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Numero 4 del 2016

Europa (in)difesa. Barriere politiche e culturali


Foto: Europa (in)difesa. Barriere politiche e culturali
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Testi pagina 47

45Aprile-Maggio 2016
quindi dalla proposta kantiana, ma anche dall’utilitarismo:
non si nasce e vive da soli, né si è mai stati tali.
Disegnare una libertà e responsabilità femminile, com-
porta una ridefinizione dei problemi legati alla sessualità
e alla procreazione, colti come momenti di scelta autono-
ma - relazionale, contestuale - e non sotto il segno della
necessità.
Etica della responsabilità per le donne impegnate in
difficili scelte procreative è l’altra faccia di un’etica fon-
data solo sulla libertà. Si abbandona, infatti, la grammatica
dei diritti (diritto della donna e diritto del feto), poiché non
si tratta di diritti di due individui indipendenti, ma di una re-
lazione tra due entità inscindibili che vivono la stessa vita,
che a loro volta sono legate da una rete di relazioni con
altri esseri (padre, altri figli, progetto di vita, etc.).
Etica della responsabilità essenziale anche in ambito
politico, seguendo ancora Aristotele (chapeau!) secondo
il quale - come è noto - l’etica è scienza politica, e a sua
volta la politica è luogo della responsabilità.
Responsabilità, paradossi e problematicità, un‘ultima
tessitura dei termini: la relazione tra i soggetti è impron-
tata al riconoscimento di ciascuno/a come soggetto nella
reciprocità e nella responsabilità. b
Oggi si discute della chiusura dei centri nascita con nume-ro di nati inferiore a 500 o a 1000, in quanto non garanti-scono standard di sicurezza.
Che questo possa essere un problema non vi è dubbio, tuttavia
non è affatto detto che in tal modo si riducano i rischi in modo
significativo visti i risultati della sorveglianza della mortalità ma-
terna. La qualità delle comunicazioni è un determinante come
fattore di rischio e non sono da sottovalutare quei fattori che ge-
neralmente vengono iscritti nel quadro della medicalizzazione
del travaglio parto e puerperio.
Giusto per fare un esempio, è fattore protettivo dell’emorragia
post partum, una delle principali cause dirette di morte materna,
la combinazione del contatto pelle-pelle immediato e prolungato
e il (conseguente) attacco al seno entro la mezz’ora dal parto.
La liberazione massiva di ossitocina endogena che ne deriva è
la chiave di volta.
Tale combinazione favorisce il secondamento spontaneo, mag-
giore soddisfazione, minore percezione del dolore a 24 ore dal
parto e l’avvio corretto dell’allattamento al seno e alla sua per-
sistenza nel tempo, a cui sono associati innumerevoli benefici
di salute per la mamma e per la persona che nasce, a breve,
media e lunga distanza.
Dall’indagine “population based” condotta dall’ISS nel
2009-10 in 25 ASL (rapporto ISTISAN 12/39, www.iss.it/bina-
ry/publ/cont/12_39_web.pdf) tale combinazione di procedu-
re altamente raccomandate da tutte le linee guida riguarda
meno del 50% dei parti.
Che dire poi delle procedure interferenti la dinamica del trava-
glio parto? Le luci eccessive, i rumori, il via vai di operatori, la
posizione litotomica, l’induzione, la stessa anestesia epidurale
(diritto sacrosanto ad averla se richiesta) hanno effetti deleteri,
dal trauma perineale al taglio cesareo.
Ancora più importante, a mio parere, è l’induzione di senso
di incompetenza che la medicalizzazione induce sia nella
donna che nella persona che nasce. Il senso di incompe-
tenza è particolarmente pernicioso per la mortificazione e
depressione che ne deriva, in una circostanza in cui è ne-
cessario fare ricorso a tutte le risorse per affrontare l’entusia-
smante avventura di una nuova nascita, evento che rivolu-
ziona lo stato delle cose presente.
Non si può parlare di gravidanza, parto e puerperi rispettati.
Il percorso della nascita è una manifestazione di competenze
che vanno fatte emergere, valorizzate, promosse, sostenute e
protette, a maggior ragione nei casi di emergenza ostetrica in
cui la condizione patologica può favorire la delega.
Per questo la figura professionale di riferimento è l’ostetrica,
eventualmente affiancata, per lo stretto indispensabile, dall’e-
sperto di patologia in caso di emergenza ostetrica.
Per questo è fondamentale che l’ostetrica possa ricettare quanto
è raccomandato di routine, per questo è fondamentale che nelle
Regioni si varino leggi per il rimborso dei parti a domicilio, per
questo è fondamentale che si aprano case del parto a gestione
autonoma delle ostetriche.
I luoghI del parto:
domIcIlIo, case
dI maternItà, ospedalI?
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