Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 12 del 2007

Un anno di notizie a colori


Foto: Un anno di notizie a colori
PAGINA 46

Testi pagina 46

Piera Mattei si occupa di letteraturacome autrice, traduttrice e critica. È
coredattrice della rivista di poesia "Pa-
gine". Tra le sue pubblicazioni più re-
centi si possono ricordare le raccolte
poetiche "La finestra di Simenon", "Cam-
pione di pelle" e "La materia invisibile";
le opere di narrativa "Umori regali",
"Nord" e il libro su letteratura e viaggi
"Dalle Città e dai Libri". Ha tradotto e
curato poesie di Emily Dickinson ed
Emily Brontë.
Nella prefazione a "La materia invi-
sibile" Enrico Castelli Gattinara scrive:
"le poesie di questo libro non cercano di
alleggerire le cose né si cimentano nel
tentativo di rendere soave o aereo ciò
che invece pesa e riempie di sé uno spa-
zio concreto. Ogni cosa, come ogni
esperienza, è espressa coi suoi odori e i
suoi umori, le sue consistenze, i suoi
movimenti assoluti e relativi. Con non-
curanza quasi, e con un'ironia che nel
suo realismo nasconde un'inquietante
lucidità, queste poesie ci permettono di
fare direttamente esperienza delle cose
su cui concentrano lo sguardo, direi, co-
me farebbe un ricercatore nel suo labo-
ratorio." Piera Mattei scrive una poesia
lucida e precisa che guarda il mondo at-
traverso una lente di ingrandimento
puntata sulla realtà; un sezionamento
stratigrafico operato dalla lingua come
un archeologo alla ricerca della corretta
scansione del tempo e della storia. Nel
leggere la poesia della Mattei traspare
una visione puntuale, a volte impietosa,
un quadro cosmico, epigrafico, lontano
da una poetica del quotidiano tipica
della nostra tradizione novecentesca
lombarda, ma vicina alla ricerca poeti-
ca di Nelo Risi, Fernando Bandini e so-
prattutto alla poetica della natura di
Pier Luigi Bacchini. L'esperienza della
poesia, della manipolazione del lin-
guaggio, la sorpresa dei piccoli incontri
e delle vicende quotidiane costituiscono
la materia viva di una poesia che tende
alla fotografia, all'istantanea iperreali-
sta attraverso la quale sia possibile
scorgere il movimento, l'incastro della
natura. Come in Bacchini, la natura co-
stituisce il grande teatro, l'eterna meta-
fora dell'esistere in una tensione quasi
lucreziana verso il mistero dell'universo.
Nel movimento delle stelle, nel nascere
della vita, nel volo degli uccelli, nella
covata dei passeri o nel risalire la cor-
rente dei pesci si cela il segreto degli in-
granaggi che regolano l'esistenza dell'es-
sere umano, una particella di corpo e
spirito all'interno dell'ordine della natu-
ra. Ne emerge la ricerca di una realtà
che va oltre le apparenze, oltre i baglio-
ri di luce che punteggiano il cielo not-
turno e che attraverso gli anni luce na-
scondono le reali migrazioni delle stelle,
la ricerca appunto di una materia invi-
sibile che sia soprattutto espressione
delle infinite regole del cosmo.
Piera Mattei costruisce la lingua con
una precisione ingegneristica senza mai
cedere alle lusinghe del gioco, del suono
fine a se stesso, dello sperimentalismo
di maniera; cerca invece la bellezza del
diamante come espressione di simmetria
comunicativa, di durezza frutto di una
pressione cosmica, concepibile solo at-
traverso un calcolo matematico. In que-
sta materia cristallina e netta, in questa
lingua pulita e pazientemente limata,
l'emozione preme deflagrando come lu-
ce attraverso un prisma, svela un cuore
appassionato, la magia della contem-
plazione, una spettatrice stupita di
fronte al buio, al mistero del sonno, al-
l'apparizione improvvisa di un angelo. I
testi presentati in questo numero sono
tratti da "La materia invisibile" (Manni,
2006).
dicembre 2007 noidonne46
La magia della contemplazione
Piera Mattei
Luca Benassi
“una visione puntuale, a volte
impietosa, un quadro cosmico,
epigrafico, lontano da una
poetica del quotidiano una
visione puntuale, a volte
impietosa, un quadro cosmico,
epigrafico, lontano da una
poetica del quotidiano”
non torna indietro
Ancora segue il bordo del cratere
sul margine come una salamandra
il tempo dedicato alla visita
è scaduto grida il guardiano
lei lo sente e non ascolta
questa sera non torna
indietro non ancora
scruta i fiori quasi invisibili
nella prima ombra del vulcano
sopra steli lividi
la misura del tempo
Troppo lentamente si condensa.
Ora compatto cedro centenario
non si agita più, rimane rigido
nel parco e si muovono intorno
i nidi, lui con pennacchi fuma
e mormora di sé
immobile sempreverde
albero che non incanutisce
e non dimentica. Di avvolgere al tronco
ancora un anno. Linfa ispessita
ne buca l'involucro splendente.
il tempo dedicato
Mettiamo dunque in fila i minuti
le ore i giorni della strada
gli odori e gli sguardi
i fatui i litigiosi discorsi
col panico degli attraversamenti
agnella coniglio bianco
sulle strisce pedonali
come l'uomo che alle fermate
raccoglie le cicche delle attese
rabbrividendo.
Se non fosse solo per stanotte
se la dolcezza del sonno
per sempre mi avesse abbandonato!
vivere è solo pausa
del più caro sonno.
Siamo arrivati al limite
di cosa? se avessimo capito
cosa abbiamo percorso
con quali fiati la musica
ci accompagnò
perché non fu solo una marcia
una corsa a perdifiato
aprimmo anche le danze
e le galanterie di specchi
ci rimandavano un'immagine gaia
un viso dai tratti immaturi
come la festa fosse attesa domani.
\


©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®