Numero 6 del 2007
Bambini nel mondo sotto tutela
Testi pagina 46
Emanuela Celi è nata a Roma nel1973. Ha esordito in antologia ("La
congiura dei poeti" e "Il resto è poesia",
entrambe del 2005) e rivista. Nel 2007
ha pubblicato la raccolta Segreti Ser-
penti, edita da Lietocolle, dalla quale
sono tratti i testi qui pubblicati.
Si tratta di una poesia coraggiosa-
mente vergine, capace di portare il let-
tore in un'atmosfera di sogno, fatta di
castelli, re, principi, foreste, laghi, lune e
notti piene di stelle, di fiori, dove paio-
no rendersi manifeste le forze del bene e
del male. Tale epifania di forze oscure o
chiarissime che reggono il mondo e che
governano l'inconscio è il terreno d'in-
dagine della poetessa: imparare a mori-
re e dare la vita scrive la Emanuela Ce-
li in Segreti serpenti, il testo che dà il ti-
tolo alla raccolta, diventa la presa di
coscienza, il riappropriarsi del sé, tappa
dolorosa ma fondamentale per uscire
dall'infanzia e farsi donna.
Il linguaggio di questa poesia si veste
di volute, di spirali, di immagini scintil-
lanti e notturne; è un linguaggio capace
di rielaborare e utilizzare in maniera di-
retta ed evidente un bagaglio di stru-
menti retorici propri della poesia lirica,
in maniera tanto candida e onesta da
garantire una sostanziale tenuta del te-
sto quasi mai pesante o stucchevole.
Una caratteristica esemplare di que-
sta liricità è l'uso di versi lunghi e lun-
ghissimi, capaci di mantenere nel loro
sviluppo una forte vocazione lirica,
quando di solito al verso lungo viene
associato un linguaggio basso e prosa-
stico. Ne risulta una poesia che tende
all'arco della prosa e che
ricorda certi processi com-
positivi propri della scrit-
tura automatica, dell'asso-
ciazione libera di immagi-
ni e suoni. Nella Celi le im-
magini si affastellano le
une sulle altre, fanno ger-
minare significati, si arric-
ciano in volute barocche,
limitando le spezzature e
gli enjambements attraver-
so un verso che rimane
sempre lirico, senza cadu-
te.
Quali sono i padri di
questa poetessa? È difficile
dirlo. Paiono testi nati dal
nulla, frutto di una mente
che esce fresca dalle foreste
dei primordi. Si avvertono
echi dei simbolisti, in parti-
colare Rimbaud e Apolli-
naire, ma anche la ricchez-
za di un poeta poco letto
in Italia quanto importan-
te come Lautremont. Il so-
gno e la dimensione oniri-
ca, che sono una costante di questa
poesia, ricordano l'esperienza surreali-
sta che ha visto in questo stato alterato
della coscienza un elemento di costru-
zione del fenomeno artistico e del lin-
guaggio. In Segreti Serpenti compaiono
mondi e dimensioni stranianti dove "l'ef-
fige scolpita di un suono danza imper-
meata/ di mistero" e dove "la musica di-
segna lo spartito" e dove ci sono "galas-
sie antropomorfiche", "magici castelli
muniti di ali", "orologi baffuti", e "farfu-
gli di sabbia". Il richiamo al Surrealismo
e al sogno come elemento di costruzione
di senso, ricorda come la poesia debba
essere principalmente un atto di libertà
sia individuale che collettiva: è proprio
in tale liberazione, del corpo e dello spi-
rito, che si deve trovare il senso ultimo
di questa particolare raccolta. Emanue-
la Celi mette in mora i propri incubi e
dà valore ai propri sogni. È questo pri-
ma di tutto un esempio di coraggio ver-
so se stessi, nella consapevolezza di la-
sciare al lettore il bagliore di una luce, il
dono del risveglio.
giugno 2007 noidonne46
Una poesia fatta di sogno
Emanuela Celi
Luca Benassi
“Sono nata e sono alata
nella strada dell'aurora
convissuta con la fata ...”
Sono nata e sono alata
nella strada dell'aurora
convissuta con la fata
e il mio angelo custode
mi protegga il suo fulgore
mentre vado per la via
rammentandomi crepuscoli frammentati
piccoli puzzle di vita.
Stella,
sembrano piccole fiammiferaie
lei è rimasta in piedi
sistema loro i capelli
ha uno stile personale
si parla di colori di bellezza
con piccoli giochi di mani
scolpite venature 'ambra
ma sono solo giochi perlati
in cui si rispecchiano donne azzurre.
Uno sguardo ed è subito bella
la bambola di porcellana
pronta a morire d'amore per te
i suoi occhi
ti rapiscono il cuore
essa vive dei tuoi molti ricordi
ricompensa dei sassi non toccati.
Non credono al vento
del pensiero che vigila
e soltanto in loro
le molte vibrazioni di suoni
ridono in cambianti nostalgie.
Tu vai per non arrivare mai
per le strade immutabili del tempo
sfidando le dodici lune e tacendo in un muto parlare.
Domande senza colore sbiadiscono
i sentieri del prato.
Sentire il male e avere
percezioni di colpa
sapere morire nel ventre uterino e dare
la vita ai molti giorni di pioggia, donare
l'odore del silenzio al sole che ride e non batte
di segreti serpenti; loro sempre
lì vicino alla tomba ridono di infanzie
e liberano malignità dal loro cuore perverso ma
io che sono la strega del nulla piango la notte in
silenzio, solcata dai fiumi. Perdo il mio
tempo a cercare l'amore ma lui si sottrae
e il mio pudore mi giunge vicino adulando
con segni d'alloro la goccia scolpita di bronzo
che raggiunge il mare.