Numero 9 del 2008
Stampa: libertà vigilata
Testi pagina 45
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grande sapere, una grande conoscenza
dell'essere umano, anche al di là della
trascendenza del nostro rapporto con
Dio, lo slancio spirituale anche a chi
non crede offre spunti e conoscenze del-
l'essere umano molto proficui. Potrei fa-
re degli esempi. E uno personale: un va-
lore come la fedeltà, può emergere in
tutta la sua luce come essenza di un
rapporto profondo.
Che cos'è la spiritualità?
La definirei la percezione del nostro
limite, della parte non razionale di noi,
quella più nascosta e intima. Uno slan-
cio verso la ricerca della verità, magari
non nelle stesse condizioni per tutti. La
nostra definizione di uomo occidentale
parte da Cartesio: "penso, dunque so-
no". Credo che questa sia una visione di
parte, non complessiva dell'essere uma-
no. Mi sento più vicina a quella del
buddismo, dove la razionalità è un pun-
to di arrivo, non di partenza. Nel mon-
do in cui siamo ospiti siano intrisi di
emozioni.
C'è una circostanza fortuita che ha
indotto il suo successo?
Mi ritengo una donna molto fortuna-
ta. Ho avuto begli incontri, fin da bam-
bina. Vengo da una famiglia molto di-
versa a me, ma ho avuto la gioia di in-
contrare la mamma di una mia amica,
una fisica, di cui ho gran nostalgia, che
mi ha aperto un mondo.
Domanda scontata. Lei ha due figli,
18 e 13 anni. Una signora in carrie-
ra vorticosa, come lei, è obbligata a
trascurare marito e figli per ubbidire
all'incalzare delle incombenze e dei
ritmi?
Potrei rispondere in due modi. Di tut-
to i ruoli che ho giocato nella mia vita,
quello che mi è piaciuto di più è quello
svolto con più dedizione è quello di
mamma. L'inconciliabilità è un luogo
comune, i miei ragazzi non sono mai
stati abbandonati, sono nella media,
bravi, simpatici e contenti della loro
mamma.
“saper far conti e far
quadrare i bilanci è uno
degli elementi della
creatività. Credo più
nella concretezza
che nelle idee che non
fanno i conti”
Ute Lemper,
una voce di classe
Ha una voce dal timbro ricco e
suggestivo, movimenti di straordi-
naria leggerezza, una gestualità
che spande il fascino di un'elegan-
za innata. Ute Lemper, tedesca di
nascita e signora internazionale
della canzone, è così brava che in
tutto il mondo non c'è teatro liri-
co, manifestazione musicale pre-
stigiosa, orchestra illustre che non
faccia lampeggiare il suo nome nel
proprio cartellone.
Il Teatro Regio di Torino e la Reg-
gia di Venaria hanno proposto sul-
lo sfondo del palazzo rivestito di
luci notturne l'ultimo suo concer-
to, un prezioso tessuto di musiche
di cabaret, di canzoni francesi d'e-
poca, di brani di Kurt Weil e di
composizioni che l'artista ha can-
tato a Broadway e nel West End di
Londra.
Biondissima questa volta, molto
chic nel lungo abito nero scivolato
sul corpo nervoso e sottile, Ute
Lemper in scena non impone
un'immagine trascinante: al pub-
blico si accosta con discrezione, e
con un aristocratico distacco ri-
mane avvolta nel suo mondo con-
fidenziale di sogno, di velluto, in
penombra, dove canta la vita, i
luoghi, l'amore. Passa da una can-
zone all'altra con disinvoltura, da
un testo francese ad uno tedesco,
dall'inglese all'ebraico, fino all'ita-
liano di "Estate", la bella canzone
di Bruno Martino, che interpreta
con forti vibrazioni emotive. Versatilità e spirito ironico sono i suoi tratti. In
certe interpretazioni più spiritose infila uno spolverino e una bombetta; con
grazia maliziosa solleva un lembo dello spacco del suo abito e scopre la
gamba ben modellata; giocherellando con un boa si burla delle signore del-
la politica, da Condoleesa Rice a Angela Merkel e con un vivace talento in-
terpretativo mette in scena una piccolo dramma intimo con la canzone "Mi-
lord" di Edith Piaf, dove una ragazza da marciapiede intrattiene per un istan-
te uno sconsolato gentleman.
L'eleganza sofisticata, la classe autentica, non costruita con artifizi di se-
conda mano, l'armonia e la misura, la flessibilità e il senso del ritmo fanno
di lei un'artista della canzone senza rivali, che porta il suo pubblico in un
viaggio in prima classe verso il mondo e i suoi segreti con una voce che pas-
sa dalla tenerezza più carezzevole alle asprezze gutturali, dalla dolcezza al-
l'aggressività dominante.
La ritroveremo in settembre nel fitto programma di MITO, il proseguimen-
to di Settembre Musica, che alla sua seconda edizione porta fra Torino e Mi-
lano un mese di grandi orchestre e interpreti di rilievo assoluto.
Mirella Caveggia