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Numero 7 del 2015

Salute, informazione sinergie. Speciale Expo, Donne in campo - CIA


Foto: Salute, informazione sinergie. Speciale Expo, Donne in campo - CIA
PAGINA 47

Testi pagina 47

45Luglio-Agosto 2015
III de Ravalet, signore di Tourlaville, il film della regista france-
se Valérie Donzelli, incentrato di fatto sullo scabroso argomen-
to dell’incesto, tocca in realtà molti altri temi a lei cari: l’amore
impossibile, la fusione, l’idea dell’amore come malattia o come
destino, la libertà di scelta e le sue conseguenze, le convenzioni
sociali. Trattato con la sua consueta libertà, fantasia e stile per-
sonalissimo, il film (già scritto negli anni Settanta per Truffaut),
mescola epoche e luoghi, per rendere il dramma universale.
NAhId
La giovane e penetrante regista iraniana Ida Panahandeh (36
anni) presenta a Cannes il suo primo, promettente lungometrag-
gio: nell’Iran moderno, in una piccola città vicina al Mar Caspio,
Nahid vive la lacerazione di una donna divorziata cui eccezio-
nalmente - poiché la legge in caso di divorzio prevede l’affido
dei figli al padre - è stato concesso l’affidamento del figlio di 10
anni, Amir Reza, a condizione di non risposarsi mai. Ma quando
l’amore arriva nei panni del ricco vedovo Massoud, la violenza
dell’ex-marito si scatena. La lotta emotiva fra amore materno e
passione amorosa, la sofferenza personale e le difficoltà sociali,
legali e familiari non sono dissimili da quelle evidenziate nel film
iraniano ‘Una separazione’di Asghar Farhadi, Orso d’Oro a Berli-
no e premio Oscar per il miglior film straniero 2012.
ALIAS MARÍA
L’orrore e la disumanità del conflitto armato che da oltre 40
anni affliggono la Colombia vengono raccontati, nel film ‘Alias
Maria’, di José Luis Rugeles, attraverso gli occhi e la storia
di una ragazzina-soldato - nome di combattimento Maria - la
cui esistenza è stata rubata all’infanzia e sfruttata come forza
lavoro, così come quella di tanti bambini e ragazzi soldato
reclutati nella guerra civile, a servizio di adulti senza scrupoli.
Il film si concentra sul dramma personale delle donne e ra-
gazze di un campo base fra i tanti disseminati nella foresta:
chi rimane incinta, infatti, è costretta ad abortire ma Maria na-
sconde la sua gravidanza e cerca con tutte le forze una via
d’uscita al claustrofobico mondo militare, di ogni fazione, che
non risparmia nessuno.
LAS eLegIdAS
Dramma senza appello, firmato da David Pablos, nel Messico
della tristemente nota Tijuana, luogo di confine ed aberrazioni
indicibili, il film racconta le nuove modalità, utilizzate da bande di
criminali locali, usate per adescare ragazze ‘normali’ed avviarle
verso un incubo senza fine, forzate alla prostituzione: nelle prime
scene due adolescenti, Ulises e Sofia, sembrano innamorati e
consapevoli del loro primo rapporto sessuale, ma presto lui fa
conoscere la ragazza alla sua ‘famiglia’, che le tende una trap-
pola segregandola ed avviandola ‘alla vita’ tra botte e stupri. La
tragedia delle due vittime - lo è anche il giovane carnefice, ricat-
tato dal padre/patriarca - nutre il lusso e la tranquillità quotidiana
di chi rappresenta il male assoluto. b
La SquoLa di BaBeLe
La regista Julie Bertuccelli firma il suo nuovo
documentario sull’integrazione scolastica
in Francia
Un gruppo di vitalissimi adolescenti appena giunti in Fran-cia da ogni parte del mondo (Senegal, Tunisia, Brasile, Cina, Irlanda, Costa d’Avorio) e le loro difficoltà, sogni
e contraddizioni, spesso non ben supportati da un mondo di
adulti poco assennati, sono al centro del docu-film intitolato La
Squola di Babele, di Julie Bertuccelli, cineasta francese di evi-
denti origini italiche come ha ricordato lei stessa nel corso della
presentazione del film al Festival Rendez-Vous 2015, dedicato
al cinema contemporaneo francese. La Bertuccelli, con un pas-
sato da aiuto regista di nomi quali Iosseliani, Kieslowski, Taver-
niere Rithy Panh, muove con discrezione la macchina da presa
in classe, dove una bravissima insegnante, Brigitte Cervoni (ce
ne fossero!..), si adopera, con una didattica intelligente e fina-
lizzata, per promuovere l’integrazione fra un caleidoscopio di
lingue, etnie e culture. La cour de Babel (questo il titolo origina-
le del documentario) è il cortile di una scuola parigina, dove 24
studenti di nazionalità diverse e di età compresa tra gli undici e
i quindici anni passeranno insieme il loro primo anno in Francia
in una delle cosiddette “classi d’accoglienza”, istituite per far
fronte alle complesse sfide educative poste dal fenomeno epo-
cale dell’immigrazione, presente qui storicamente ben prima
che in Italia. Una visione “entre les murs” senza pregiudizi, che
ci lascia con un forte messaggio di speranza e fiducia.
E. C.
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