Numero 4 del 2015
Cibo nemico - anoressia bulimia
Testi pagina 46
44 Aprile-Maggio 2015
Cara Bruna,
ti volevo chiedere perché alcune volte non sopporto mia sorella
maggiore quando mi prende in giro. Vedi qualcosa dal mio albe-
ro? Ho 9 anni e mi chiamo Sofi a.
Cara Sofi a,
che albero originale hai disegnato! Ha delle belle radici che en-
trano nella terra per reggersi meglio! Il tuo albero è spostato tutto
a sinistra, e la sinistra è il lato delle mamme, quindi questa posi-
zione del tuo albero ci dice che sei una bambina che ama molto
stare con la mamma, forse per ricevere tutte le coccole possibili.
In fondo l’affetto della tua mamma a volte sembra l’unico su cui
contare, vero? Crescere però signifi care però contare su tutti gli
affetti, anche quello degli altri e è ciò che ti dici disegnando tante
cornette telefoniche I contatti non ti mancano, ma sono tutti come
li vorresti veramente? In fondo il telefono ci permette di parlare con
le persone, con le amiche, senza però potersi veramente vedere,
abbracciare, giocare. È un po’ come ti senti quando tua sorella ti
fa i dispetti? Voglio dire che in quei momenti non puoi sentirti rico-
nosciuta né come sorella e nemmeno come amica. Comunicare
profondamente è un’altra cosa, è volere bene come si vogliono
due sorelle. A volte si comunica scherzosamente senza pensare
a ciò che l’altra vorrebbe sentirsi dire. Volere bene signifi ca invece
accorgersi dei sentimenti della propria sorella e questo vale per
entrambe. Anche per te vale lo stesso discorso. Tua sorella molto
probabilmente gioca e potrebbe somigliare al gioco colorato di
queste cornette telefoniche, che tutte insieme non riusciranno mai
a parlare con una sola persona. Cara Sofi a, qualche volta occorre
chiedersi se siamo noi a non volerci esprimere manifestando libe-
ramente tutti i nostri pensieri e sentimenti oppure dipende dagli
altri che, pur volendoci bene, non ci aiutano a farlo avendo rispetto
di come veramente siamo.
La vita e gli affetti, soprattutto tra sorelle sono qualcosa di molto
prezioso e in movimento, proprio come la parte superiore del
tuo albero. È come stare in un grande cantiere in costruzione e
l’affetto ha bisogno di opere di manutenzione Occorre un movi-
mento continuo e i ‘dispetti’ possono rientrare in questo grande
movimento, ma l’importante è non fermarsi a questa sensazione
di fastidio, perché nel cantiere degli affetti c’è tanto da scoprire
e da costruire!
iL cantiERE
dEGLi aFFEtti
LEGGERE L’ALBERO
DI BRUNA BALDASSARRE
La separazione tra i coniugi mette in luce zone d’om-bra nel rapporto tra i genitori, che, durante la con-vivenza, vengono assopite dalla routine e dalla ten-
denza delle donne “a lasciar correre”.
Quando la famiglia è unita, la donna è l’unica a farsi carico
dell’organizzazione della casa: compiti di cura e accom-
pagnamenti dei fi gli agli sport, a visite mediche, a casa
degli amici, aiutare i fi gli nei compiti, curare i nonni, fare la
spesa, gestire la colf o la baby sitter, etc..
Purtroppo, tale differenza di posizioni tra uomo e donna
continua anche dopo la separazione, molti uomini non pa-
gano l’assegno di mantenimento o non rispettano i tempi
di permanenza con i fi gli: questo perché manca quella
sostanziale parità tra i coniugi e/o genitori. Se gli uomini
fossero più responsabili e responsabilizzati dei compiti di
cura e di gestione durante il matrimonio, anche durante la
separazione rispetterebbero maggiormente i loro doveri.
Recentemente, a fronte di un padre inadempiente rispetto
al pagamento dell’assegno di mantenimento e ai tempi di
permanenza con i fi gli, il Tribunale di Roma ha affermato
che tra le gravi inadempienze previste dall’art. 709 ter Co-
dice Procedura Civile rientrano anche i doveri economici, in
“la perdurante violazione da parte del genitore dell’obbligo
di corrispondere il mantenimento e’ indice della sussisten-
za di una non volontà di far fronte ai suoi bisogni materiali,
anteponendoli ai propri, ben potendo pertanto la protrat-
ta inadempienza incidere non solo sul piano strettamente
materiale… ma ancor più sotto il profi lo morale, essendo
sintomatica della mancanza di suffi ciente impegno e quin-
di di assoluta inidoneità a fornire il contributo necessario
a creare quel clima di serenità familiare indispensabile ad
una crescita sana ed equilibrata della prole”.
Insomma, la violazione degli obblighi che provengono
dalla separazione affonda le sue radici in un fattore cultu-
rale, che fa ritenere irrilevante la violazione di principi fon-
damentali di rispetto, di parità e di libertà, sanciti anche
dalla nostra Costituzione.
ancORa
nOn c’È paRitÀ
FAMIGLIA
Sentiamo
l’Avvocata
di Simona Napolitani
mail: simonanapolitani@libero.it
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