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Numero 7 del 2007

Uomini contro la violenza sulle donne


Foto: Uomini contro la violenza sulle donne
PAGINA 45

Testi pagina 45

In una società depressa e insaziabileche si infervora per le scemenze più
sconsolanti, che celebra festante le ba-
nalità dei reality show televisivi, Fah-
renheit 451 illumina a teatro la visione
fantascientifica che lo scrittore america-
no Ray Bradbury aveva profetizzato
sessant'anni fa nel suo romanzo omoni-
mo. Dal libro che ha ispirato a Truffaut
il film omonimo, l'autore aveva tratto
anche una versione teatrale. Di questa
lavoro si sono impossessati Elisabetta
Pozzi e Luca Ronconi per portare in tea-
tro i temi del romanzo.
Non c'è traccia di un tempo specifi-
co, né di uno spazio definito in questa
vicenda piuttosto nebulosa che narra di
un mondo senz'anima, senza libri, sen-
za cultura calata in un tempo futuro e
senza data che non si è realizzato nel
film. Siamo in un regime spietato che
impone la caccia al libro, l'annullamen-
to del sapere umanistico e la cancella-
zione della memoria. Tutto avviene in
un clima fortemente tecnologico, di un
grigio senza speranza, dentro una enor-
me gabbia metallica che libera improv-
vise spaventose vampate di
fuoco per mandar in fiamme i
libri, mentre i due interpreti
principali (Fausto Russo Alesi
e Elisabetta Pozzi, sorprenden-
te in un doppio ruolo di vec-
chio scienziato e di giovane
intellettuale) nell'occhio del ci-
clone si interrogano sul con-
temporaneo e sulla natura del
teatro d'oggi.
È un gioco funambolico fra
memoria e futuro, fra parola
scritta e parola detta, un eser-
cizio intellettuale irto di acu-
lei, come spesso accade con
Luca Ronconi. Lo sfondo sce-
nografico (Tiziano Santi) è di
una rigorosa, quasi irritante
freddezza, ma inattesi zampil-
li di originalità creano un mo-
vimento dinamico costante
capace di cogliere attraverso
sorprese sceniche le infinite
modulazioni delle risonanze
interne che si vanno creando
in un mondo progressivamente privato
dei libri. Esplosioni di immagini gigan-
tesche di tv, passaggi di robot grotteschi
e inquietanti, flussi di violenza brutali:
è una serie di suggestioni visive (e non
soltanto) che lo spettacolo incastra e
impone con efficacia.
Il messaggio della necessità del non
abbandono della memoria è espresso
evitando moralismi e toni messianici,
com'è nella consuetudine ronconiana,
anche se la passione di Elisabetta Pozzi
porta forti coloriture emotive al raccon-
to, lasciando erompere il messaggio as-
soluto: la necessità del mantenimento
del patrimonio del sapere e la funziona-
ne del teatro, specchio esatto di quello
che succede nella vita e nella società.
Fehreneith 451, spettacolo non sempre
di immediata percezione, è un sincero
atto d'amore verso la cultura. Per quan-
to dotato di una poderosa forza espres-
siva, non cerca mai di sollecitare emo-
zioni, ma un pizzico di commozione lo
diffonde quando alla fine dal pubblico
si staccano e uomini e donne libro che,
sopravvissuti alla tragedia, si sono in-
caricati di custodire il passato mante-
nendo il dialogo con i grandi della scrit-
tura. Il suo circuito, partito dalle Fonde-
rie Limone di Moncalieri ricomincerà in
autunno a Milano e toccherà molti tea-
tri italiani. Non si trascuri l'occasione
offerta da questa importante coprodu-
zione della Fondazione del Teatro Stabi-
le di Torino, del Piccolo di Milano-Tea-
tro d'Europa, del Teatro di
Roma, del Teatro Biondo
Stabile di Palermo; anche
perché questa grande
opera politica ha messo
in scena attori eccellenti.
A parte i due interpreti ci-
tati, ricordiamo un robu-
sto Alessandro Benvenuti
e una vivacissima Mela-
nia Giglio.
Fotografie di
© Marcello Norberth
noidonne luglio/agosto 2007 45
Mirella Caveggia
Il sapere, specchio della vita
Fahrenheit 451
“un regime spietato che impone la
caccia al libro, l'annullamento
del sapere umanistico
e la cancellazione della memoria”
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