Su www.anra.is
aggiornamenti sulle mostre ANRA in
Italia e altre foto storie)
Dove le bambine crescono in fretta
Irlanda
testo e foto di Francesco Alesi
Travellers: tra i nomadi irlandesi le donne gestiscono i contributi
pubblici, ma si sposano giovani e “servono” i mariti