Numero 11 del 2008
L'inverno dei diritti
Testi pagina 46
Chiamatelo come volete: racconto inversi, poema in frammenti, antican-
zoniere, libro denuncia, libro verità,
confessione… Questa raccolta esce fuo-
ri dagli schemi e si fa leggere d'un fiato,
percorrendone le pagine con il filo dei
polpastrelli alla ricerca di soluzioni a
verità fin troppo crude. "L'amore negato,
Violazione dell'amore" (Edizioni il Fo-
glio, seconda edizione, Piombino, 2007)
della giovane Dunja Torroni, svizzera
del Canton Ticino classe 1974, narra
per espressa ammissione dell'autrice "in
versi poetici la storia di un abuso ses-
suale; del ritrovato erotismo e delle re-
lative conseguenze sul piano affettivo".
Scrive Guido Pedrojetta in una breve
quanto illuminante prefazione: "trafitte
dal male d'amore, queste istantanee che
cedono alla tentazione del verso sono il
rovescio di un canzoniere: Dunja Torro-
ni vi raccoglie i cocci di una biografia
sentimentale disertata dalla gioia,
ovunque corrosa da rapporti difficili e
crudeli, così come preannunciato - e poi
lungamente ribadito - dal titolo, fin
troppo razionalizzante: negazione e
violazione." Se dunque l'occasione è il
trauma dell'abuso, il dolore del ricordo
che si riverbera in ogni gesto dell'amore,
tuttavia il sentimento della rabbia non
sembra abitare questi testi: c'è invece la
consapevolezza della stortura, dell'atto
originario che distorce l'approccio del
corpo fino a creare, nell'eccesso della
pulsione erotica, una distanza incolma-
bile con la persona amata, l'inevitabile
incomprensione e distacco. Il corpo mu-
tilato della sua innocenza sembra farsi
misura dell'esistenza, della scoperta del
piacere, del momento voluto dell'incon-
tro, di un eros finalmente scoperto ed
esibito. Penetrare nel mistero di questa
dimensione adulta e consapevole è en-
trare nella selva oscura di dantesca me-
moria, è andare a fondo in uno stato di
coscienza attraverso il quale fronteggia-
re gli spettri del passato. Dunja Torroni
indaga se stessa attraverso l'adozione
di diversi punti di vista, scrivendo i te-
sti a volte al maschile a vol-
te al femminile, mettendosi
nei panni della bimba viola-
ta e del vecchio violentatore,
della donna amata e indiffe-
rente, di quella passionale,
dell'amato stupito e bramo-
so del corpo. Ne risulta un
contrappunto di voci che
non cede mai al distacco ma
proietta il lettore in un coro
d'anime appassionate. Ci so-
no libri dalla consistenza minerale, altri
fatti di liquido o rarefatti come aria
d'alta quota. Questa silloge invece ha la
consistenza molle della pelle: scivola
come seta, sensuale e accattivante, sol-
leva a tratti brividi erotici; eppure, co-
me la pelle liscia di un grembo, nascon-
de viscere, sangue, vene, dolori, escre-
menti, smanie rapprese come crampi al-
lo stomaco. È una lettura che si pianta
come un ago e allo stesso tempo alliscia
come la più dolce e ambigua delle ca-
rezze; una lettura da fare, prima che
con il cuore, con il corpo, le dita, le
orecchie, i sensi tesi di un animale brac-
cato dall'inquietudine. L'uso delle rime
alternate nasconde, nella sua apparen-
te semplicità, nella musi-
calità lieve e veloce, il
senso duro di un signifi-
cante scheggiato come
una lama di selce. La lin-
gua è piana, a tratti col-
loquiale a tratti gonfia
come una ferita rossa e in-
fetta; i testi non sono qua-
si mai compatti ma spez-
zati in strofe, spesso in
coppie rimate di versi: un
percorso tortuoso dell'ani-
ma e della parola. Come
dice Pedrojetta nella prefazione, Dunja
Torroni vuole andare dritta al cuore e
noi le auguriamo buon viaggio. Il rica-
vato della vendita di "L'amore negato,
Violazione dell'amore", dal quale sono
tratti i testi qui pubblicati, andrà a fa-
vore dell'associazione Demetra, attiva
nel campo degli abusi su minori.
novembre 2008 noidonne46
L’amore negato
Dunja Torroni
“il trauma dell'abuso, il dolore
del ricordo che si riverbera in
ogni gesto dell'amore”
Luca Benassi
Io me ne andavo per la mia solinga strada
che ormai altro più non aspettavo,
quando mi immersi in un'oscura contrada.
Qui m'apparve un disegno opaco
della diffusa indifferenza;
della umana sofferenza:
un gatto pellegrino e il volto sconvolto
di un vecchio ubriaco.
Un rumore sospetto
Turba il silenzio nella stanza.
Una bimba nel suo letto.
Graziosa e attraente,
per il suo unico diletto.
Sotto le coperte, le gambe scoperte,
l'uomo la guarda e le sussurra
le parole d'inganno.
Senza esitazioni e con un solo colpo,
presto è fatto, su tutto il suo corpo
la vergogna a sua condanna.
E fu l'uragano che tutto fracassa,
la chiamata d'amore
che tutto sconquassa.
L'attesa di un segno,
per evitare il dolore,
l'attesa di un tuo pegno,
per assicurare il cuore
Le fiamme nel camino,
arancioni-gialle,
giocano,
fanno all'amore;
si illuminano
di araldici colori.
La legna giace e avvampa,
nel camino
si strugge e dissolve
nell'aria gli odori:
il muschio e la rosa
che emana
la nostra pelle.
Ho tutto un universo
da esprimere
qua dentro:
tra Dio e il nostro
flusso.
Ho tutto un terrore
da sopprimere
qua dentro:
tra me stessa
e il mio passato.