Numero 12 del 2010
L'amor che move ...
Testi pagina 46
44 noidonne | dicembre | 2010
Cara Br&na,
sono una lettrice di noidonne, mamma di due figlie uni-
versitarie. Svolgo la professione medica, con la spe-
cializzazione in medicina non convenzionale. Pur es-
sendo una 5
enne realizzata sto attraversando un pe-
riodo molto difficile. !ecentemente ho perso una del-
le persone più care della mia famiglia. Consapevole del-
la sopravvivenza dell’anima dopo la morte, sento oltre
al dolore del distacco, anche un profondo cambiamen-
to nella mia professione medica. Puoi dirmi cosa leggi
nel mio albero, visto che questo periodo di dure prove
sembra interminabile
onatella Pitasi
Cara Donatella,
il distacco è doloroso da elaborare per il vuoto incolma-
bile che produce, proprio come si evidenzia dal tono e dal
tratto ripassato del tuo albero, segno di ansia, di sensi di
colpa, di preoccupazione e necessità di tornare sui pro-
pri passi per assicurarsi di avere fatto tutto bene. a per-
sona sensibile, suscettibile e sognatrice riveli una eleva-
ta facoltà di reagire, rischiando di diventare vittima del-
la tua stessa sen-
sibilità. Il lavoro ti
aiuta, nel senso
che questa fase
della vita esige il
lavoro sociale,
per coniugare la
coscienza del
cuore e il rinno-
vamento dei va-
lori tendenti al nuovo apice creativo. el tronco si leggono
i traumi negli anni: 1, 10,
2, 4
, 51, 52.
La morte è simile a ciò che viviamo tutti i giorni nella ma-
lattia: un’esperienza di soglia, cioè la nostra identità, su
cui si basa la coscienza dell’Io, è seriamente minacciata
o in via di sgretolamento come avviene nelle malattie psi-
chiche. Con La morte di Ivan Ili’c, Tolsto. descrive magi-
stralmente il crollo di tutte le nostre certezze. La speranza
è nel mutamento interiore - che alla stregua delle chio-
me del tuo albero, tutte protese verso un Io sociale -, ten-
de verso un percorso di verità e di amore.
AP
PR
OD
I
EGGERE
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BERO
di Bruna Badassarre
Un percorso di verità
Scomparsa a Palermo nel 1999, la Saladino halasciato un vuoto sia professionale che
umano, una grave perdita per la città e per il gior-
nalismo. La raccolta, dall’articolo d’esordio, alle
inchieste de L’Ora, all’ultimo anno di vita, è cu-
rata da Giovanna Fiume, sua amica e Storica del-
l’Università di Palermo. Si tratta di un prezioso
patrimonio della memoria collettiva da preser-
vare. In ogni pagina pulsa il cuore della sua au-
trice, una figura importante del giornalismo
siciliano, oggi dimenticata dall’ingrata Palermo.
Le sue inchieste descrivono fedelmente l’evolu-
zione cittadina, preda della politica scellerata e a
distanza di anni sono di una attualità estrema. Le
interviste tracciano, in maniera talvolta crudele,
la vita delle donne, delle famiglie, degli operai e
della borghesia. irà di scrivere “A lassa e pig-
ghia” lascia e piglia (in !omanzo civile): cos? scri-
vono le donne, divise tra famiglia e professione.
Tuttavia, la sua fu una condivisione invidiabile.
Prova ne è la lunga unione matrimoniale con Mar-
cello Cimino, anch’egli giornalista de L’Ora. Giu-
liana Saladino è stata una vera maestra di vita,
fedele al dubbio e all’altro.
Mirella Mascellino
GIU
IANA E RIEA &A
AA E PIGGIA'
Gi&liana Saladino
Chissà come chiameremo
questi anni
d Sellerio, pp. 5
,
euro 22,00
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