Numero 3 del 2009
Una festa nella crisi: lotta marzo
Testi pagina 46
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Manuela Gallegos Anda, Mi-nistra del Governo Correa
con un incarico nel Sottosegre-
tariato per i Popoli, Movimenti
Sociali e Partecipazione cittadi-
na e unica donna nel Bureau
Politico di Alianza Paìs, mi rice-
ve nel suo studio presso il Mini-
stero, nel centro di Quito. Un
quarto piano con vista sulla
Plaza Mayor che non ha nulla
di un Ministero a partire dall'en-
trata (in una galleria commer-
ciale), dall'ascensore (che on-
deggia pericolosamente) e dalla
sua accoglienza calorosa ("dia-
moci del tu perché io non sono
fatta per le formalità").
E' una donna aperta e rifles-
siva, tutta votata alla lotta ma
politicamente molto più accorta
di quanto non voglia far pensa-
re. Colpisce la sua forza comu-
nicativa, la sua voglia di rac-
contare e una certa sicurezza
basata non solo sull'esperienza
di attivista ma anche su un'ela-
borazione solida delle sue con-
vinzioni.
Quale è la tua formazione?
Diciamo che ho una tradizione fami-
liare di attivismo politico. Il mio bi-
snonno materno è stato uno dei primi
sindacalisti in Ecuador e fondatore del
Partito Comunista; mio padre, medico e
uomo libero, ha speso tutta la sua vita
nella politica ed è stato candidato per
la sinistra nel 1968. Sono cresciuta in
una ambiente culturalmente e politica-
mente ricco. Però non mi sono mai inte-
grata nella vita politica istituzionale
perché ho sempre pensato che fosse un
ambiente troppo intellettuale. Penso che
la cultura non sia solo analisi e ricerca
intellettuale ma debba essere legata al-
l'esperienza. Questo ha fatto sì che per
un periodo mi sia allontanata da questo
ambiente per cercare sola, tra la gente,
la mia strada. Ho viaggiato molto e cir-
ca 20 anni fa ho aperto un ostello, il
primo in Ecuador dedicato al turismo
'alternativo' (Posada del Maple) in un
momento in cui questo paese non aveva
una vocazione turistica ma era conside-
rato solo un luogo di passaggio tra la
Colombia e il Perù o una tappa obbli-
gata per andare alle Galapagos. Questa
impresa mi ha dato la totale indipen-
denza economica e quindi la libertà.
Come nasce il tuo impegno politico e
sociale?
Per me è sempre stato importante
considerarmi una cittadina. Circa 16
anni fa ho iniziato nel mio quartiere, La
Mariscal, a lavorare nell'organizzazio-
ne del comitato di quartiere e mi sono
resa conto che ci sono tante persone che
hanno voglia di darsi da fare e devono
solo trovare uno spazio e che il lavoro
di base faceva per me. Le condizioni per
una mia entrata nel mondo politico si
sono verificate a partire da uno dei temi
che ha sollecitato di più la mia atten-
zione: quello della dignità e della so-
vranità nazionale che qui in Ecuador vi-
viamo in maniera molto intensa proprio
perché, da sempre, abbiamo avuto im-
posizioni da parte di poteri esterni al
nostro paese. Quando ci furono le pe-
nultime elezioni, nelle quali si confron-
tavano Gutierrez e Noboa, decisi di an-
darmene per un periodo perché fosse
chiaro che io non avevo votato per nes-
suno dei due. Ero disgustata.
Quando tornai, Gutierrez si era
insediato e aveva già eluso tut-
te le promesse e i patti preelet-
torali consegnando il paese al
neoliberismo statunitense. E'
stata questa indignazione che
mi ha dato l'energia per impe-
gnarmi nella protesta sociale:
abbiamo portato avanti una
lotta prima a livello municipa-
le, nell'Assemblea cittadina, e
poi a livello nazionale. Per far-
la breve ho avuto l'opportunità
di conoscere Correa, che era
stato Ministro dell'Economia
del governo di transizione di
Palacio, da cui poi era uscito
per inconciliabilità; dentro As-
semblea Democratica Naziona-
le (ADN) mi sono trovata d'ac-
cordo con la sua visione di
creare un nuovo movimento e
così ADN è stata una delle 4
formazioni che hanno creato
Movimiento PAIS che poi ha
vinto le elezioni.
Come è nato e che cosa è il
Sottosegretariato per i Popoli, i Mo-
vimenti Sociali e la Partecipazioni
Cittadina che dirigi?
Credo che sia la più alta espressione
della nuova politica in Ecuador. E' il
motore della rivoluzione cittadina. E co-
me cittadina risponde ad uno dei miei
desideri. Avrei voluto aiutare il movi-
mento lavorando sui diritti di cittadi-
nanza e, contemporaneamente, Rafael
(Correa ndr) stava pensando ad una
istituzione che potesse lavorare con le
differenti nazionalità indigene; sembra
che questo suggerimento glielo abbia
dato Lula (Luis Ignacio Lula da Silva -
Presidente del Brasile - ndr). Da queste
nostre coincidenze è nato questo spazio.
A mio parere non abbiamo mai vissuto
la democrazia semplicemente perché un
popolo affamato, che non ha accesso
all'educazione, alla salute, all'informa-
zione non ha gli strumenti per decidere
democraticamente. E questo è quello
che cerchiamo di fare: costruire cittadi-
nanza. Far conoscere agli ecuadoriani i
propri doveri e i propri diritti. Abbiamo
un dipartimento che si occupa di for-
mazione - una specie di scuola di citta-
Ecuador
La Ministra dei movimenti
Nadia Angelucci