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Numero 6 del 2008

1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?


Foto: 1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?
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Testi pagina 45

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fama internazionale. Il compito di AP-
PRODI è metterle in luce, ma soprattut-
to introdurle in una rete efficiente che
dia una visibilità, crei sbocchi e comu-
nicazioni in vista di produzioni comuni.
Qualche bel nome?
Le arti sono tante. Abbiamo presen-
tato l'8 maggio Maria Rosa Cutrufelli
autrice di "D'amore e d'odio", un bellis-
simo romanzo che narra le vicende di
tre donne con una ricostruzione storica
puntuale appassionata. Recentemente
abbiamo proposto la danzatrice Soraya
Peréz e la musicista Regula Idea Wa-
gner. Lo scorso anno con le Mujeres en
luche, donne in lotta oltre ogni confine,
è stata una vera emozione. L'autunno
prossimo avremo Ottavia Piccolo con il
suo spettacolo sulla giornalista russa
Anna Politkovskaya uccisa per le sue
coraggiose indagini.
Le artiste devono pagare quando
soggiornano?
No, le ospitiamo e riconosciamo il
lavoro con un compenso. Non ci chie-
dono mai un cachet alto perchè sanno
che non abbiamo grandi cifre a disposi-
zione. Ma tutte si impegnano nei temi
legati ai confini, ai conflitti, alle lacera-
zioni, sempre all'insegna dell'impegno
civile e culturale. Al di là delle frontiere
geopolitiche, affrontando i temi della
guerra, dell'inviolabilità del corpo, del-
la democrazia, dell'autodeterminazione
individuale e collettiva.
un luogo, un progetto
culturale e un vivaio per
artiste. E' APPRODI
e si trova a Collegno
Madre di Dio
Maternità e ribellione
da bambina a sposa, la
fanciullezza spezzata
in 'Un sogno per Maria'
Il sogno di una maternità
libera, non rabbuiata dalla
costrizione e dal dolore si
culla su un'altalena dove
Maria, madre di Dio ancora
giovinetta, oscilla sotto
una nuvola candida di tulle
mentre racconta di un'an-
nunciazione. Una luce
abbagliante, una voce arri-
vata "come una musica con
un colpo di vento", una
pioggia di piume bianche e
di stelle, e l'angelo portato-
re del messaggio divino se ne è andato lasciandole "un dono e una mancanza". La
ragazzina esile dalle trecce bionde andrà sposa, non sarà più bambina e non potrà
mai più divertirsi con le cuginette. Piegata da un evento immenso e inatteso,
oppressa da un peso troppo grande, Maria abbandona il suo dondolo che appare
come un grembo rigonfio e nel pezzetto di terra dove è confinata senza difensori
esprime tutto il suo sgomento e la sua ribellione.
Silvia Battaglio, attrice, autrice e regista di 'Un sogno per Maria' si fa carico di un
tumulto indotto da una rapsodia poetica e musicale che lei stessa ha composto con
brani di autori diversi (Barbara Alberti, Erri De Luca, Mariangela Gualtieri, la Sacra
Bibbia Protovangelo di Giacomo, il Manifesto, Corriere della Sera). Con incisività e
una vitalità accesa dà voce non solo alla Vergine Maria, ma alle donne di ogni gene-
razione e sotto ogni cielo, e attraverso la piccola protagonista sola dopo l'imposi-
zione esprime la ribellione di tutte le donne a fronte degli imperiosi dettati misogi-
ni e oscurantisti che mortificano o negano la loro volontà. Invocando la libertà con
innocenza e smarrimento, la futura madre del Messia adombra anche il ruolo della
donna nel mondo cattolico, che nel ventre femminile ha intravisto la scintilla del
peccato, che ostacola la pianificazione delle nascita, che fa strisciare la convinzio-
ne che il vero crimine dell'umanità si consumi nelle camere da letto e non nella mol-
tiplicazione delle armi. Con la sua protesta inascoltata, Maria si incamminerà verso
il suo destino, ma con riluttanza, dopo avere cercato di sottrarsi supplicando, stre-
pitando, dibattendosi in una danza ora armoniosa ora scomposta nel tentativo di
districarsi da lacci incomprensibili ("non so spiegarmi questo Dio dagli occhi cele-
sti").
Impressionante e coraggioso, ma denso di verità, questo spettacolo che aggroviglia
sacro e profano, alterna momenti di delicatezza - come la commovente Ave Maria
di Gounod cantata dalla brava attrice con limpida grazia - con passaggi meno chia-
ri per gli ermetismi e le dissonanze di una composizione piuttosto spinosa. Ma l'in-
terprete, bravissima e molto concentrata nel suo ruolo difficile, l'alleggerisce fino
alla trasparenza, filtra spiritualità pura e poesia, irrora di religiosità e tenerezza il
clima di laicità e crea un singolare contrasto fra i connotati infantili e le laceranti
trepidazione materne ("… fa sì che questo bambino non sia nessuno, che sia con-
tento di essere e si arrabbi sono per le mosche").
Nel cartellone di "Elogio alla follia" del Tangram Teatro, che ogni anno penetra sul
palcoscenico le discordanze e i caratteri di mondi "diversi", questo monologo che ha
debuttato alla Cavallerizza Reale di Torino ha ricordato (ma è un puro caso) due
recenti fatti di cronaca: la globe-trotter uccisa in abito da sposa in Turchia e la pic-
cola yemenita di 8 anni che ha chiesto il divorzio dal marito imposto in famiglia.
Mirella Caveggia
foto Silvia Battaglio - Tangram Teatro Torino
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