Numero 4 del 2012
Obiettori. Di coscienza?
Testi pagina 48
z
DIFFICILI
ARRAMPICATE
di Paola Lanzon
“Ho percorso questo Iunqo cammino ver-
so la libertà sforzandomi di non esitare,
e ho fatto alcuni passi falsi Iunqo la via.
Ma ho scoperto che dopo aver scalato una
montaqna ce ne sono sempre altre da sca-
lare. Adesso mi sono fermato un istante
per riposare, per volqere lo squardo allo
splendido panorama che mi circonda,
per quardare la strada che ho percorso.
Ma posso riposare solo qualche attimo,
perché assieme alla libertà vengono le re-
sponsabilità , e io non oso trattenermi an-
cora: il mio Iunqo cammino non è ancora
alla fine“
Nelson Mandela
Riprendendo in mano questo suo libro e
leggendo questa frase ho pensato a que-
sta immagine dello scalare le montagne,
del guardarsi intorno, della responsabilitÃ
e consapevolezza del cammino ancora da
percorrere. Parla anche di noi e parla di
tutti e tutte quelle che puntano i piedi
ogni giorno, in ogni ambito della vita, per
riavere il diritto alla piena libertà , quella
libertà che ci è stata regalata alla nascita
insieme al cucchiaino d'argento e che
qualcuno ha deciso di portarci via. Chi si
occupa di sport come me, tocca con mano
la fatica delle donne. Una fatica lunga una
vita, ereditata dalle generazioni che ci
hanno preceduto, fatica che si era giÃ
acuita dal punto di vista culturale negli ul-
timi dieci anni. Poi è arrivata la crisi eco-
nomica. Donne che rinunciano all'attivitÃ
ì'ÈIIISP
sponpenufli
sportiva a favore dei propri figli e fi-
glie, o che non iscrivono più neanche
loro perché hanno perso il lavoro, la-
voro che vengono a cercare anche
da noi. Eppure negli occhi delle
donne non vedo rassegnazione.
Sono occhi che domandano a te e a
se stesse come trovare una solu-
zione, quale sentiero sia possibile
percorrere, quale sia la montagna
giusta da scalare. Qui va ricercato il
ruolo di una associazione come
I'UISP, che insieme ai cittadini e alle citta-
dine cerca di trovare sempre nuove solu-
zioni e proposte per arrampicare insieme
alle famiglie, coesione sociale come una
scalata in cordata, per non lasciare nes-
suno da solo o sola. Le politiche dei
prezzi, un'attività sportiva che privilegia
la sostanza e non l'apparenza e per tutte
le età lo stare insieme facendo gruppo, la
collaborazione educativa alle famiglie
sono da sempre la nostra ragione di esi-
stere, il cui valore risulta solo più evidente
in questo periodo così duro. Una scalata
difficile, speriamo non solitaria.
SENTIAMO L'AWOCATA
DIMISSIONI DAL LAVORO
E OBBLIGO DI MANTENIMENTO
di Simona Napolitani
I Spesso i genitori dichiarano di essere disoccupati e di non poter provvedere
al mantenimento dei figli. I Giudici per fortuna applicano la legge in modo rigoroso e, nel rispetto del—
l’obbligo di mantenere ed educare i figli, determinano ugualmente iI mantenimento a carico del ge-
nitore che dichiara di non avere reddito. Recentemente, un genitore, abile al lavoro, ha chiesto al Tribunale una riduzione dell'importo
da lui dovuto a titolo di mantenimento, a seguito delle dimissioni rassegnate dal posto di lavoro. I giudici hanno deciso che la vo—
lontaria interruzione del rapporto di lavoro non costituisce circostanza idonea a determinare una riduzione dell’assegno dovuto dal
genitore onerato. Ciò perché le dimissioni volontarie di persona in grado di svolgere attività lavorativa fanno presumere un’alterna-
tiva capacità di produrre reddito uguale 0 maggiore o, comunque di mantenere altrimenti inalterato iI tenore di vita. Pertanto, se si
hanno delle responsabilità come quelle di mantenere i propri figli non ci si può riposare, a meno che non si abbiano altri introiti.
Anche in questo caso, però, occorre trovare una giusta via di mezzo tra il genitore che deve lavorare per mantenere i figli e que-
st’ultimi che ne approfittano per non rendersi mai autonomi. Molto spesso, infatti, si assiste a richieste di assegno da parte di figli
ormai trentenni per i quali, forse, è giunta l’ora di lavorare!
Scrivi a: simonanapolitani@Iibero.it
noidonne I aprile I 2012