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Numero 2 del 2015

Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia


Foto: Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia
PAGINA 48

Testi pagina 48

46 Febbraio 2015
Dai piccoli centri viene sempre qualche sorpresa, soprattutto femminile. Gli ambienti che chiamiamo provinciali sembrano oggi privilegiati: si sentono meno gli echi della dispersione confusa che per-
vade soprattutto le grandi città, dove diventa difficile con-
centrarsi, leggere e perfino trovare un po’ di tempo per sé.
Roberta Parenti Castelli è nata a Sant’Andrea di Savena,
borgo di Monghidoro, comune della provincia di Bologna.
Scrive “acquerelli”, piccoli frammenti che Loredana Magaz-
zeni paragona ad haiku giapponesi. Alla fine degli anni No-
vanta ha scritto sulla poesia amorosa delle donne, da Ga-
spara Stampa a Sylvia Plath, ad Alda Merini (Tutta in te ardo,
signore delle ali), in cui evoca il mistero del morire (Sotto
strati / di terra - lieve - / fioriremo…). Poi una raccolta
“dedicata alle mie amiche” e intitolata “Immortale - tra noi
- la dea” in onore di ogni donna, sua madre, la sua stessa
anima, ma anche Saffo, Vesta, Giunone, la Luna rossa del
mestruo. Ultima prova “Cattedrali di verde”, sotto il segno
di Ildegarda di Bingen (“Guarda il cielo…. La natura intera
è a disposizione dell’umanità: dobbiamo lavorare INSIEME
A LEI”). Sono i “suoi”alberi, le “sue” montagne della valle
del Savena, presenti nel tempo, nel silenzio dei pomeriggi
assolati e nelle sciarpe di nebbia dell’autunno, ma anche
testimoni dei fatti nuovi per noi “assetati di senso”: Fatti
nuovi, Eratostene, / spostanodentro noi / colonne si senso /
a vecchi passati percorsi…..
Giancarla Codrignani
Roberta Parenti Castelli
CATTEDRALI DI VERDE
(Ed Pendragon, 2014)
CATTEDRALI
IN VERDE
Ex conviventi: il padre (Roberto), la madre (Francesca) e il fi glio (Marco), di 7 anni. Un passato caratterizzato dalle diffi coltà relazionali tra i genitori, il cui epilogo ha avuto riscontro in un
procedimento per la limitazione della responsabilità genitoriale del
padre, proposto dal Pubblico Ministero Minorile, a seguito di una
denuncia che la donna aveva sporto nei confronti del padre, a cau-
sa dei suoi comportamenti aggressivi, per la mancanza di regolari-
tà con cui provvedeva al versamento dell’assegno di mantenimen-
to e perché il bambino, dopo essere stato con il padre, manifestava
segni di disagio psicologico.
Il Giudice Minorile dispone una Consulenza, che si conclude con
l’indicazione di visite protette e affi damento esclusivo, il Tribunale
recepisce nella parte motivata del provvedimento alcuni passaggi
resi dal CTU, ma ha confermato l’affi damento condiviso, ha dichia-
rato che il rapporto tra Marco e il padre dovesse avvenire in forma
libera e che entrambi i genitori dovessero intraprendere un per-
corso psicoterapeutico individuale e di sostegno alla genitorialità,
riservando una decisione defi nitiva all’esito del percorso psicote-
rapeutico.
Dissento da questa decisione per molte ragioni. 1. Se un consulen-
te dispone le visite protette, ci sono ragioni gravi che non possono
e non devono essere ignorate dall’Autorità Giudiziaria, con tre righe
di ragionamento; 2. Non si comprende dove e a chi ciascun geni-
tore debba rivolgersi (generalmente si indica un centro pubblico)
per attivare questo percorso di terapia, all’esito del quale non si
comprende neppure chi e come accerti la “guarigione”, traguardo
di cui, tra l’altro, non sembra affatto che la madre debba raggiun-
gere, essendo stata riscontrate sue buone competenze genitoriali.
Quindi, ciascun genitore si può rivolgere ad un terapeuta privato,
che attesterà il felice esito del percorso. Non è indicato dove e a
chi Roberto e Francesca debbano rivolgersi per il loro sostegno
alla genitorialità, anche qui vale la regola della mancata indicazio-
ne di un Centro pubblico; 3. Grave la defi nizione di “confl itto di
coppia”, laddove lo stesso padre è l›unico ad essere indicato con
particolari caratteristiche della personalità. Occorre che si faccia
un sano distinguo tra il confl itto e il dominio del disagio psichico di
un genitore sull›altro che subisce; 4. Una terapia psicologica è un
percorso assai lungo, e l›Autorità Giudiziaria senza se e senza ma
ha lasciato che gli incontri tra Marco ed il padre non solo avvenga-
no senza protezione, al contrario di come consigliato dal CTU, ma
anche senza alcun monitoraggio; 5. Non si comprende perché sia
stata disposta una consulenza se il Giudice Minorile aveva già del-
le opinioni ed un›idea di percorso ben precise per la coppia; non
si revoca un provvedimento di controllo su un minore che mostra
dei disagi, senza che si sia prima accertata l›effettiva capacità di
contenimento dell’impulsività da parte del padre, senza che prima
non si sia accertata la sua «guarigione», il ragionamento del Giudi-
ce Minorile sarebbe dovuto essere l›opposto: prima fai il percorso,
poi si verifi ca il tuo miglioramento, infi ne revoco le misure restrittive.
Insomma, quando la famiglia è in crisi, quando un minore ha un
disagio con un genitore dovrebbero esserci decisioni più meditate,
più coerenti e più in linea con questo fantomatico concetto di «inte-
resse del minore», di cui, purtroppo, manca un riscontro oggettivo.
SE AL CENTRO
C’È L’INTERESSE
DEL MINORE
FAMIGLIA
Sentiamo
l’Avvocata
di Simona Napolitani
mail: simonanapolitani@libero.it
pp.46_47_APPRODI_febbraio 2015.indd 46 14/01/15 21.40
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